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L’inventore di sogni di Ian McEwan | Recensione

L’inventore di sogni di Ian McEwan | Recensione

L’inventore di sogni

Ian McEwan

Un bambino sogna a occhi aperti e immagina di far sparire l’intera famiglia, un po’ per noia e un po’ per dispetto, con un’immaginaria Pomata Svanilina; oppure sogna di poter togliere al gatto di casa la pelliccia, di farne uscire l’anima felina e di prenderne il posto, vivendone per qualche giorno la vita, soltanto in apparenza sonnacchiosa; oppure sogna che le bambole della sorella si animino e lo aggrediscano per scacciarlo dalla sua camera… Fin dalle prime pagine di questo libro ritroviamo il consueto campionario di immagini perturbanti che sono un po’ il “marchio di fabbrica” di McEwan. Specialmente nella prima stagione della sua narrativa l’autore britannico ci aveva abituato a profondi e terribili scandagli nel microcosmo della famiglia, e in quei mondi chiusi e violenti i bambini e gli adolescenti giocavano sia il ruolo delle vittime e sia quello dei carnefici. Ne “I’inventore di sogni” McEwan ritorna sul luogo del delitto, ma lo fa con un tono e uno spirito completamente diversi, scegliendo il registro sereno e sdrammatizzante per definizione: quello del “racconto per ragazzi”.

 

La gente lo considerava difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio. L’altro problema è che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. 

Più volte ho visto questo titolo in libreria, ma non mi sono mai decisa a comprarlo, nonostante la copertina e il titolo accattivanti. Alla fine, complice una delle ultime promozioni Einaudi, ho deciso di comprarlo e sono felice di essermi lasciata andare a quest’acquisto!

Non ho mai letto nulla di Ian McEwan, ma dopo questo libro sono pronta a recuperare qualche altro suo lavoro. 

L’autore realizza, con un linguaggio semplice e scorrevole, una storia per ragazzi che però non si limita alla semplice avventura, ma nasconde qualcosa di più profondo alla base. 

Peter è un bambino che, in alcuni momenti, non disdegna nello stare da solo e in silenzio a contemplare le nuvole del cielo o a perdersi nei suoi profondi pensieri. Questo atteggiamento del bambino spesso è fonte di preoccupazione da parte degli adulti che sono convinti che ci sia qualcosa che non va. In realtà Peter spesso ama stare per conto suo e fantasticare a occhi aperti, immaginando di risolvere problemi con imprese eroiche e  surreali. 

Ho adorato questo libro perché mi sono molto rivista in Peter, anche io da bambina vivevo in un mondo tutto mio e spesso fantasticavo per evadere dalla realtà, quindi sono riuscita a entrare subito in sintonia con questo protagonista, il quale da grande deciderà di diventare uno scrittore e portare su carta tutte le sue avventure.

In questo volumetto vengono narrate alcune sue imprese fantastiche che sono resi interessanti e dinamiche dallo stile fresco di McEwan.
Una lettura scorrevole e spensierata, ottima da alternare a letture un po’ più “impegnative”.  McEwan affronta con maestria e leggerezza il potere della mente, di come l’immaginazione possa essere un modo per evadere dalla realtà, ma anche un mezzo per interrogarci nel profondo e trovare le risposte ai nostri quesiti. 

Un libro che mi ha intrattenuto e mi ha anche emozionato. Lo consiglio soprattutto a chi, da piccolo, spesso si perdeva in avventure fantastiche staccando la spina dal mondo reale. 

 

Stefania Siano

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