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La mia vita con i gatti di Noriko Morishita | Recensione

Noriko vive una vita forse fin troppo tranquilla. È una scrittrice sulla cinquantina da qualche tempo ferma in una palude di tristezza camuffata da abitudine: il libro che sta scrivendo è bloccato da mesi, e nulla sembra andare per il verso giusto. Alla ricerca di una svolta, Noriko fa visita a un santuario shintoista e sussurra: «Dammi la felicità». Il giorno dopo, quasi fosse un segno soprannaturale, vicino al ceppo della magnolia davanti a casa sua, piantata tanti anni prima dal padre, qualcosa si muove nell’aiuola. È una gatta randagia che sta dando alla luce una cucciolata! Nessuno nel vicinato è disposto a prendersi cura dei gattini appena nati: inizia cosí la sua convivenza con questi animali di piccole dimensioni ma capaci di portare un grande cambiamento nella vita di Noriko. E pensare che a lei i gatti nemmeno piacevano… “La mia vita con i gatti” è il diario delle giornate che Noriko trascorre in compagnia dei suoi ospiti felini, ma non solo: grazie a loro, infatti, Noriko farà incontri speciali e scoperte sorprendenti su se stessa, la vita e, soprattutto, la felicità e la sua ricerca.

Una storia delicata, adatta per chi desidera un romanzo dolce che parla di amore per gli animali e per la famiglia. 

Noriko è una donna matura che ha deciso di non sposarsi, semplicemente perché non ha trovato la persona giusta. Abita con sua madre,  lavora come freelance e vive un periodo particolarmente stressante e buio in cui si sente persa: non riesce ad andare avanti con il suo libro, inizia a mettere in discussione le sue scelte di vita, dubita di se stessa. Avvolta da questo stato d’animo, un giorno lei e la madre troveranno una sorpresa nell’aiuola davanti casa: una gatta con cinque cuccioli. 

Sia Noriko che la madre non sono amanti dei gatti, ma trovandosi alle strette e non sapendo a chi affidarli, decidono inizialmente di prendersene cura. Noriko osserva la crescita dei cuccioli, l’amore e la cura che ha la loro madre. I giorni passano e, mentre la protagonista si affeziona ai nuovi arrivati, per lei inizia anche un percorso emotivo che l’aiuterà ad apprezzare la felicità nelle piccole cose. 

Il ritmo è lineare e lo stile di scrittura è delicato e scorrevole. Non è un romanzo avvincente, non aspettatevi colpi di scena, si parla di una storia che tratta della quotidianità di Noriko, la cui vita viene stravolta dall’arrivo inaspettato dei gatti. Spesso ci sono anche dei ricordi passati e il lettore scopre qualcosa in più sulla vita della protagonista e delle persone che le sono intorno. 

La mia vita con i gatti è quel tipo di lettura che definisco confortevole come una coperta morbida. Una storia che si avvicina “in punta di piedi”, già sai che non vuole essere pretenziosa, ma vuole solo coccolarti in una quotidianità dallo sfondo orientale, trasportandoti nelle tradizioni di questa cultura e accennando in alcuni passaggi anche al folclore nipponico. 

Consiglio questa lettura a chi ama i gatti in particolare e a chi ha voglia di una lettura non impegnativa, ma che tenga compagnia. 

#Prodottofornitoda @Einaudi

Miti e leggende del Giappone. La volpe e altri animali di Davis | Recensione

La volpe è protagonista indiscussa del folclore giapponese. A volte è una creatura maligna che assume le sembianze di un’incantevole fanciulla per stregare gli uomini e distruggerli; altre volte è invece Inari, importante divinità shintoista, spesso generosa e disposta a esaudire le preghiere delle persone. Di fianco alla volpe, però, convive tutta una serie di animali il cui destino si intreccia con quello degli esseri umani: lepri, tassi, gatti, cani e scimmie, a volte dotati di poteri soprannaturali e capaci di influenzare, nel bene o nel male, le sorti di principi e di principesse, di samurai e di contadini. Frederick Hadland Davis trasporta i lettori in un mondo suggestivo e poetico, in cui gli elementi mitologici e fiabeschi si mescolano con la spiritualità shintoista e buddhista. Tra gatti vampiro, magiche teiere che si trasformano in tassi, cani fedeli e coraggiosi, lucciole vendicative e bianche lepri che appaiono sulla superficie della luna, questo nuovo volume della serie Miti e leggende del Giappone è un viaggio affascinante sulle tracce della fauna misteriosa che popola l’immaginario collettivo del Paese del Sol Levante.

Chi adora il folclore giapponese?

Io fin da piccola sono affascinata dalla cultura del Paese del Sol Levante e quando ne ho la possibilità cerco sempre di recuperare libri che trattano dei loro miti e leggende!

Quando ho visto questo titolo, edito Lindau, non potevo non leggerlo, ma prima vi dico due parole su Davis.

Frederick Hadland Davis era uno storico britannico che, come è successo per Lafcadio Hearn e Pierre Loti, si è innamorato della cultura giapponese talmente tanto da voler contribuire alla sua divulgazione. Parliamo di un autore che ha vissuto tra l’ottocento e il novecento.

Dei tre autori sopra citati, se sei un amante della cultura giapponese, sicuramente avrai sentito nominare più Lafcadio Hearn, personalmente non avevo letto nulla di Davis quindi questo è stato il mio primo approccio alla sua scrittura.

I miti e le leggende del Giappone è un piccolo volume che raccoglie una raccolta di leggende, la maggior parte si incentrano sulla figura della volpe (la Kitsune, la quale può avere sia una natura maligna e sia una benigna).
Davis non racconta solo della volpe che, nello scenario delle leggende nipponiche è la figura più trattata non solo nei libri, ma anche nei manga e negli anime, ma si sofferma anche su altri esseri come la lepre, gli insetti, il tasso…

I racconti sono scritti in modo scorrevole, spesso accompagnati da delle illustrazioni semplici, ma di effetto. Ci sono delle note che aiutano a comprendere alcuni termini tipici giapponesi, altre approfondiscono dei dettagli o citano delle fonti. Insomma è un piccolo saggio sul folclore giapponese, una lettura che ho trovato interessante e soprattutto ho scoperto storie che non conoscevo.

Se siete amanti del genere vi consiglio questo breve volumetto che vi terrà compagnia con le sue enigmatiche e incredibili storie.

#Prodottofornitoda @Lindau

Heaven di Mieko Kawakami | Recensione

In uno stile poetico e rilassato, che riporta alla mente le grandi scrittrici giapponesi del passato, Heaven indaga l’esperienza e il significato della violenza e il conforto dell’amicizia. Bullizzato per il suo strabismo, il protagonista del romanzo soffre in silenzio. La sua unica tregua è l’amicizia con una ragazza, anche lei vittima di infiniti scherni. Ma qual è la vera natura della loro amicizia, se è il terrore ad alimentare il legame?

Non so per quanto tempo ho fissato la schermata vuota del post. Questo libro ha un peso, nel senso più profondo del termine. L’ho trovato struggente in molte parti, realistico nei pensieri e nelle fragilità. 

Mieko Kawakami ha scritto Seni e Uova, libro che ha diviso molto l’opinione dei lettori, e personalmente la tematica di questa storia non mi ispirava particolarmente, ma leggendo la quarta di copertina di Heaven è stato amore a prima vista. Sapevo cosa aspettarmi, ma non immaginavo di trovare una storia che trattasse in modo così approfondito del bullismo. Kawakami ne parla in modo realistico, senza fronzoli o escamotage per alleggerire la lettura, racconta la crudeltà di questa tematica.

Il bullismo è un atto di violenza presente ovunque, in Italia, America, Francia ecc., ma in Giappone è una situazione sempre più in aumento che parte dalle scuole elementari. Solo nel 2019/2020 gli atti di bullismo sono aumentati di circa sessanta mila rispetto all’anno precedente in base ai dati riportati dal Ministero dell’Istruzione giapponese (se vuoi informarti di più ecco il link dove ho appreso la notizia).

Il protagonista della storia è “Occhi Storti” un ragazzino strabico che frequenta le scuole medie, e lo chiamerò così per il resto del post perché l’autrice non ci svela il suo nome. Occhi Storti sopporta le angherie sempre più violente dei bulli della sua classe, poi un giorno si avvicinerà a una sua compagna, anche lei vittima dei bulli per il suo aspetto trasandato. Tra Occhi Storti e Kojima si instaurerà una profonda amicizia, nata dalla sofferenza e dal disagio.

E’ un libro che ti cattura per la scrittura magnetica, ma che ti frammenta per le emozioni come la rabbia e il disgusto per le ingiustizie che subisce il protagonista e non solo. E vogliamo parlare del finale? Quando pensi di aver letto già tutto, ecco che arrivano, nel penultimo capitolo, due scene forti e potenti, una la definisco anche delirante eppure è tutto così realistico e coerente che pensi che non stai leggendo una storia inventata, ma che probabilmente trae da esperienze di vita vere.

Mi sarebbe piaciuto leggere qualcosina in più su due personaggi, uno in particolare, Momose, che fa parte della banda di bulli, ma che rimane sempre in disparte. Una figura silenziosa che ha delle idee ben chiare su come va la vita.

Heaven è un romanzo tosto, crudele che denuncia non solo la poca sensibilizzazione al bullismo della società giapponese, ma invita a chi è vittima di questi atti a parlarne, a non vergognarsi, a superare lo scoglio della “non comunicazione”.

Una storia di stregoneria di Colfer | Recensione

Brystal e i suoi amici hanno salvato i regni dalla minaccia della Regina dei Ghiacci e sono riusciti a far accettare la comunità magica in tutto il mondo. Potrebbero finalmente concedersi di festeggiare, ma quando una strega misteriosa dal nome di Lady Mara arriva all’accademia, tutto cambia all’improvviso. Lady Mara comincia a reclutare fate per la sua scuola di stregoneria rivale, con intenzioni tutt’altro che benevole… Molto presto l’amica di Brystal, Lucy, rimane intrappolata in un complotto oscuro che minaccia di sterminare l’umanità. In giro per il mondo, la pace faticosamente acquisita sta per sgretolarsi e la rabbia per la legalizzazione della magia si sta diffondendo di nuovo in tutti i regni a causa delle menzogne diffuse da un pericoloso clan, noto come la Fratellanza Virtuosa. L’obiettivo è chiaro: sterminare ogni forma di vita magica, a cominciare da Brystal…

Brystal e i suoi amici sono riusciti a trovare un buon equilibrio nel loro mondo: la magia è legalizzata, non ci sono più le persecuzioni nei confronti di chi è considerato diverso, le donne hanno più libertà e la possibilità di avere una giusta istruzione.

La nostra protagonista è fiera di quello che è riuscita a ottenere, ma con la fama e il successo arrivano anche i lati negativi. Brystal si sente sopraffatta da tutta questa responsabilità, si domanda se sia realmente felice, se questa sia la via giusta per lei. Ma il pericolo è dietro l’angolo perché l’antica Fratellanza dei Virtuosi vuole riportare i mondo a come era prima, eliminando tutti i progressi fatti da Brystal e soprattutto vuole uccidere la responsabile dei cambiamenti.

Come nel primo volume, anche in questo non mancano i messaggi portanti della saga di Colfer: libertà, amicizia, coraggio, fiducia in se stessi, parità dei sessi…

L’ambientazione rimane bene o male quella scolastica perché se nel primo capitolo abbiamo conosciuto il mondo delle fate, in questo entriamo in contatto con la magia oscura delle streghe. E sarà proprio Lucy a vedersela faccia a faccia con loro. La cosa che ho apprezzato molto in questo libro è che ci sono due punti di vista: quello di Brystal, la quale è  sopraffatta dall’ansia per la situazione che sta vivendo, e poi abbiamo Lucy, che viene coinvolta in una situazione ambigua con le streghe e si troverà a frequentare la loro scuola.

Proprio perché si parla di stregoneria ho notato un’ambientazione leggermente più cupa, ma ugualmente avvincente come l’atmosfera del primo libro.

In questo secondo capitolo Brystal proverà i primi palpiti di cuore per un ragazzo, verrà messa a dura prova da nemici e situazioni da gestire che l’aiuteranno a crescere e maturare.

Mi aspettavo un volume più lento (in genere nelle trilogie il secondo libro è quello un po’ statico), eppure devo dire che ho trovato un buon ritmo. Tornano vecchi personaggi che mi hanno conquistato nel primo volume, ma ce ne sono anche di nuovi che sono ben caratterizzati. Unica “pecca”, se così vogliamo definirla, è che ho trovato i colpi di scena principali scontati, ma sono sicura che un giovane lettore li apprezzerà molto.

Se avete voglia di una storia per ragazzi scorrevole e che abbia anche dei messaggi importanti di base, continuo a consigliarvi questa serie!

#Prodottofonitoda @Rizzoli

I gatti non ridono di Kosuke Mukai | Recensione

Lo sceneggiatore alcolizzato Hayakawa ha ormai perso ogni ispirazione e trascina le sue giornate tra la casa e il bar in cui lavora la sua pseudo-ragazza. Ma questa routine è improvvisamente interrotta dalla telefonata della sua ex, Renko, regista di successo con cui anni addietro ha condiviso casa e lavoro, che gli chiede di andare a trovarla per dare un ultimo saluto a Son, il loro vecchio gatto, ormai prossimo a lasciare questo mondo. Nonostante Renko sia ora sposata con Miyata, e che questi mal sopporti il ritorno di Hayakawa nella vita della moglie, quest’ultimo si offre di aiutarli nel badare a Son, nella loro casa, affinché non resti mai da solo. Tra tuffi nel passato, considerazioni sulla propria vita e sulle scelte fatte o meno, questo rapporto a tre più l’amato gatto segnerà e cambierà le esistenze di tutti.

Autore orientale più gatto, per me è la combo perfetta!

Mi sono avvicinata a questo titolo un po’ “in punta di piedi”, non sapendo esattamente cosa aspettarmi.

Hayakawa è uno sceneggiatore insoddisfatto della sua vita che ha seri problemi con l’alcol. Un giorno viene contattato dalla sua ex fidanzata Renko, la quale lo informa che manca poco da vivere al loro gatto Son e quindi lo invita a casa per un ultimo saluto. Anche se un po’ restio, Hayakawa va a casa di Renko, dove vive con suo marito Miyata, e tra una parola e un’altra deciderà di fare assistenza al gatto quando i due coniugi non sono a casa, fino all’ultimo respiro di Son.

Partiamo con il dire che il protagonista non è il gatto, esso è il legame che determina alcune dinamiche, ma la storia parla principalmente di Hayakawa.

Il punto di connessione della storia è proprio Son, il gatto che è entrato un po’ per caso e un po’ prepotente nelle vite di Hayakawa e di Renko quando stavano insieme. Il felino si lega fin da subito alla ragazza e per questo motivo, nel momento della rottura con Hayakawa, Renko decide di portarlo via con sé.

In un’alternanza tra presente e passato, l’autore racconta la storia di Hayakawa.
Nelle scene passate il lettore scopre la storia della coppia protagonista, del loro rapporto, dei loro sogni, delle loro ambizioni, e anche dei momenti di crisi. Nel tempo presente Hayakawa dovrà vedersela con il taciturno e freddo Miyata, il quale, giustamente, non è molto felice di avere sempre in casa l’ex fidanzato di sua moglie.

Da amante dei gatti mi sono subito affezionata a Son, il quale è molto realistico, spesso nei suoi comportamenti ci ho rivisto quelli dei miei gatti. Per quanto riguarda i tre personaggi principali sono caratterizzati molto bene. Hayakawa si troverà a confrontarsi soprattutto con se stesso, cercando di riprendere in mano la sua vita, Renko è una donna che ha avuto alti e bassi e il suo porto sicuro è sempre stato Son. Mi è piaciuto anche molto il silenzioso e apparentemente freddo Miyata.

Ho apprezzato molto la descrizione del rapporto tra Renko e Son, quel rapporto quasi simbiotico che si instaura tra un animale e il proprio padrone.

I gatti non ridono è una storia delicata, dal tono dolce, che parla di vita, dell’amore tra un umano e il proprio animale, dei rapporti e della ricerca di se stessi con quel velo di malinconia tipico della narrazione giapponese.

Il mondo è un alveare di Harris | Recensione

C’è una storia che le api raccontano a cui è impossibile non credere. Una storia che si perde nei secoli. Ha inizio con la nascita di Re Crisopa, un uomo crudele e ingannatore, che trova la redenzione compiendo un lungo viaggio dentro sé stesso e nel cuore silenzioso del mondo. È qui che incontra individui straordinari, ognuno dei quali ha qualcosa da insegnare. La creatività è il primo regalo che riceve, da un abile giocattolaio che rincorre l’opera perfetta, perché incapace di sacrificare la purezza dell’arte in nome della cinica materialità. La conoscenza è il secondo dono e giunge da una principessa tenace il cui animo si riscalda con le parole del sapere e si inaridisce di fronte alle rigide regole di corte. Grande esempio di solidarietà è per lui il cane più piccolo che si sia mai visto, il più insospettabile degli esseri mondani che nasconde un coraggio senza pari. Poi è la volta della regina innamorata della luna, che gli trasmette la bellezza come nessun altro sa fare. Incontro dopo incontro, Re Crisopa impara a guardarsi intorno con occhi diversi e scopre che il mondo assomiglia a un grande alveare. Come la casa delle api, è un mosaico di tanti microcosmi abitati da centinaia di migliaia di creature che, industriose, si adoperano perché tutto funzioni alla perfezione. Nessuna creatura può fare a meno dell’altra. Soltanto con uno sforzo collettivo si può tessere un grande racconto che si nutre del nettare magico dell’immaginazione. “Il mondo è un alveare” racchiude un universo di opposti dove luci e ombre, sogni e incubi, virtù e malvagità convivono e creano un perfetto equilibrio. Un universo dove la parola è una forza in grado di plasmare la realtà che ci circonda e di renderla intelligibile a chi è disposto ad ascoltare la sua voce senza pregiudizi.

Sapete chi è Joanne Harris?
Si tratta dell’autrice che ha scritto il libro Chocolat, dal quale è stato tratto il film con Johnny Depp. Questa volta la Harris scrive una storia molto particolare non solo per l’ambientazione, ma anche per la struttura dei capitoli. 

“Il mondo è un alveare” è la storia dell’ambizioso e spietato Re Crisopa, il sovrano del Popolo della Seta, che con inganni e azioni crudeli porta scompiglio ovunque. Ma più il tempo passa e più il Re si rende conto che c’è qualcosa che gli manca, si sente vuoto e perso, e così inizia un viaggio, un percorso che gli farà comprendere le malefatte passate, intraprendendo la strada della redenzione. 

Il libro è diviso non in capitoli “classici”, ma in fiabe che hanno un’ambientazione cupa e grottesca (tipica delle favole tradizionali). La maggior parte delle favole hanno come protagonista Crisopa, in altre è un personaggio secondario, in altre ancora non compare, ma vengono introdotti nuovi personaggi e alcuni di questi si troveranno coinvolti con il protagonista nel corso della narrazione. 

Già la costruzione di questi capitoli l’ho trovata magistrale, una narrazione a puzzle dove ogni tassello trova il suo posto andando avanti nella storia. Se all’inizio non comprendente molto, non demordete e andate avanti con la lettura! 

Tra i tanti personaggi che crea l’autrice mi sono subito affezionata proprio a Crisopa, anche se è un protagonista egoista e maligno, ma ha anche delle fragilità che affioreranno con il tempo. Il percorso che intraprende l’ho trovato molto realistico e ben bilanciato, arrivando a una conclusione che ho trovato perfetta e dolce/amara. Un finale che si collega a incastro con i primi capitoli. 

Se devo trovare una pecca, forse avrei evitato qualche fiaba (di quelle che non hanno un legame con la storia principale) proprio perché a volte la lettura tende a prendere un ritmo più lento. 

Lo stile dell’autrice è sempre piacevole e scorrevole, riesce a immergere il lettore nella storia in poche righe, rendendo i personaggi vibranti e umani, nonostante siano creature che hanno un legame con gli insetti e a volte hanno fattezze antropomorfe, come lo stesso protagonista. 

Una storia che parla di redenzione, di amore, di risentimento, di rimpianto e soprattutto di perdono. 

Se siete amanti delle fiabe un po’ grottesche, dei viaggi in mondi fantastici, di situazioni bizzarre e surreali, e avete voglia di una lettura diversa dalle solite, vi consiglio questo libro che mi ha conquistata. 

#Prodottofonitoda @Garzanti

Una storia di magia di Chris Colfer | Recensione

In una sezione segreta della biblioteca in cui lavora, Brystal trova un libro che le svela un mondo incredibile e una stupefacente verità: è una fata! Ma nel Regno del Sud alle donne è proibito leggere e la magia è illegale, così Brystal viene rinchiusa nel terribile Centro di correzione Altostivale. È solo grazie all’intervento della misteriosa Madame Tempofiero che riesce a scappare… e a cominciare una nuova vita in un’accademia di magia! Quando però Madame Tempofiero è costretta a partire per risolvere un problema urgente, Brystal e i suoi compagni di classe si ritroveranno a combattere da soli contro l’oscurità che minaccia il destino del mondo e della magia stessa. Ma ci riusciranno?

Chi si ricorda la serie televisiva Glee?
Chris Colfer non è solo un attore, ma è anche uno scrittore di libri per ragazzi.

Ho letto tempo fa il primo volume della serie La terra delle storie, ma devo dire che la nuova saga che sta scrivendo mi ha colpita particolarmente.

Una storia di magia è il primo volume di una trilogia con un’ambientazione fantastica, fondata su una società patriarcale in cui il ruolo della donna è unicamente quello di spostarsi, fare figli e badare alla casa. Su questo scenario, i quattro regni vietano l’uso della magia, e chiunque appare diverso viene additato come strega o stregone. Brystal è la nostra protagonista, una ragazzina che adora leggere, che non vuole sottostare al ruolo che le è stato imposto, e scoprirà di essere diversa: una fata. 

In questo primo volume ci sono tutti gli ingredienti perfetti per un libro per ragazzi: una scuola di magia, una fata salvatrice, dei ragazzi speciali e incompresi, e un mistero da risolvere. Brystal non sarà sola in questa avventura, insieme a lei si uniranno altri tre ragazzi, ognuno con un dono particolare e con un carattere ben definito. 

Si potrebbe dividere il libro in due parti, nella prima il lettore conosce questo mondo fatto di leggi molto rigide, di ingiustizie nei confronti delle donne (addirittura a loro è vietato leggere). Brystal vive con un padre severo, un giudice dedico al suo lavoro, una madre che cerca di istruirla nell’essere una perfetta donna di casa e i suoi due fratelli,  i quali sono sempre in conflitto tra loro. Ho amato questa prima parte, che forse per alcuni potrebbe risultare un po’ noiosa perché c’è poca azione, ma ho adorato il modo in cui Colfer, pagina dopo pagina, spiega il mondo che ha creato e mette le basi sui temi che tratta quali l’uguaglianza, l’amicizia e il rispetto verso il prossimo che emergono fin dalle prime righe. Per quanto riguarda la famiglia di Brystal ho trovato tutti i personaggi ben delineati e caratterizzati, mi sono innamorata dei due fratelli così diversi tra loro, e spero di leggere ancora di queste due figure nei prossimi volumi. 

La seconda parte è molto più movimentata perché c’è un viaggio, ci sono creature incantate, ci sono gli altri ragazzi che accompagneranno Brystal nella sua avventura. Ho provato fin dall’inizio interesse per Lucy, una ragazzina dal carattere testardo e dallo spirito burrascoso. I ragazzi studiano alla scuola di magia di Madame Tempofiero, una figura frizzante, ma anche molto ambigua. 

Insomma un’avventura colma di temi molto attuali con personaggi che entrano nel cuore. Non vedo l’ora di leggere il secondo volume.

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Abbandonato sulle strade di agosto di Itō Takami | Recensione

È l’ultimo giorno di agosto e il sole picchia spietato su Tokyo. Entro poche ore Atsushi, oltre a compiere trent’anni, divorzierà da sua moglie Chieko. Così, mentre fa il giro dei distributori di bibite della città per rifornirli di lattine, racconta alla collega Mizuki come il suo matrimonio sia naufragato in un mare di incomunicabilità. Quando si erano conosciuti ai tempi dell’università, Atsushi voleva diventare uno sceneggiatore di film, mentre Chieko l’editor di una prestigiosa rivista. Ma la vita ha riservato a entrambi un destino differente. In una capitale giapponese frenetica e allo stesso tempo sonnolenta, dove l’umidità estiva avvolge ogni cosa e fa tremolare i contorni degli edifici, Atsushi percorre le strade della metropoli in ansia per il proprio futuro ma nutrendo nel cuore un’ultima, segreta, speranza.

Abbandonato sulle strade di agosto è un romanzo breve che tratta delle fasi della rottura di un rapporto. 

Il protagonista è il trentenne Atsushi, il quale, durante una giornata di lavoro, si confida con la collega Mizuki. Le racconta dei suoi problemi, che è prossimo al divorzio e le narra di come è nata la storia tra lui e Chieko.

Ho trovato lo stile di Takami immersivo ed emotivo. La problematica del rapporto tra Atsushi e Chieko è sicuramente il non dialogo, non si sono mai parlati apertamente partendo dalle piccole cose, e insieme a questa incomunicabilità della coppia nascono altri disagi, come la frustrazione personale a livello lavorativo. Entrambi sono dei sognatori, ed entrambi desiderano fare un lavoro ben preciso, ma sappiamo che la vita ci pone dinanzi a delle decisioni, soprattutto se hai delle spese da affrontare. Mano, a mano che si va avanti nella lettura, il loro rapporto va a deteriorarsi fino ad arrivare all’apice, alla cosidetta “goccia che fa traboccare il vaso”.

Nel corso della lettura ho provato a mettermi nei panni sia di Chieko che di Atsushi, e con lo stile dell’autore non mi è risultato difficile, anzi. Entrambi i personaggi hanno i loro disagi, i loro dispiaceri, e, indipendentemente da come degenera la loro relazione, ho provato pena per entrambi. Nel breve racconto di Takami si sottolinea non solo le problematiche di coppia, ma anche di quanto sia importate stare bene con se stessi. Sia marito e moglie a un certo punto iniziano a sentirsi insoddisfatti della propria vita, si sentono non all’altezza del partner, si focalizzano sui difetti propri e altrui, invece di pensare ai lati positivi, a come migliorarsi, ma l’insoddisfazione spesso porta il morale a terra e i due coniugi si perdono in una situazione di fermo. 

Una storia concentrata, intensa, che narra di una relazione finita e di tutte le sfaccettature emotive che si scontrano in questo percorso. 

#Profottofornitoda @Lindau