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Il canto dell’usignolo di Hearn | Recensione

Il canto dell’usignolo di Hearn | Recensione

Il canto dell’usignolo. La saga degli Otori: 1

Lian Hearn

In un Giappone medievale mitologico, il giovane Takeo cresce in seno a una comunità pacifica che condanna la violenza ma che sarà massacrata dagli uomini di Iida, il signore del clan dei Tohan. Takeo è salvato dal nobile Shigeru, del clan degli Otori, si troverà al centro delle lotte sanguinarie tra i signori della guerra e dovrà arrendersi al proprio destino. Ma chi è davvero Takeo? Contadino, nobile o assassino? Da dove arrivano i suoi prodigiosi poteri? In un mondo fuori dal tempo, dominato da codici d’onore e da rigidi rituali di una tradizione millenaria, Takeo incontrerà per la prima volta l’amore: dovrà forse scegliere tra quest’amore, la sua devozione al nobile Shigeru e il suo desiderio di vendetta? La sua ricerca lo condurrà fino alla fortezza di Inuyama, a camminare sul “pavimento dell’usignolo”. Ma quella notte l’usignolo canterà?

E poi, a voce alta, lesse per me: «Il Clan Otori dà il benvenuto ai giusti e ai leali. Gli ingiusti e gli sleali stiano in guardia».
Sotto i caratteri era inciso lo stemma, raffigurante un airone.

La saga degli Otori è il primo volume di una serie orientale, ambientato in un Giappone feudale e immaginario. 

Protagonista indiscusso è Takeo, un ragazzo di sedici anni che fa parte del Clan degli Occulti. Quando il suo villaggio viene attaccato dal Clan Tohan, Takeo trova rifugio e protezione da Shigeru, erede del Clan Otori. 

Da questo momento in poi Takeo cambia identità e da ragazzo pacifico, nato e cresciuto in un Clan che rifiuta ogni tipo di violenza, ecco che si trova ad apprendere tutto ciò che riguarda la lotta, la guerra e la strategia. Ma Takeo non è un comune ragazzino perché ha delle abilità speciali. 

Il lettore segue anche le vicende di Kaeda, una quindicenne tenuta in ostaggio nel castello di Noguchi, un importante alleato del Clan Tohan. Kaeda sa cosa comporta essere un ostaggio, soprattutto per una donna che fa parte del Clan Seishuu. Il suo destino si intreccerà con quello di Takeo, dando vita a un sentimento forte. 

Il romanzo si apre con una precisazione dell’autrice, la quale chiarisce che, il carattere dell’opera è totalmente immaginario e non ci sono corrispondenze di avvenimenti storici e luoghi geografici. Ho apprezzato questo appunto, ma devo ammettere che la storia non mi ha molto conquistata, forse ero partita con troppe alte aspettative. 
Ho trovato lo stile di scrittura scorrevole, ma un po’ troppo descrittivo. Lian Hearn preferisce più raccontare che far agire i suoi personaggi e ciò non permette di provare empatia con loro, che appaiono distanti. Per quanto riguarda la dinamica amorosa l’ho trovata purtroppo frettolosa e poco approfondita. 

La trama è lineare, non ci sono particolari intrecci o colpi di scena, ed essendo il primo volume di una saga mi sento di dire che parliamo più di un capitolo introduttivo. 
Ho apprezzato l’ambientazione ben delineata e affascinante. All’inizio si fa un po’ fatica a entrare nella storia, ma grazie a un breve elenco, a inizio libro, con i nomi dei personaggi e dei vari Clan, la lettura risulta più fluida.

Nel complesso ho trovato il libro piacevole, anche se mi aspettavo molto di più. Una storia a sfondo orientale con battaglie, intrighi ed elementi fantastici dove non manca l’avventura e l’amore. 

 

Stefania Siano

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