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BlogTour: I Mercanti dell’Apocalisse di L.K. Brass

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Oggi ho il piacere di ospitare la terza tappa del BlogTour del libro I Mercanti dell’Apocalisse di L.K. Brass, edito da Giunti. La tappa consiste in un’intervista all’autore, ma prima di lasciarvi alle domande ecco qualche informazione tecnica sul libro. 

i mercanti Titolo: I Mercanti dell'Apocalisse
 Autore: L.K. Brass
 Editore: Giunti Editore (16 marzo 2016)
 Genere: Thriller e Mystery
 Collana: Giunti originals
 ISBN­10: 8809814142 ISBN­13: 978­8809814141
 Copertina rigida: 400 pagine ­ 
 Prezzo: 8,00€
 Link acquisto: Giunti Editore
Sinossi:  I Mercanti dell'Apocalisse, il primo romanzo thriller dello scrittore italiano L.K. Brass, è ambientato nel 
 mondo spietato dell'alta finanza dove nessuna legge vale per contrastare le azioni di operatori finanziari pronti a tutto per raggiungere i loro scopi. Daniel, geniale matematico, ha raggiunto il successo e tutto ciò che un uomo può desiderare, ma una breve telefonata cambierà la sua vita per sempre. Una terribile sciagura aerea e un attentato da cui si salva quasi per miracolo gli fanno capire di essere rimasto invischiato in qualcosa di oscuro e mortale. L’unico modo per proteggere se stesso e la figlia Isabel, la sola della sua famiglia a essere sopravvissuta, sarà scomparire. Anni dopo, vivendo sotto falso nome alla ricerca di chi gli ha distrutto la vita, si imbatterà in una nuova scia di morte e in un complotto che sta dissanguando la BCE e le economie europee, rischiando di sfociare nel caos economico globale. Un complotto che sta dissanguando la BCE, un uomo dimenticato da anni che lotta per ottenere risposte. Spionaggio, speculazioni finanziarie e colpi di scena in un mystery ad altissima tensione.

Biografia:  L.K. Brass è nato a Lugano e si occupa di consulenza per i sistemi informativi finanziari. Ha vissuto a Parigi, Vaduz, Chicago, Ginevra e Zurigo. Questo è il suo primo romanzo, che apre una serie con gli stessi protagonisti.

brassPer rompere il ghiaccio: chi è L. K. Brass?
Potrei dirvi: “Qualcuno a cui non piace parlare di sé stesso, ma preferisce affrontare il tema che più gli sta a cuore: la spada di Damocle che pende sui mercati.”  Si presterebbe molto bene allo scenario drammatico a cui ci possono condurre i mercanti dell’Apocalisse.
Preferisco dire in modo più semplice che cerco di raccontarla “giusta” e scrivo con grande passione.
Ci tengo molto a inserire i miei personaggi e le loro avventure in un quadro plausibile. Curo tutti i dettagli, documentandomi a fondo prima di scrivere. Soprattutto ho scelto argomenti e ambienti che conosco molto bene.
Mi sembrava doveroso nei confronti dei lettori perché voglio dar loro quello che in primo luogo mi aspetto io – voracissimo lettore a mia volta – da un buon libro. Ho sempre vissuto intensamente quello che leggevo. Nulla mi coinvolge più della lettura e con la scrittura sono ancora più vicino ai miei personaggi. Partecipo alle loro passioni e condivido i loro obiettivi: non potrei mai scrivere una riga senza sentirla profondamente. Pondero a lungo ogni loro azione, per essere sicuro che il loro comportamento sia dettato dal buon senso e dalla logica, almeno quando non ci sono in gioco i sentimenti.
La mia esperienza nel settore della finanza e della tecnologia informativa mi permette di spiegare con parole semplici dei meccanismi molto complessi. Conoscendoli bene, non è difficile. Usarli è un altro discorso, ma i principi del loro funzionamento sono semplici. Perché non illuminare un angolo oscuro, dove i miliardi in gioco e i personaggi reali si prestano molto bene a ispirare dei thriller?
Proprio per quello, con la mia prima serie di romanzi ho scelto di far scoprire al lettore gli aspetti più oscuri del mondo finanziario. Forse – lo spero anche – i mercanti non premeranno il bottone per l’ultimo contratto, ma sono sinceramente convinto che gli altri aspetti delle teorie del professor McGregor siano molto vicini alla nostra realtà economica. Questo è il messaggio di fondo che voglio trasmettere, ma con l’involucro godibile di un thriller.
Come è nata la passione per la scrittura?
Forse c’è sempre stata. Ho scritto il mio primo racconto in prima elementare. “Il gattino” era stato pubblicato in tutta la scuola. Al liceo avevo preso l’abitudine di svolgere i temi scrivendo un racconto che si riallacciasse all’argomento. Non sempre apprezzata, forse è stata accettata per il risultato. In seguito la passione si è sfogata solo con la lettura. Gli impegni lavorativi erano tanti e la convinzione che scrivere un romanzo fosse un’impresa difficile mi ha tenuto lontano da sperimentazioni. Quando il bisogno è diventato impellente, ho dedicato quattro mesi alla scrittura del primo romanzo e sono rimasto sorpreso. Le parole fluivano senza fatica …
Qual è la genesi de “I mercanti dell’Apocalisse”?
Con I mercanti dell’Apocalisse ho gettato le premesse per parlare delle manipolazioni dei mercati finanziari. Colpiscono tutti, anche se molto indirettamente. Sono convinto avvengano su scala più ampia di quanto immaginiamo. Mi sono limitato a descrivere una sola crisi, ancorando alla realtà dell’attuale situazione europea la finzione di eventi accaduti a danno della BCE.
Per gli scettici rigiro la domanda: perché i programmi della BCE non dovrebbero essere stati attaccati? Nel passato recente c’è chi ha messo in ginocchio la Banca d’Italia e ha costretto la Banca d’Inghilterra a gettare la spugna, attaccando anche a faccia scoperta. In quello recentissimo è successa la stessa cosa ai danni della Banca centrale Svizzera.
Quando ci sono possibilità di guadagno per miliardi uno scenario del genere non è solo plausibile, ma quasi ovvio. L’ingordigia e l’inventiva non hanno limiti. I mercanti sono là, pronti a cogliere le occasioni al volo quando sentono l’odore del sangue.
Ti rispecchi in qualche personaggio in particolare?
Per fortuna di autobiografico non c’è proprio niente, a parte la disponibilità di molte case sicure…
La considero una fortuna perché non ho reso la vita facile ai miei personaggi. Sono una persona mite e tranquilla, poco adatto alle avventure. Con questo finisce ogni analogia con Daniel Martin. Mi piace pensare che Emilio Salgari non aveva visitato i luoghi che ha descritto con tanta passione. Forse anch’io, se messo alle strette, saprei affrontare i mercanti dell’Apocalisse. Mi piace crederlo. In fondo, scrivere è un po’ come sognare a occhi aperti.
Il libro è un Thriller Mystery, come ti sei avvicinato a questo genere?
Sono stato un lettore vorace fin da bambino e non mi era sfuggita una sola opera di Salgari, Verne e molti altri autori per ragazzi in voga allora. I gialli li hanno seguiti a ruota, poi l’interesse si è spostato sulla fantascienza. Non bisogna negligerla, possono esserci opere di una profondità sorprendente, come “Non temerò alcun male” di Robert Heinlein, che ho letto da ragazzo e i cui aspetti sentimentali mi hanno profondamente impressionato.
In seguito ho spostato progressivamente l’interesse su altri generi, in particolare i Thriller Mystery di ampio respiro. Michael Crichton, Lee Child e Robert Harris mi hanno dato il colpo definitivo. Ora la passione per questo genere è costante. Leggo comunque di tutto, dalla fisica quantistica per poeti all’epopea delle donne sovietiche nella seconda guerra mondiale. Recentemente ho riletto ancora Il fu Mattia Pascal.  Giuro di non aver pensato a lui – almeno non consciamente – nell’inventare Daniel Martin. Ammiro troppo Pirandello e non mi permetterei mai.
Hai vissuto in molti posti: Parigi, Zurigo, Ginevra, Chicago… queste bellissime città sono state motivo di ispirazione per la tua storia?
Pur essendo molto meticoloso con le ambientazioni, non le ho ancora utilizzate. Finora ho scelto unicamente luoghi che conoscevo molto bene, ma forse ho evitato inconsciamente i luoghi in cui ho vissuto. Non è del tutto vero perché un personaggio del mio quinto romanzo porterà nella tomba un terribile segreto in una di queste città. Anche Daniel Martin in fuga si nasconderà in un’altra nel terzo romanzo. Brevi passaggi, ma nulla più. L’ispirazione arriverà, anzi è già arrivata. Il quarto romanzo è ambientato in uno dei luoghi in cui vivo, ma che non è nella lista… Non voglio dire di più.
Essendo un autore sei anche un lettore, qual è il genere che prediligi?
Proprio quello che scrivo. Prediligo le trame che affondano le radici nei terreni incolti della storia, dove vegetano piante sconosciute dai fiori avvelenati che sbocciano sui nostri balconi. Abbiamo tirato troppo spesso la corda e lasciato tanto in sospeso e prima o poi ne raccogliamo i frutti. Però vedo le cose con ottimismo, perché sono convinto che ci sarà sempre qualcuno con il coraggio per lottare e la capacità di salvarci. Proprio come i miei personaggi.
A chi consigli di leggere “I mercanti dell’Apocalisse”?
A un pubblico molto ampio: a tutti gli amanti dei thriller, ma non solo. La storia ha molte faccette.
Chiunque cerchi una storia mozzafiato oppure anche solo qualcosa di appassionante da leggere nei momenti di relax farà fatica a deporre il libro.
Grazie al retroscena drammatico, ai personaggi molto umani e alle loro vicende descritte con passione, chi si lascia maggiormente coinvolgere troverà una storia toccante.
Chi legge in profondità scoprirà un argomento scottante e una storia di più ampio respiro che affonda le radici negli aspetti più deteriori delle economie avanzate in cui viviamo.
Progetti futuri?
Il sequel non è più un progetto, ma è già pubblicato e per il momento disponibile solo su Amazon con il titolo “Fine dell’Oblio”.
Ho nel cassetto un terzo episodio della caccia ai mercanti dell’Apocalisse e due altri thriller, con protagonisti molto diversi. Ora gli impegni di lavoro mi hanno costretto a una pausa forzata, ma aspetto il momento appropriato per riprenderli in mano.

Ringrazio ancora l’autore che ha risposto alle mie domande e vi ricordo tutte le tappe del BlogTour!

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