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Intervista a Tranquilli Maria Donata

tranquilliPresentati.

All’età di tredici anni Tranquilli Maria Donata partecipa al suo primo concorso letterario con la poesia: “Quartiere di periferia” aggiudicandosi un ottimo piazzamento e la pubblicazione dell’opera. All’età di ventuno anni pubblica il suo primo romanzo ottenendo un discreto successo nella città natale.

Dopo gli studi, Tranquilli decide di pubblicare con lo pseudonimo Cassandra GREEN  il suo secondo romanzo: I Figli Dell’Ombra. Un thriller/noir che riscuote subito un grande successo vendendo più di 2000 copie in poche settimane.

Attualmente gestisce un blog: Passione Libro e un gruppo su Facebook dove aiuta autori esordienti a promuoversi. Nel tempo libero, quando non è impegnata a passeggiare con i suoi amati cani, viaggia on the road per il mondo.

 

Come è nata la passione per la scrittura?

Un po’ per caso. Ho incominciato ad inventare storie da bambina, poi crescendo ho sentito il bisogno di metterle su carta. L’idea di intraprendere questa strada mi è venuta a ventuno anni. Una persona di cui mi fido mi disse di non mollare, e io l’ho ascoltata.

 

Qual è il tuo stile?

Semplice e diretto. Penso che lo scopo di un buon scrittore sia di essere alla portata di tutti e non solo di chi ha un certo grado di istruzione.

 

Il genere letterario che preferisci di più?

Fantasy, fantascienza. Però onestamente amo leggere i libri belli, il genere a cui appartengono non mi importa.

 

Quale genere letterario non ti piace?

Erotici e romantici.

 

Come nascono le tue storie?

Dipende, ogni libro ha la sua storia dentro la storia.

La Terza Galassia – Jess Jefferson l’ho scritto che avevano poco più di 20. È il primo romanzo che ho scritto in vita mia. L’ispirazione mi venne dalla 2° trilogia di Star Wars, infatti ci sono dei piccoli riferimenti sparsi qua e la.la-terza-galassia-jess-jefferson

 

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?

In tutti. Protagonisti, antagonisti e comparse. Soffrire con loro mi aiuta a descrivere meglio le loro emozioni, a renderli veri.

 

Come è nata la tua ultima opera?    

La mia ultima opera è I Figli Dell’Ombra. Un thriller/ noir che ho pubblicato a Febbraio 2016 e che mi ha dato molte soddisfazioni. Io non sono una persona che segue gli schemi, non pubblico i libri nell’ordine in cui li ho scritti.

 

 

Stai lavorando a qualche altro libro?

Si ad un thriller. Ho scritto la prima metà quindi per ora preferisco non dire molto se non che sarà ricco di colpi di scena.

 

Il tuo sogno?

Il mio sogno è di vincere alla lotteria così avrei i soldi per girare il mondo.

 

Contatti:  https://www.facebook.com/ifiglidellombra/?ref=bookmarks
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Intervista a Melania Mieli

Melania Mieli - Intervista- Stefania Siano OfficialPresentati.

Melania Mieli è lo pseudonimo che utilizzo per pubblicare i miei romanzi. La decisione di tenere segreta la mia identità deriva dalla incompatibilità che percepisco tra la mia vita personale e il desiderio di essere sincera nella scrittura. A Dicembre 2015 è uscito per la casa editrice Lettere Animate il romanzo di genere erotico “Il Tredicesimo Periodo”. Ho aperto un blog e da quella esperienza è nato un nuovo romanzo intitolato “Il Piano dei Conti” la cui pubblicazione è prevista per la fine del 2016 a cura della casa editrice Milena Edizioni.

Come è nata la passione per la scrittura?

La passione è nata giocando a fare la scrittrice. Negli anni del liceo ho scritto orrendi gialli e patetiche storie d’amore, esperienze insignificanti da un punto di vista letterario ma che mi hanno dato la consapevolezza che “disciplinare” alcune emozioni con un mezzo razionale come la scrittura mi faceva stare bene. Per molti anni ho scritto per imparare a scrivere. Elaboravo schede di personaggi e trame ma a ogni tentativo, a seconda dell’umore, concludevo che i risultati erano o fallimenti o banalità.

Fino a maggio del 2015 ero piuttosto convinta di confinare la passione per la scrittura a mero uso privato. Poi c’è stato un avvenimento importante nella mia vita che ha rimesso in discussione molte mie convinzioni. Ho scelto di dare dignità e importanza a ogni parte di me. Ho preso coraggio e proposto ad alcune case editrici “Il Tredicesimo Periodo”.

Qual è il tuo stile?

La dualità fa parte anche del mio stile di scrittura. Non sono un -citando il film “Vanilla Sky” di Crowe- “rimanda-piaceri”, quando ho l’ispirazione ho bisogno di scrivere immediatamente l’ossatura del romanzo. In questa fase seguo la dottrina e tecnica della prosa moderna articolata in 30 punti proposta da Kerouac, in particolare il punto 28: “Componi in modo scatenato, indisciplinato, puro, procedendo dal basso, più folle è meglio è”. Terminata la prima stesura, inizio la seconda fase di revisione. È un momento al quale dedico la massima attenzione e che può impiegare anche il triplo del tempo dedicato alla fase precedente.

Il genere letterario che preferisci di più?

Sono una lettrice onnivora al 98%. Quando mi trovo dalla parte di chi sceglie se acquistare o meno un libro mi baso su criteri differenti dal genere.

Quale genere letterario non ti piace?

Non ci sono generi letterari che escludo a priori. Di solito non leggo libri horror, non perché non mi piacciano ma per il motivo che non mi piace essere spaventata, cerco altre emozioni dalla lettura.

Come nascono le tue storie?

Fino a questo momento, sono nati prima i personaggi e poi l’arco narrativo. Canali privilegiati di ispirazione per disegnare i caratteri e i tratti fisici dei miei personaggi sono: il cinema, la televisione, la fotografia, i social network, la letteratura e le mie esperienze di vita.  

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?

Fantastico di essere i miei personaggi, più come esercizio di recitazione piuttosto che evasione. I miei personaggi non sono dei “vorrei ma non posso”; sono frutto della mia immaginazione, certo, ma solo nel senso che sono stata io ad assegnargli la forma e il contenuto e a usare le mie esperienze di vita per alimentare l’invenzione letteraria. Non utilizzo la scrittura come strumento per raccontare i fatti miei e trovo piuttosto limitante questa moda contemporanea che consiste nel cercare sempre qualcosa dell’autore in una sua opera.

 

Come è nata la tua ultima opera?

Il Tredicesimo Periodo è un progetto che tra alti e bassi fa parte della mia vita dal 2003. La visioneMelania Mieli - Intervista- Stefania Siano Official del film di Bertolucci, The Dreamers, e soprattutto l’interpretazione di Eva Green ha acceso qualcosa in me e ha profondamente suggerito i tratti distintivi del carattere di Estelle. Ho preparato e affinato una scheda personaggio che è rimasta chiusa in un cassetto virtuale per anni, più di cinque. La trama è maturata tempo dopo, grazie a numerose influenze: il romanzo fantasy di Jacqueline Carey, Il Dardo e la Rosa, mi ha fatto capire che “inventariare” le modalità con cui rappresentare il desiderio, seppur semplicistico, segna un sentiero agevole dal quale partire per trovare la propria strada; una puntata di Annozero (programma di approfondimento presentato dal giornalista Santoro) mi ha fatto conoscere gli effetti fiscali positivi della legalizzazione della prostituzione; i numerosi workshops sul tema della sessualità che ho frequentato mi hanno permesso di conoscere l’ambiente BDSM della mia città e i meccanismi che vi si celano dietro. Nel 2010 ho iniziato la prima stesura il romanzo, a fine 2015 ho scritto la parola “fine”.

Stai lavorando a qualche altro libro?

Sto scrivendo un altro libro ma dubito – in questo momento – che lo pubblicherò.

Il tuo sogno?

Partecipare attivamente nel breve periodo a una rivoluzione femminista. Partendo dalla televisione e arrivando ai cattivi esempi della politica, penso che la figura della donna sia uscita svilita da questi ultimi 25 anni di storia, soprattutto italiana. Non vedo oggi una maggiore consapevolezza di prima, anzi percepisco molta più dipendenza da convenzioni sociali imperanti e nello stesso tempo una decadenza totale della sessualità. Sento che i tempi sono maturi per una nuova fase che permetta alle donne di reagire con strumenti all’avanguardia alle ingiustizie di cui sono quotidianamente vittime.

Contatti:
melania.mieli@gmail.com
https://www.facebook.com/MelaniaMieli/

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Intervista a Flavia Cantini

Flavia CantiniPresentati.
Allora, che dire di me… Classe 1987, sono una ragazza sognatrice, ricca di fantasia e immaginazione, con un passato nel settore video e un presente nel Social Media Marketing e comunicazione. Appena riesco mi ritiro in un mondo tutto mio, un mondo fantastico, libero, dove esprimere me stessa per come sono, non certo ordinaria ne semplice. Amo viaggiare, leggere, scrivere, sono social e metal addicted, mi piace la notte più del giorno, sono Flavia 😀
Come è nata la passione per la scrittura?
E’ nata il 20 marzo 1987, proprio come me 😀 A parte gli scherzi, è qualcosa che ho sempre avuto, una passione innata. Infatti, già a sei anni, scrivevo le prime “favolette” e a dieci mi cimentavo con sceneggiature di miei ipotetici film. Diciamo che non è nata, ma c’è sempre stata e mi accompagna tuttora, senza mai abbandonarmi. E ora non scrivo solo più narrativa ma anche articoli come blogger e copywriter per la comunicazione sul web e portali di viaggi.
Qual è il tuo stile?
Il mio è uno stile che va dritto al punto, che non si perde in mille giri di parole. Uno stile immediato. E, dicono, uno stile che riesce a far vedere le situazioni e i personaggi che descrive. Uno stile visuale.
Il genere letterario che preferisci di più?
Fantasy e drammatico. Adoro le storie epiche, intense, emozionanti. Avete presente “Il signore degli anelli” di Tolkien? Ecco un buon esempio eheh
Quale genere letterario non ti piace?
Il comico e la commedia. Davvero non sono nelle mie corde, io preferisco il drammatico, storie intense, sofferte, con dilemmi.
Come nascono le tue storie?
Per ispirazione. Diciamo che non è nulla di premeditato ne di organizzato ma, semplicemente, un bel giorno, inizia a balenarmi in testa qualche frammento di un’ipotetica trama: un personaggio, una frase, un’emozione… Da quel momento so che a breve, lasciando la mente libera di fantasticare, verranno a trovarmi altri elementi fondamentali fino a che non avrò chiara l’intera storia. Nascono così, come dico sempre, venendomi a trovare e scegliendo proprio me come “tramite” tra loro e il mondo reale.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Immedesimarmi no ma hanno sempre qualcosa di me. Un lato del carattere, una prova da superare,Il professionista Autore: Flavia Cantini un pensiero, un’idea… Qualcosa di me in loro non può mai mancare.

Come è nata la tua ultima opera?
Il mio romanzo più recente dal titolo “Il professionista” mi venne in mente nel 2011, durante una mia passeggiata solitaria sulla spiaggia in una giornata invernale e uggiosa. Come per tutti gli altri romanzi, anche questa volta la storia è venuta a trovarmi da sola. E’ l’ispirazione a guidarmi, mi balena in mente all’improvviso un frammento della storia e da lì comincio a lavorarci. Poi, in questo particolare romanzo, mi ha ispirato la difficile situazione economica di questo periodo, la difficoltà e la povertà di molti, soprattutto giovani e “over”.

Stai lavorando a qualche altro libro?
Attualmente no. L’idea c’è, qualche abbozzo di trama comincia a ronzarmi in testa ma al momento non riesco a concentrarmi su una nuova storia. Penso che il mio ultimo romanzo “Il professionista” uscito a Maggio 2016 abbia ancora molto da dire, debba prendersi il giusto tempo per farsi conoscere il più possibile e vorrei dedicarmi alla sua promozione.

Il tuo sogno?
Ne ho mille J Dal punto di vista professionale desidero davvero che decolli la mia carriera nella comunicazione/social media marketing, ho sempre investito tutte le mie energie nella costruzione di una solida e soddisfacente carriera. In campo letterario, invece, spero che un giorno i miei romanzi possano essere conosciuti da un pubblico molto ampio e di poter ottenere un riconoscimento per i miei personaggi e le mie storie.

Contatti:  Pagina Facebook Flavia Cantini Filmaker e Scrittrice
Twitter: Dreamerflavy
Blog letterario: flaviascrittrice.blogspot.com

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Intervista a Eleonora Scali

Eleonora ScaliPresentati.
Sono nata a Firenze. Dopo la laurea alla Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori, ho lavorato quasi vent’anni in grandi aziende del centro e nord Italia come addetta stampa e relazioni esterne.

Come è nata la passione per la scrittura?
Dal 2005 ho iniziato a indirizzare la mia passione di scrittrice dal lavoro tecnico-giornalistico alla narrativa. Ho frequentato seminari e laboratori di scrittura e iniziato a pubblicare racconti su riviste letterarie. Nel 2012 ho esordito col romanzo “Un fiume di guai” edito da E-pigraphe, un’opera di estrema attualità visti i recenti scandali di mafia capitale, perché affronta proprio il tema delle infiltrazioni malavitose nelle istituzioni e nel tessuto economico. Il mio secondo lavoro, dal titolo “Uomini bestiali e animali umani”, è appena uscito a cura di Lettere Animate Editore.
Qual è il tuo stile?
Ironico e sarcastico. Mi piace far riflettere il lettore su temi anche scottanti o scomodi con leggerezza, possibilmente strappandogli un sorriso. Per apprezzare ciò che scrivo è sicuramente necessario uno spiccato senso dell’umorismo.
Il genere letterario che preferisci di più?
Leggo di tutto, dai classici ai contemporanei, sia autori stranieri che italiani. Recenti letture che mi sono rimaste nel cuore sono ad esempio: Cecità di Saramago, Gli sdraiati di Michele Serra, La trilogia della città di K di Agota Kristof. Tutti bellissimi e completamente diversi uno dall’altro.
Quale genere letterario non ti piace?
Non amo molto i fantasy e i romanzi storici, ma devo dire che ne ho letto qualcuno davvero meritevole.
Come nascono le tue storie? E, i tuoi personaggi? Ti immedesimi in loro?
Quando scrivo mi ispiro sempre alla realtà. Di solito l’ideazione della storia parte da un messaggio che Uomini bestiali e animali umanivoglio dare. “Uomini bestiali e animali umani” ne è l’esempio lampante. Con quest’opera, che è un’antologia di racconti, volevo dare il mio punto di vista su vari aspetti della vita attuale: bullismo, maternità, politica, sfruttamento degli animali, delinquenza giovanile, omofobia, razzismo. Riguardo ai personaggi, li costruisco in modo funzionale alla storia ma per fare in modo che siano credibili e verosimili pesco dalla vita di tutti i giorni. Persone che incontro, che ho conosciuto, delle quali mi è stato raccontato o ho letto qualcosa. Il commendatore del racconto “L’incidente” ad esempio è la macchietta di un mio vecchio datore di lavoro, la madre psicopatica di “Un uomo fortunato” è l’estremizzazione della mamma di un mio amico, il bulletto di “Nebbia e Nuvola” è ispirato a certi figli di papà della Milano bene che ho incontrato quando vivevo in quella città.

Come è nata la tua ultima opera?
Il libro è nato per caso, un po’ alla volta. Mi interessava scrivere di un argomento e lo facevo. Completato un racconto lo mettevo in un cassetto conscia che difficilmente un editore prende in considerazione un singolo racconto e che perfino una raccolta di racconti spesso incontra poco interesse sia editoriale che di pubblico. Pian piano gli scritti sono diventati parecchi e mi sono resa conto che molti avevano un filo comune, l’attualità e gli animali, forse perché li amo moltissimo ne infilavo sempre uno nella storia. Così ho raccolto in un’antologia quelli che avevano queste caratteristiche e li ho mandati a vari editori. Lettere Animate ha risposto dopo pochissimo dicendo che le mie storie l’avevano incuriosito.

Stai lavorando a qualche altro libro?
Da alcuni anni mi sono data alla letteratura per l’infanzia. Ho ideato una collana di favole personalizzate per bambini sotto il marchio “My fairy tale”. Trovo comunque il tempo anche per altri progetti. Ho da poco terminato un libro di viaggio dal titolo provvisorio “Il Polo Opposto” che è in fase di revisione.
Il tuo sogno?
Essere letta da tanti e che i miei lettori si divertano.
Contatti:
Pagina del libro UOMINI BESTIALI E ANIMALI UMANI: https://www.facebook.com/uominibestialieanimaliumani?fref=ts
Profilo Facebook: https://www.facebook.com/eleonora.scali.7?fref=ts
Pagina delle FAVOLE PERSONALIZZATE:  https://www.facebook.com/favole.personalizzate.Myfairytale/?fref=ts
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Intervista a Jessica Verzeletti

Lucifer e i Cavalieri della lucePresentati.
Ciao mi chiamo Jessica Verzeletti, nata il 24 Ottobre 1990 a Brescia. Attualmente vivo in provincia di Bergamo e sono sposata. Sono appassionata di angelologia, paganesimo, discipline olistiche e cristalloterapia, sto infatti riempiendo la casa di cristalli e colleziono statue di fate ed angeli ;).

Come è nata la passione per la scrittura?
Scrivo da più di 10 anni con una collega, e tutto è nato proprio sui banchi di scuola, principalmente anche prima ho sempre utilizzato la scrittura come una via di sfogo, tenendo diari dei miei stati d’animo, poi la cosa è mutata scrivendo delle vere e proprie storie.

 

Qual è il tuo stile?
Penso che ogni autore abbia uno stile proprio e le classiche “etichette” non mi piacciono per niente. L’unica cosa che posso dire sul mio stile è che preferisco scrivere nel modo più semplice possibile, in modo di dare la possibilità a chiunque, anche chi non è appassionato di lettura, di leggere qualcosa di scorrevole, non troppo pesante e nemmeno infinito, evitando anche paroloni complicati che non avrebbero nemmeno senso utilizzare per fare “bella figura”. Cerco di non rendere i miei romanzi troppo lunghi, anche se spesso dipende dall’ondata d’ispirazione che arriva per creare la storia in se. Le mie storie sono principalmente tutte dei Fantasy e Young adult.
Il genere letterario che preferisci di più?
Fantasy e Young Adult. Siccome sono anche un appassionata di Angelologia, paganesimo ed esoterismo, non mi faccio mancare letture che propongono questo genere.
Quale genere letterario non ti piace?
Romanzi rosa. Non mi piacciono le storie sdolcinate. La maggior parte propongono ipotetiche storie d’amore assolutamente irreali con coincidenze assurde, creando fantasie di rapporti di coppia che probabilmente non accadranno mai. Ma lasciano semplicemente fantasticare sull’amore le ragazzine in cerca del vero amore e le donne dai cuori infranti. Lo so… forse sono un po’ severa con questo giudizio J.
Come nascono le tue storie?
Le mie storie nascono per diversi motivi ed ispirazioni, alcune da mie esperienze personali che mi hanno dato una “spinta” per creare il romanzo, altre semplicemente i miei interessi (infatti il mio primo romanzo è nato per il mio interesse all’Angelologia), ed altre ancora… Bhe… nessuno mi crederà ma mi è capitato di sognare vere e proprie trame. Sognare ad occhi aperti vi chiederete? No! Sogni notturni veri e propri! Tutti noi sogniamo la notte, ed alcuni miei sogni mi sono piaciuti talmente tanto che ho deciso di creare delle storie.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Mi capita di immedesimarmi in molti dei miei personaggi, ma dipende da come mi ci sento legata e da come è nata la storia da cui è stato forgiato, altri personaggi che possono essere considerati secondari cerco di tenere distanze, perché se mi immedesimassi in tutti credo che verrebbe un disastro e non vedrei lucidamente la storia che sto creando, anche se ogni personaggio creato avrà sempre e comunque un legame con lo scrittore, altrimenti non avrebbe senso la sua creazione. Credo che ogni personaggio che sia secondario o meno rifletta sempre qualcosa dell’autore, ed ha sempre un messaggio da darci.
Come è nata la tua ultima opera?
Se devo considerare la mia ultima opera pubblicata, in questo momento in self publishing e forse prossimamente pubblicato con una casa editrice (incrociamo le dita :D), è nata esclusivamente da mie esperienze personali, sia negative che positive, e specialmente legato ad un mio percorso personale che ho cominciato due anni fa ed ancora prosegue. Un cammino che nella sua fatica sta dando i suoi frutti.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Si, anche se spesso e volentieri sono sempre in balia del blocco dello scrittore, mi concedo lunghi momenti di pausa e di riflessione, aspettando che l’ispirazione arrivi da se senza sforzare. Attualmente ci sono due racconti in work in progress più una trama che si vedrà in futuro se prenderà vita. Ovviamente puntualizzo che c’è sempre lavora da fare anche con la mia collega con cui scrivo da una vita.
Il tuo sogno?
Il mio sogno sarebbe diventare un Operatore olistico e praticarlo ufficialmente come lavoro mantenendo costante la mia passione per la scrittura. Ho sempre voluto essere utile per gli altri, specialmente quando si tratta di aiutare le persone in difficoltà.
Contatti: www.sognaescrivi.altervista.org.
Twitter: Sogna&Scrivi
Verzeletti90@gmail.com
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Intervista ad Alessandra Toti


Alessandra Toti - Intervista - Stefania Siano OfficialPresentati.

Ciao, mi chiamo Alessandra Toti, sono nata a Sarnico, in provincia di Bergamo, il 26 giugno 1988. Scrivo dalla più tenera età e quando ho concluso le scuole superiori ho deciso di gettarmi con anima e testa per produrre piccole saghe di romanzi.

Come è nata la passione per la scrittura?
Leggendo romanzi fantasy di altri autori, soprattutto gli urban ed i young adult, il mio genere preferito. Seguendo le vicende di alcuni personaggi, ho desiderato anch’io poterne inventare di nuovi e speciali da mettere in un contesto e manovrare le loro vite a mio piacimento.

Qual è il tuo stile?
Solitamente osservo fatti reali che accadono attorno a me, negativi o positivi che siano, ed applicando la mia fantasia li plasmo a mio piacimento. Definisco il mio stile “Cheshire Khan”, citando il mio soprannome Stregatta Khan 😀

Il genere letterario che preferisci di più? Alessandra Toti - Intervista - Stefania Siano Official
Come già detto i fantasy young adult ed urban fantasy.

Quale genere letterario non ti piace?
I
saggi storici e scientifici, per quanto abbiano una certa rilevanza nella nostra esistenza, li ritengo troppo noiosi.

Come nascono le tue storie?
Semplicemente sono sempre stata dotata di una spiccata fantasia.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sempre, è il modo migliore che conosco per riuscire a manovrare le loro azioni e forgiarne le vicende.

Come è nata la tua ultima opera?
Ho conosciuto alcune persone che hanno segnato la mia esistenza, sia positivamente che negativamente, e tutto ciò mi ha spinto a raccontare alcune vicende con la mia dote di trasformarle in storie di fantasia e magia.

Alessandra Toti - Intervista - Stefania Siano Official
Stai lavorando a qualche altro libro?

Sì, a dir la verità sto cercando di concludere gli ultimi volumi delle mie tre saghe, poi ho alcune storie a sé da fare, probabilmente saranno libri singoli.

Il tuo sogno?
Mi piacerebbe che i miei libri venissero conosciuti anche in capo al mondo e… chissà, magari vedere delle trasposizioni cinematografiche sarebbe bello.

 

Contatti:
Facebook: https://www.facebook.com/Fushichou
twitter: @Stregatta_Khan
e mail: ale7th@gmail.com
blog: stregattakhan.altervista.org

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Intervista ad Alessia Martinis

la riserva umana-alessia matinisPresentati.
Mi chiamo Alessia, ho trent’anni, sono nata a Trieste ma vivo a Udine. Amo la natura e gli animali, specialmente i cani, e sono un’appassionata di creme e rimedi fai-da-te. Sono timida e un po’ pigra.
Come è nata la passione per la scrittura?
Ho incominciato a scrivere all’incirca due anni fa, quando ho deciso di mettermi in gioco con una passione che avevo da bambina ma che ai tempi delle superiori, visti i numerosi “bacchettamenti” nei temi d’italiano, avevo deciso di accantonare. Ho iniziato con una frase su Fb, buttata lì, una mia amica l’ha letta e ha detto “Perché non ci fai su una poesia?” e da lì è iniziato il mio percorso che è sfociato con la prima pubblicazione, una silloge poetica “Frammenti di emozioni discontinue”.
Quale è il tuo stile?
Uno stile conciso, asciutto e piuttosto crudo nelle descrizioni, basato sul punto di vista del protagonista. Ho scelto inoltre di scrivere libri abbastanza brevi e concentrati nell’azione.
Il genere letterario che preferisci di più.
Fantascienza e fantasy.
Quale genere letterario non ti piace.
Non mi piace il romanzo rosa fine a se stesso, impregnato di romanticismo e di coincidenze pocoAbisso-alessia martinis credibili.
Come nascono le tue storie?
In generale, una storia nasce da un messaggio che vorrei trasmettere, da una situazione che mi ha ha fatto riflettere oppure dal classico what if..? Nello specifico, con “La riserva umana” l’idea di fondo è “animalista” ovvero “Cosa succederebbe se gli umani fossero trattati dagli alieni come vengono trattati molto spesso gli animali?” Lo spunto per questo libro è stato trasporre l’idea di zoo, allevamenti intensivi e territorio di caccia, creando una riserva dove sono rinchiusi gli ultimi superstiti della razza umana. In Abisso l’idea era di ritornare all’immagine iniziale di vampiri, ovvero esseri visti come l’incarnazione del male. In “Il viaggiatore dei sogni”, un fantasy per ragazzi, invece l’idea alla base era di giocare un po’ su cosa è sogno e cosa realtà.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
In certi personaggi mi sono immedesimata totalmente, mentre per altri, con caratteri diversi rispetto al mio, ho mantenuto le distanze, cercando comunque di ragionare col loro cervello per mantenere un filo di coerenza.
Come è nata la tua ultima opera?
La mia ultima opera, che dovrebbe uscire a breve, è nata da una riflessione sul fatto che le persone non sappiano accontentarsi e a volte non abbiano voglia di cambiare la situazione con i propri sforzi, ma si affidino a qualche “via facile”.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Vorrei risistemare un fantasy distopico che è un po’ la spina nel fianco per quanto riguarda trama e sviluppo dei personaggi, così spero di riuscire in qualche modo a salvarlo. Vorrei anche dare una seconda sistemata a due racconti. Poi basta, non credo ci sarà un seguito, ma penso che la mia avventura nel mondo della scrittura sia giunta a termine.
Il tuo sogno?
Mi piacerebbe riuscire a trovare lavoro nell’ambito della cinofilia e riuscire ad aprire un rifugio per cani anziani.
Contatti: alessiamartinis@hotmail.it
Facebook: alessia rocchi

 

 

Intervista all’autore: Ester Trasforini

Intervista all'autore: Ester Trasforini "La principessa sbagliata"Eccoci con il primo post di “Intervista all’autore” o come è chiamata la rubrica “Intervista a Scrittori Criccosi”.
Oggi ho il piacere di presentare Ester Trasforini, un’autrice prossima all’esordio con il suo libro “La principessa sbagliata”, disponibile da maggio ed edito dalla Gainsworth Publishing.

Ester raccontaci un pò di te e di come è nata la passione per la scrittura.

Salve a chiunque stia leggendo!
Dunque, cosa dire di me? Sono una ragazza emiliana di ventisei anni che ha sempre amato le storie di fantasia. La mia passione per la scrittura è nata letteralmente quando ho imparato a scrivere: in prima elementare ho cercato di creare un libro sui gatti e da allora non mi sono più fermata. Le storie sono il mio ossigeno, non potrei vivere senza.

La trama ci proietta a un fantasy che rompe gli schemi della tradizionale fiaba o del tradizionale epic fantasy. Qual è la genesi di questo lavoro?

L’idea è nata per gioco tre anni fa: stavo cercando di studiare le caratteristiche delle fiabe e mi sono resa conto che fin troppo spesso i personaggi vengono associati solo a determinati stereotipi. L’eroe, per esempio, di solito è un giovane dal cuore puro, mentre l’antagonista è un mostro malvagio che viene sconfitto per ottenere delle ricchezze e/o una fanciulla; i personaggi femminili nelle fiabe classiche hanno quindi la stessa funzione di un oggetto, perché sono l’obiettivo finale del protagonista. Io ho voluto giocare con questi elementi e mi sono divertita a mescolarli a mio piacimento: così al posto del cavaliere senza macchia ho inserito come eroina una boscaiola poco socievole che all’inizio pensa solo a guadagnare soldi. Anche la principessa non è quello che sembra, ma non dirò altro per evitare spoiler.

In quale personaggio ti rispecchi?

Nessuno dei miei personaggi è la mia copia esatta, ma allo stesso tempo tutti hanno qualcosa di me. Intervista all'autore: Ester Trasforini "La principessa sbagliata"Gemma rispecchia in alcuni momenti il mio lato più infantile e avventuroso, ma sicuramente non mi assomiglia in altri ambiti: lei per esempio detesta l’idea di prendere in mano un libro.
La principessa sbagliata, invece, ha ereditato in parte il carattere che avevo da adolescente, ma a differenza di me ha molta più determinazione e costanza in ciò che fa. Lo zombi Fiorenzo mi assomiglia poco, anche se devo ammettere che anch’io riesco a essere molto cocciuta quando voglio.

Il tuo stile prende spunto da qualche autore che ammiri?

Ci sono senz’altro autori che influenzano la mia scrittura, ma preferisco prendere piccoli spunti da ognuno piuttosto che cercare imitarne uno preciso. Per esempio, adoro il modo in cui J. K. Rowling (e Robert Galbraith) descrive i suoi personaggi, ma allo stesso tempo il tipo di romanzo che ho scritto non ha bisogno di particolari così minuziosi, quindi adatto tutto allo stile della mia storia. Allo stesso modo, ammiro tanto l’abilità di Joe R. Lansdale nel creare similitudini e personificazioni, ma il suo vocabolario “senza filtri” non si presta alla mia fiaba fantasy. Mi piace infine come William Goldman ne La principessa sposa (più conosciuto per il film La storia fantastica) abbia usato il narratore come strumento per fare ironia, cosa che io per esempio una volta non sapevo fare. Mi sono quindi esercitata revisionando il mio manoscritto, ma ho comunque privilegiato l’aspetto “cinematografico” del mio umorismo, che è basato molto di più su scene e dialoghi ispirati alle opere visive.

Qual è il tuo rapporto con la letteratura fantasy?

Molto buono, anche se particolare. Io non amo fissarmi con una sola saga o con un solo autore, quindi di solito quando finisco un libro ho bisogno di cambiare aria con qualcosa di diverso. Non è detto che cambi genere, ma di sicuro devo cambiare tematica. Negli ultimi anni, anche grazie alla Gainsworth Publishing, ho avuto modo inoltre di scoprire molti libri nuovi, che magari non sono stati pubblicizzati come quelli delle “big”, ma non per questo meritano meno. Credo che ormai per un lettore forte di fantasy sia assolutamente necessario staccarsi dai soliti noti e iniziare a osare di più, specialmente girando le fiere del settore e/o ordinando da internet.

A chi consiglieresti di leggere La principessa sbagliata?

Non so se sia un bene o un male, ma il mio romanzo non ha un’etichetta commerciale, nel senso che mentre i libri dei grandi editori spesso si classificano come “vampiri”, “distopia young adult” e via dicendo, e vengono quindi venduti a pubblico ben preciso, “La principessa sbagliata” è un’incognita. Non posso sapere in anticipo a chi piacerà, quindi, ma mi sento di consigliarlo in particolare:

– a chi adora il fantasy, ma anche a chi si è allontanato dal genere perché lo trova tutto uguale;

– a chi ha voglia di un romanzo breve che si può leggere per rilassarsi;

– a chi si diverte quando trova riferimenti/battute su storie famose;

– a chi è appassionato di animazione, manga e/o videogiochi;

– a chi non sopporta gli stereotipi sui ruoli di maschi e femmine;

– a chi ha voglia di ridere, ma senza trascurare i momenti seri;

– agli adolescenti e a chi si sente giovane;

– a chi vuole leggere di combattimenti contro un drago;

– a chi vuole leggere una storia d’amore con tanta ironia e poche sdolcinatezze;

– a chi ama l’avventura, semplicemente.

Progetti futuri?

Sicuramente voglio continuare a scrivere. Ho tante idee, ma non so ancora quali di queste sono destinate a uscire dal mio computer. La principessa sbagliata, pur funzionando come storia autoconclusiva, ha un mondo e dei personaggi che si possono ancora esplorare tantissimo, e mi dispiacerebbe molto abbandonarli per sempre. Ma per il momento preferisco concentrarmi sul mio esordio al Salone Internazionale del Libro e sperare che i lettori si interessino alla storia. Finora ho ricevuto tantissimi appoggi e, devo ammettere, noto anche un certo entusiasmo all’idea dell’uscita del mio romanzo. Spero naturalmente che questi siano ottimi segni e che tante persone vorranno viaggiare insieme a una boscaiola armata di ascia, a una principessa misteriosa e a uno zombi scorbutico.


 

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