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Le notti bianche di Dostoevskij | Recensione

Le notti bianche di Dostoevskij | Recensione

Le notti bianche

Dostoevskij

Un giovane sognatore, nella magia vagamente inquieta delle nordiche notti bianche, incontra una misteriosa fanciulla e vive la sua “educazione sentimentale”, segnata da un brusco risveglio con conseguente ritorno alla realtà. Un Dostoevskij lirico, ispirato, comincia a riflettere sulle disillusioni dell’esistenza e dell’amore nell’ultima opera pubblicata prima dell’arresto e della deportazione, esperienze che modificheranno in maniera radicale e definitiva la sua concezione dell’uomo e dell’arte. In questa edizione, al celebre racconto viene affiancata la visione “diurna” di Pietroburgo contenuta nei feuilletons che compongono la Cronaca di Pietroburgo, vero e proprio laboratorio per la scrittura dostoevskiana. Lo stretto legame tra pubblicistica e letteratura, che accompagnerà Dostoevskij negli anni della maturità, viene così a manifestarsi fin quasi dal suo esordio.

All’improvviso m’era sembrato che tutti volessero abbandonare me,  solitario, e che tutti da me s’allontanassero. Certo chiunque si sentirà in diritto di chiedere: chi sono mai questi tutti? Poiché ormai sono otto anni che vivo a Pietroburgo e non sono stato in grado di intrecciare quasi nessuna relazione. Ma a che mi servono le relazioni? 

Mi sono approcciata alla letteratura russa con Bulgakov (con Il maestro e Margherita), autore che non ho molto apprezzato, quindi mi sono avvicinata con molta cautela a Dostoevskij, pensando di trovare uno stile simile al suo collega. 

Le notti bianche è una storia magica e surreale. 

L’autore narra di un protagonista solo, ma che non vede la sua solitudine come un qualcosa di negativo, semplicemente si è adattato e ha imparato a osservare tutto ciò che gli capita intorno, ad ascoltare e a riflettere. Il mondo del giovane sognatore, che ha sempre vissuto una vita tranquilla e senza sconvolgimenti, viene travolto dall’incontro di una giovane donna. Così la  solitudine viene spazzata via dal desiderio e dall’amore che prova il protagonista per Nasten’ka.

Il lettore riesce facilmente a empatizzare  con il protagonista, il quale mantiene una linea coerente e di crescita: esce dal gusto di solitudine, viene trascinato nel vortice dell’amore per poi cadere nel baratro della realtà. 

Dostoevskij propone al lettore una storia delicata con uno stile poetico. La trama è lineare e l’ambientazione che crea l’autore è magica e surreale. Ho adorato lo stile, anche se ci sono alcune parti che, personalmente, ho trovato un po’ prolisse.

Le notti bianche non è solo una storia che parla di amore, ma tratta di solitudine, di sogni e di realtà nell’incantevole cornice innevata di Pietroburgo. 

Stefania Siano

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