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Momo di Garnier e Hontin | Recensione

Momo

Garnier e Hontin

Momo è una bambina di 5 anni, vive con la nonna in un piccolo villaggio portuale della Normandia. Di tanto in tanto la bambina va sul ponte per riuscire a vedere la barca del padre, marinaio d’altura obbligato dal lavoro a passare lunghi periodi in mare. Alla morte della nonna il pescivendolo del paese si rifiuta di affidare la piccola ai servizi sociali e si offre di ospitarla a casa sua fino al ritorno del padre. Questa esperienza la porterà a misurarsi con il mondo esterno.

Con Momo, Jonathan Garnier e Rony Hotin ricompongono l’indimenticabile fragranza dell’infanzia. Il tempo degli amici, le scoperte, le piccole sciocchezze, la grande felicità e il dolore. Il tempo anche di una costante meraviglia che a volte vanifica le realtà del mondo degli adulti.

 

Una storia dolce dal profumo dell’infanzia.

Momo è una graphic novel ispirata da una serie di fotografie di una bambina giapponese, da queste gli autori hanno imbastito la storia.
Momo è una bambina di cinque anni che passa la maggior parte del suo tempo con la nonna perché il padre è spesso via per mare.

Il lettore si affeziona subito alla fantasiosa e introversa Momo, la quale ha difficoltà a farsi degli amici e preferisce più girovagare da sola per il villaggio portuale della Normandia. La storia è possibile dividerla in due parti, nella prima il lettore scopre una protagonista solare e birichina, nella seconda Momo cambia, diventando cupa e silenziosa a causa della perdita della sua preziosa nonna.

Si tratta di una storia dolce, delicata ed emotiva. Il legame principale tra la nonna e la nipote è una relazione genuina e pura, ma la narrazione non si ferma solo in questo perché Momo conoscerà altre persone con le quali instaurerà un rapporto di amicizia. Cosa che ho apprezzato molto della storia è che non si focalizza unicamente sulla protagonista, ma si dà anche consistenza ai personaggi di contorno che accompagnano la bambina nella sua piccola crescita emotiva. Così il lettore conosce la ribelle Francois, il “teppista” Tristan e il burbero pescivendolo. Una storia che nella sua semplicità riesce a coinvolge con la delicata sceneggiatura. 

I disegni mi ha ricordato molto il mondo fiabesco di Miyazaki, le line sono morbide e il tratto è delicato.

Una storia che parla di famiglia, di nonni, delle prime cotte adolescenziali, di amicizia e di crescita. 

#Prodottofonitoda @Tunué

Daisy di M. Barretta e L. Di Sepio | Recensione

Daisy

Marco Barretta e Lorenza Di Sepio

Daisy è una bambina che vive con il padre scrittore. Un giorno, leggendo uno dei romanzi del padre, la giovane Daisy sprofonda tra le sue pagine diventando una nuova protagonista della storia. Per uscirne dovrà arrivare alla fine del libro, facendo lo stesso percorso dell’eroe al quale si è sostituita cadendo nella narrazione. Daisy, insieme agli altri personaggi della storia, si muoverà per raggiungere e sconfiggere la Regina Cattiva. Ma sarà veramente la cattiveria a muovere le azioni della Regina? Forse questa storia scritta da suo padre riserva alla bambina ancora tante sorprese.

Gli errori non sono una maledizione.
Ci aiutano a capire chi siamo davvero.

Una storia dolce e magica, con una protagonista coraggiosa e ben caratterizzata.

Daisy è una bambina che vive con il padre, il quale le nasconde di aver scritto, un po’ di tempo fa, un romanzo molto particolare. Particolare perché, quando la nostra protagonista si troverà tra le mani questo manoscritto, verrà trasportata all’interno della storia misteriosa. Così Daisy inizierà la sua avventura, cercherà di aiutare poveri innocenti e tenterà di sconfiggere l’antagonista della storia: la Regina Cattiva.

Il tutto si sviluppa in un’ambientazione fiabesca che ha dei chiari riferimenti al Mago di Oz e alla famosa serie tv Once Upon a Time. Un mix di elementi conosciuti che risaltano la storia, rendendola dinamica e interessante. 

Tra i vari personaggi mi è piaciuto molto Paglia, un pupazzo con l’indole da guerriero e dall’animo puro, che spesso veste i panni del grillo parlante, proteggendo e consigliando la protagonista.

I disegni sono adorabili, le tavole scorrono con colori saturi e linee tonde, rendendo tenero ogni particolare.

Tra battaglie, fughe, magie e pantofole parlanti, Daisy si addentrerà sempre di più nella storia, imparando che a ogni scelta corrisponde una conseguenza che non sempre è piacevole.

Ho apprezzato molto la figura del padre perché, attraverso la sua professione da scrittore, si svela il messaggio del potere delle idee che prendono “corpo” nel momento in cui si trasformano in parole e riescono ad attirare l’attenzione del lettore.

La lettura scorre velocemente con una struttura di trama ben organizzata, anche se mi aspettavo qualcosina in più dalla storia, ma ovviamente questo è dettato dal puro gusto personale. 

Daisy è una storia che se all’inizio può sembrare semplice e già sentita, nasconde in verità molti messaggi importanti e soprattutto un finale inaspettato che lascia il lettore senza fiato.

#Prodottofonitoda @Tunué

Myrna e il tocco della morte di S. Algozzino e D. Allo | Recensione

Myrna e il tocco della morte

Sergio Algozzino e Deborah Allo

Myrna nasce col tocco della morte, appena in braccio alla madre la uccide. Il padre fugge con la piccola cercando rifugio in mezzo al bosco. La ragazzina cresce in solitudine, con le mani fasciate, ma il padre le fa conoscere il mondo che la circonda e il suo problema, la istruisce facendole amare molti libri. Alla morte del padre Myrna decide di rimanere sola nella foresta, sia per abitudine che per un’inconscia paura. Il suo tocco è in grado di uccidere uomini e animali, ma non le piante delle quali da sempre la giovane si circonda, saranno proprio le piante un giorno a indicarle un sentiero: in fondo alla strada Myrna incontrerà un ragazzo.

 

 

«Tu dici che è “normale”… non essere normali?»
«Sì! Dico che la normalità è soltanto… lo specchio deformato della realtà.»

È la terza collaborazione che faccio con la casa editrice Tunué e anche questa volta il loro libro mi ha fatto battere il cuore.

Se siete amanti delle atmosfere di Tim Burton, apprezzerete sicuramente l’ambientazione gotica di Myrna con le meravigliose tavole dallo stile spigoloso e dai colori intensi di Deborah Allo. Gli scenari sono molto belli, lavorati nel minimo dettaglio.

Adoro come è stata realizzata la protagonista Myrna, che viene rappresentata esile, minuta, apparentemente debole, ma dal carattere forte e determinato.

Sergio Algozzino ha  dato vita a una storia che trasmette al lettore una moltitudine di emozioni.
Si entra subito in sintonia con la protagonista che possiede questo dono/maledizione perché le basta toccare un qualsiasi essere vivente per prosciugargli la vita, tranne per le piante le quali rinascono al suo tocco. E proprio così inizia la storia, con la nascita di Myrna che appena sfiora il viso della madre, la quale è gioiosa della nascita della bambina, ecco che qualche istante dopo la povera donna muore. La bambina cresce isolata dal mondo, coccolata dall’amore di un padre dolce e apprensivo che le insegna a non fidarsi degli estranei e a coprirsi le mani con le bende. La famiglia sembra aver trovato un equilibrio nel loro isolamento, fin quando il padre muore, lasciando la piccola Myrna da sola, circondata sempre da libri e dalla vegetazione del bosco.

Non mancano colpi di scena che vi lasceranno senza parole, vedrete che queste 152 pagine scorreranno velocemente perché sarete troppo presi a seguire  questa splendida graphic novel.

Il tema portante di tutta la narrazione è proprio il concetto della diversità, ma non mancano altri punti focali che smuovono la trama come la vendetta e l’ambizione. 

Myrna e il tocco della morte è una storia dall’atmosfera cupa che mi ha ricordato i classici scenari fiabeschi raccontati da Giambattista Basile e i Grimm. E come ogni fiaba che si rispetti tratta non solo di giusti messaggi, ma sottolinea le debolezze umane in uno sfondo oscuro e grottesco che non si può non amare. 

#Prodottofornitoda @Tunué

Il circo della vita di Antona e Jaqmin | Recensione

Il circo della vita

Antona e Jaqmin

Nella Francia dei primi anni ’60 Louis è un bambino sovrappeso, con gravi problemi di vista, che cresce in un orfanotrofio gesuita. I suoi problemi non lo favoriscono per l’adozione, i compagni si allontanano uno dopo l’altro mentre lui rimane lì fino alla maggiore età. Solo e senza amici, Louis è il capro espiatorio di tutti. Gli unici bei momenti che conosce sono quelli che passa nel circo Marcos, che si stabilisce in un terreno abbandonato della città. Sotto il tendone tutto gli sorride, la vita è luminosa, è felice; e poi c’è Clara, la bellissima domatrice di elefanti. Clara diventa la sua confidente, la sua amica, la sua amante. Insieme passeranno giorni felici e spensierati: Louis scoprirà così l’importanza dell’affetto, la fiducia, il calore di un sorriso, la felicità di un bacio. Il circo della vita è una storia d’amore, sul tempo che passa e sulla bellezza dell’aver qualcuno con cui vivere questi bellissimi momenti.

In libreria dal 21 febbraio

Sai, vecchio amico mio…
Qualcuno un giorno mi ha detto…
«La vita è fatta di tappe. La più dolce è l’amore. La più difficile, la separazione. La più dolorosa, gli adii. La più bella, ritrovarsi.»

 

Una trama intensa che trova la sua magia sotto un tendone da circo. 

Il circo della vita è più di una semplice graphic novel, è una storia che tratta di bullismo, di amore, di forza e speranza. 

Louis è un bambino che vive in un orfanotrofio e per il suo aspetto fisico viene maltrattato dai suoi compagni. Purtroppo non riesce a trovare il coraggio di ribellarsi e quindi si chiude nel suo bozzolo di sofferenza, ma tutto cambia quando arriva il circo Marcos. In quel posto magico, fatto di spettacoli divertenti e affascinanti, il protagonista trova il suo angolino di felicità e diventa anche il luogo dei primi palpiti di cuore quando incontra la dolce domatrice di elefanti, Clara. 

Il lettore segue la vita di Louis, la sua adolescenza, la crescita interiore e il suo tenero rapporto con Clara. 

Molto belli i disegni che sono caratterizzati da linee morbide, e le atmosfere create rispecchiano in pieno il senso della storia. Le figure risultano vibranti per l’effetto della grafite e i pochi colori che vengono inseriti fanno risaltare di più i personaggi e le ambientazioni.

La storia procede con un ritmo veloce, eppure con poche frasi e le giuste tavole non si può rimanere indifferenti dalla profondità della trama. Il lettore entra in sintonia con Louis, prova tenerezza per il protagonista che  cresce e matura, fino a diventare un adulto che prende le sue decisioni importanti, non per fare grandi cose nella vita, ma per seguire e costruire la sua piccola felicità. 

Il finale, anche se a un certo punto si intuisce, è coinvolgente e straziante. 

Il circo della vita non racconta solo una dolce e intensa storia d’amore, ma tratta anche del tempo della vita che è fugace come il batter d’ali di una farfalla.  

#Prodottofornitoda @Tunuè