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I Baffi di Emmanuel Carrère | Recensione

I Baffi di Emmanuel Carrère | Recensione

È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo – lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie – in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l’una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro – in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto – senza un brivido di turbamento.

Avete voglia di un libro fuori di testa, ma che vi prende pagina dopo pagina?
Allora I baffi di Carrère è la storia perfetta.

Tutto parte dal protagonista (di cui non si saprà mai il nome) che un giorno, un po’ per scherzo, un po’ per uscire dalla routine della sua vita perfetta composta da una moglie amorevole, amici e un lavoro, decide di tagliarsi i baffi.

Che sia una metafora? Un gioco? Un gesto ancora più complesso? Questo lo decide il lettore, fatto rimane che dopo questa azione nessuno delle persone a lui vicine nota il cambiamento perché per loro lui non ha mai avuto i baffi. Da qui è un crescendo di situazioni assurde, deliranti, che mano, mano degenerano mettendo in dubbio chi sia il pazzo, o i pazzi. Forse è tutto un sogno? Forse un’illusione? E’ la vita reale?

Insomma di sicuro c’è una base pirandelliana sul concetto dell’identità, eppure la bellezza di questa storia è che oltre a prendere e trascinare in un turbinio di pazzia, pagina dopo pagina, lascia grande interpretazione al lettore sulla chiave di lettura di questa storia. 

Quindi se avete voglia di un libro del genere, leggetelo! Io personalmente l’ho già regalato a due persone e lo regalerò anche a natale XD

Stefania Siano

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