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L’avvelenatrice. Marie-Madeleine d’Aubray di Dumas | Recensione

L’avvelenatrice. Marie-Madeleine d’Aubray di Dumas | Recensione

L’avvelenatrice. Marie-Madeleine d’Aubray

Alexandre Dumas

Prima di conoscere la fama grazie alle sue opere più celebri, Alexandre Dumas si dedicò alla stesura di romanzi che narravano i crimini più efferati e storicamente noti. “L’avvelenatrice” fa parte proprio dei suoi “Crimes Célèbres” e racconta la storia della marchesa di Brinvilliers, spietata serial-killer del XVII secolo che per rendiconto personale non si fece scrupolo di uccidere, avvelenandoli, parenti e conoscenti.

A ventott’anni  la marchesa di Brinvilliers era in tutto lo splendore della beltà: di statura piccola, ma di forme perfette, aveva volto tondo, d’incantevole leggiadria. 

La cronaca di una serial killer del XVII. 

Tutti conoscono Dumas per le sue opere più celebri come Il Conte di Montecristo e I tre moschettieri, ma pochi sanno che ha realizzato anche una serie di racconti che narrano i crimini più efferati e storicamente noti. 

In uno scenario parigino del seicento, il racconto narra la storia della Marchesa Brinvilliers e del suo amante, di come la donna si avvicina all’arte dei veleni, dei suoi peccati e dei suoi vizi. Il lettore segue la vicenda e gli enigmi del caso.

Mi piacciono molto le storie che prendono spunto da avvenimenti storici e per quanto abbia trovato interessante  la storia della Marchesa, purtroppo il racconto non mi ha molto coinvolta. Più che un racconto Dumas fa una cronaca dei crimini, prendendo in considerazione fonti attendibili. Proprio per come sceglie di narrare la storia Dumas, i personaggi sembrano non avere molto corpo perché il tutto appare distante e per questo motivo non sono riuscita a farmi coinvolgere particolarmente dalla lettura. 

L’edizione realizzata dalla casa editrice AbEditore è spettacolare, pensata e lavorata nel minimo dettaglio e in linea con la storia cruenta e misteriosa. La grafica particolare di questo piccolo libro non riguarda solo la copertina, ma anche l’interno con un’impaginazione chiara e una attenta scelta dei font utilizzati. 

Anche se la lettura non mi ha particolarmente esaltata, trovo che sia comunque un libro da leggere per esplorare un Dumas non molto conosciuto, e poi questa edizione è uno spettacolo per gli occhi. 

Stefania Siano

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