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Una sposa in prova di Hoang | Recensione

Una sposa in prova di Hoang | Recensione

Khai Diep non ha sentimenti. Si irrita quando le persone lo costringono a modificare la sua routine ed è contento se i conti sui registri quadrano al centesimo, ma non conosce emozioni comuni come il dolore o l’amore. La sua famiglia sa che il suo autismo lo porta a gestire l’emotività in modo diverso; tuttavia, davanti all’ennesimo muro che Khai erige, la madre prende in mano la situazione e torna in Vietnam per trovargli la sposa perfetta. Ho Chi Minh City. Esme Tran, una ragazza di razza mista, si è sempre sentita fuori posto e quando si presenta l’opportunità di andare in America a incontrare un potenziale marito, non si lascia scappare l’occasione di poter inseguire il suo personale Sogno americano. Sedurre Khai, però, non è così semplice. Le lezioni d’amore da lei impartite sembrano funzionare solo su sé stessa: cosa difficile da credere ma è irrimediabilmente affascinata da un uomo convinto di non essere in grado di provare amore per nessuno. Ma Khai sarà costretto a capire che, forse, alcune delle sue previsioni risultano avere un margine d’errore e che c’è più di un modo d’amare, basta crederci fino in fondo.

Una sposa in prova è il secondo volume di una trilogia scritta da Hoang, ma ogni volume è autoconclusivo, quindi è possibile leggerli separatamente.

Parto con il dire che mi sono avvicina a questa serie per curiosità, uscendo fuori dalla mia comfort zone di lettura. Ho letto il primo volume “The Kiss Quotient”, attirata dal fatto che la protagonista ha la sindrome di Asperger, ma la storia e la dinamica della coppia non mi hanno convinta, anzi, ho provato antipatia per i personaggi. Ho deciso poi di leggere anche il secondo volume perché il protagonista (che ha la stessa sindrome) compare nel primo volume e mi aveva incuriosito.

Ebbene, a differenza di The Kiss Quotient, Una sposa in prova l’ho trovata una lettura più delicata, tenera e ho apprezzato l’evoluzione della coppia.

Il protagonista è Khai, un ventisettenne che ha questa forma di autismo che non gli permette di essere empatico con chi lo circonda, tende a isolarsi, ad avere una sua rigida routine che per nulla al mondo vuole interrompere. La madre lo costringe a passare del tempo con Esme, una ragazza madre che fa un lavoro umile per provvedere a sua figlia, ma cercherà di migliorare la sua situazione conquistando Khai.

Ho apprezzato molto il doppio punto di vista. E’ stato interessante guardare il mondo attraverso gli occhi del serioso Khai e ho empatizzato molto con la tenera e sfortunata Esme. La storia scorre in modo delicato, con momenti simpatici, intimi e spesso imbarazzati tra la coppia protagonista. Entrambi i personaggi fanno un percorso di crescita, soprattutto Khai, il quale piano piano inizia ad aprirsi e a farsi conoscere.

In questo percorso Khai trova sempre il sostegno di suo fratello maggiore Quan, il quale lo aiuterà a capire i suoi reali sentimenti e a fare chiarezza su un trauma passato. Mi è piaciuta molto Esme perché anche se prova un forte sentimento per Khai non perde di vista la sua priorità, ovvero trovare una via per migliorare la vita sua e quella di sua figlia, soprattutto nel momento in cui capisce che potrebbe realizzarsi.

Si tratta di un romanzo rosa, ci sono dei cliché tipici e ho trovato forse troppo veloci alcuni tempi, ma nel complesso è stata una lettura che mi ha intrattenuto. 

Insomma, il secondo tentativo di libro fuori dalla  comfort zone di lettura è andato a buon fine. Se avete voglia di una storia leggera, romantica, che però sia anche un po’ articolata sia per la questione sentimentale che per la trama, vi consiglio questo libro.

Stefania Siano

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