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L’inverno della strega di Arden | Recensione

L’inverno della strega di Arden | Recensione

L’inverno della strega

Arden

Una ragazza può fare la differenza…
Mosca è in preda alle fiamme, e per salvarsi Vasja deve fuggire via, inseguita da tutti coloro che la accusano di morte e distruzione. Raggiunge così il regno della Mezzanotte, una terra magica fatta di ogni mezzanotte passata, presente e futura.
Ma rimanere lì sarebbe una condanna a morte per tutta la sua famiglia e per le sue terre…
Intanto il Gran Principe di Mosca è in preda alla rabbia e alla frustrazione, e sceglie alleati che lo condurranno su un percorso di guerra e rovina. E, mentre Medved, il fratello gemello di Morozko, sta scatenando il caos nella città stanca, un esercito di tatari si sta preparando ad attaccare e minaccia i confini della Rus.
Vasja si ritroverà nel mezzo di una guerra tra due Stati, tra religione e folklore e tra antichi fratelli.
Sarà in grado di salvare la Russia, Morozko e il magico mondo che custodisce?

«Chi sei?»
«Sono una strega» rispose Vasja. Il sangue continuava a sgorgare copiosamente dalla sua ferita e ora le gocciolava dalla mano.
«Ho colto bucaneve in pieno inverno, sono morta per mia scelta, e ho pianto per un usignolo. Ora, il mio destino non è più scritto da nessuna parte.»

Finalmente, dopo tanta attesa sono riuscita a leggere l’ultimo volume della serie “La notte dell’inverno” di Katherine Arden. Ho iniziato il primo volume “L’orso e l’usignolo” non molto entusiasta della quarta di copertina e invece la storia mi ha preso fin dalle prime pagine, facendomi innamorare dell’ambientazione e dei personaggi. Il secondo volume l’ho trovato un po’ lento, almeno per metà libro, ma si intuisce che è un capitolo di preparazione per un finale spettacolare.

Gli eventi riprendono esattamente dove ci ha lasciato “La ragazza nella torre”, Vasja si trova circondata da nemici umani e non, e una guerra imminente è alle porte.

Fin dal primo volume “L’orso e l’usignolo” si capisce il tono femminista di questa serie, la protagonista nel terzo volume ritrova se stessa, capisce cosa vuole, abbraccia anche il suo lato più oscuro, si sacrifica per il bene della sua famiglia e della Russia, ma rimane sempre ferma sulle sue certezze e in quello in cui crede.

L’ambientazione è  enigmatica e oscura, con una forte presenza fiabesca per il folklore russo. In questo capitolo conclusivo il ritmo è serrato, pagina dopo pagina il lettore viene preso dagli eventi e non riesce a smettere di leggere. Il personaggio di Vasja è in crescita e ne “L’inverno della strega” si concretizza sempre di più diventando una figura forte, indipendente, coraggiosa e astuta. Una ragazza che soffre, si sacrifica per ciò che ama, ma che non perde mai di vista ciò che desidera realmente.

Sono rimasta molto felice di come altri personaggi abbiano preso più spazio nel volume conclusivo. Tra quelli che ho amato fin dall’inizio ci sono Sasa, il fratello maggiore di Vasja, una figura forte, determinata e dal buon cuore, ho adorato l’approfondimento su padre Konstantin, il prete diviso tra il desiderio e la fede. Ma la vera scoperta è stato il cattivo principale della storia, Medved, il demone portatore di paura e di caos. Un cattivo ironico, smaliziato e lascivo che con il suo modo di fare riesce a prendersi gioco di umani e creature incantate.

Una nota che non ho molto apprezzato sono i capitoli incentrati sulla “storia d’amore” della protagonista con un personaggio. Ho trovato che stonassero con il mood della trama, anche perché fin dai primi due volumi non c’erano le premesse per questo trasporto amoroso, ma questo può essere dettato semplicemente dal fatto che non sono una persona particolarmente romantica.

La notte dell’inverno è una trilogia fantasy originale e fiabesca. Ci sono battaglie, magia, intrighi politici, tradimenti e amori. Per quel che mi riguarda è diventata la mia saga del cuore.
E voi cosa aspettate? Leggete L’orso e l’usignolo!

Stefania Siano

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