La nascita di una grande detective. Maomao, una ragazza modesta cresciuta nel quartiere a luci rosse dal padre speziale, sogna una vita spensierata quando viene rapita e venduta alla Corte Interna, l’hougong, ovvero l’harem imperiale. Decide di passare inosservata, ma degli strani avvenimenti coinvolgono i figli dell’Imperatore, i bambini hanno i giorni contati! Riuscirà ad usare le sue conoscenze e la sua astuzia per indagare sulla causa e salvare queste giovani vite?
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Mi sono approcciata a questa storia all’uscita del primo volume del manga “I Diari della Speziale”, ma solo ultimamente ho capito che in realtà tutto nasce dalla light novel “Il Monologo della Speziale”, quindi appena ho visto i primi volumi tradotti in italiano mi sono catapultata anche in questa avventura.
E’ la prima volta che mi approccio alla light novel e devo dire che ho apprezzato più questa versione a quella del manga, che è molto fedele all’opera originale, ma sicuramente il testo scritto dà più introspezione a questi personaggi ben caratterizzati e dinamici.
Il punto forte di tutta questa seria non è solo l’ambientazione storica della corte antica cinese, gli intrighi politici e i casi da risolvere, ma trovo che la punta di diamante sia proprio la protagonista. Maomao è una ragazza semplice, che prende seriamente il suo lavoro, ama la conoscenza e i veleni, ed ha un atteggiamento distaccato, spesso freddo con il mondo che la circonda, il più delle volte sembra proprio la personificazione di un gatto, ed è proprio questo mix rende la protagonista realistica, divertente, ironica e unica.
Nella light ho apprezzato anche di più l’introspezione di Jinshi, il co-protagonista maschile che è avvolto nel mistero fin dall’inizio. I casi da risolvere sono ben organizzati, se all’inizio sembrano situazioni isolate, mano mano che si va avanti si nota come alcuni di essi si collegano tra loro. Ho letto solo i primi due volumi, quindi devo assolutamente recuperare anche i prossimi. La serie è ancora in corso, spero che non sia infinita!
Se vi piacciono le ambientazioni orientali antiche, gli intrighi di corte, le scaramucce tra concubine, i misteri da risolvere con una punta di romance (ma proprio punta), allora vi straconsiglio questa serie!
Dopo anni di fuga, Lark è allo stremo. Braccata e senza rifugio, può contare solo sul suo potere maledetto: instillare terrore puro e annientare chiunque la minacci. In cerca di salvezza, trova asilo a Cagmar, la città dei troll, nemici giurati degli umani. Accettata come cacciatrice di mostri, dovrà sottostare a leggi spietate e affrontare il disprezzo di un potente troll, il cui odio si intreccia pericolosamente a un’attrazione proibita. Tra alleanze inaspettate, minacce implacabili e il peso di un potere che rischia di consumarla, Lark lotterà per scoprire chi è davvero e se merita un posto in un mondo che la teme.
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Qual è stato l’ultimo libro che vi ha stupito?
La città sospesa è un romance fantasy che vede come protagonisti un’umana e un troll. Con queste premesse, lo ammetto, mi aspettavo una lettura leggera, un po’ trash (nel senso positivo del termine) con qualche cliché e una trama un po’ superficiale o comunque unicamente concentrata sulla storia d’amore, e invece mi sono trovata a leggere una storia non solo con personaggi studiati e ben costruiti, ma anche con un worldbuilding interessante.
La nostra protagonista è Lark, una ragazza che ha un dono/maledizione, ovvero instillare la paura negli altri, questo però la debilità anche perché è lei stessa a vivere nella costante paura. In uno scenario in cui gli umani sono allo stremo per la siccità, Lark viaggia di villaggio in villaggio con la speranza di essere accettata, amata e di crearsi una famiglia, fin quando il suo percorso la porterà a Cagmar la città dei Troll.
Cagmar è una società di Troll con le proprie leggi e una rigida gerarchia, Lark allaccerà relazioni con alcuni di loro, si creerà nemici e ci saranno vari imprevisti che colpiranno la nostra protagonista e la metteranno a dura prova.
Lark è un mix di tenerezza e forza, è una ragazza timida, buona, che desidera essere accettata, trovare un luogo dove sentirsi al sicuro e sa bene della sua situazione precaria in una società di Troll che odiano gli umani, ma cercherà in tutti i modi di crearsi il suo posto. Ho apprezzato anche il co-protagonista maschile, Azmar, un Troll non incline alla violenza, taciturno e molto tenero, un personaggio che si trova a combattere tra il rispettare la sua società e quello che realmente desidera.
Ho apprezzato molto la gerarchia dei Troll e la struttura della loro società, forse è proprio il punto che mi è piaciuto di più, l’interesse amoroso parte verso metà libro e questo permette al lettore di concentrarsi sul worldbuilding e le relazioni che instaura Lark. Il finale l’ho trovato un po’ sbrigativo e rimangono in sospeso alcuni punti della trama (mi chiedo se mai ci sarà un seguito), ma nel complesso è un libro che mi ha intrattenuto dalla prima all’ultima pagina con degli elementi interessanti e originali.
All’alba dei cinquantesimi Hunger Games, i distretti di Panem sono in preda al panico. Quest’anno, infatti, per l’Edizione della Memoria, verrà sottratto alle famiglie un numero doppio di tributi rispetto al solito. Intanto, nel Distretto 12, Haymitch Abernathy cerca di non pensarci troppo, l’unica cosa che gli interessa è arrivare vivo a fine giornata e stare con la ragazza che ama. Quando viene chiamato il suo nome, però, il ragazzo vede infrangersi tutti i suoi sogni. Strappato alla sua famiglia e ai suoi affetti, viene portato a Capitol City con gli altri tre tributi del Distretto 12: una ragazza che per lui è quasi una sorella, un esperto in scommesse e la ragazza più presuntuosa della città. Non appena gli Hunger Games hanno inizio, Haymitch comprende che tutto è stato predisposto per farlo fallire. Eppure qualcosa in lui preme per combattere… e far sì che la lotta si estenda ben oltre l’arena.
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Può un libro prequel superare la trilogia principale? Per me, sì.
Parlo da amante della trilogia Hunger Games ed essendo Haymitch un personaggio interessante, ma poco approfondito nella serie, attendevo con ansia il libro dei suoi giochi. Avevo alte aspettative? Sì, e sono state superate.
L’autrice fa un lavoro impeccabile, tutto si incastra perfettamente tra il libro precedente di Snow e la trilogia. Ma non solo, ho notato una cattiveria ben più marcata nei colpi di scena e il tutto non fa che enfatizzare e amplificare l’emotività. La penna della Collins è scorrevole e incisiva, la trama fila perfettamente, anche ogni scambio di battuta è pensato, nulla è lasciato al caso perché questi sono gli Hunger Games.
Ho amato la caratterizzazione di Haymitch, un ragazzino irriverente, sbruffone, che ama l’ozio, la sua famiglia e soprattutto la sua ragazza Lenor. Gli echi della rivolta iniziano a trapelare già da questo volume e per quanto Haymitch provi a mettercela tutta, il suo percorso contro Capitol lo porterà alla distruzione. La crudeltà dei giochi, la cattiveria di Snow, non lasciano spazio alla speranza eppure, al termine della lettura, il lettore scopre che sì, nella trilogia principale Katniss è la fiamma della rivolta, ma Haymitch è la scintilla.
In questo volume compaiono tanti personaggi che si ritrovano nella trilogia, di questi non dirò nulla per non fare spoiler, ma vi assicuro che leggendo alcuni nomi proverete una stretta al cuore.
L’autrice racconta di giochi particolarmente cruenti, i tributi vengono trattati peggio delle bestie, la dissolutezza di Capitol regna sovrana, è tutto più brutale, estremo ed enfatizzato rispetto alla trilogia, probabilmente perché al periodo di Haymitch il sistema era ancora in fase di evoluzione. Conosciamo bene anche i tributi del distretto 12 che accompagneranno il nostro protagonista nella sua avventura, ognuno caratterizzato in modo perfetto, anche se avrei preferito leggere qualcosa in più su altri personaggi dei distretti.
L’alba sulla mietitura non è solo un prequel che aggiunge e completa la grande storia dei giochi, ma è un volume intenso, emotivo, brutale, terribilmente struggente che vi incollerà alla lettura dalla prima all’ultima pagina e non vi farà uscire emotivamente indenni.
Leningrado, 1941. In una tranquilla sera d’estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore, quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell’Armata Rossa che parla russo con un lieve accento. Tra loro scatta suvbito un’attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile, che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l’assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo, Tatiana e Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto che li unisce.
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Il 22 giugno del 1941 inizia il conflitto tra Germania e Unione Sovietica.
Il 22 giugno del 1941 una ragazza alla fermata dell’autobus incrocia lo sguardo con un soldato.
Proprio così parte la bellissima storia d’amore tra Alexander e Tatiana, in un susseguirsi di peripezie e imprevisti dovuti non solo alla guerra, che è un elemento vivido e presente nel romanzo, ma anche alle persone che circondano i due protagonisti.
Tatiana è una ragazzina di diciassette anni molto ingenua, forse anche troppo, ma questo suo aspetto è in linea dato il contesto storico e culturale in cui ci troviamo, e forse l’autrice ha proprio voluto marcare questa sua ingenuità per far risaltare il percorso di crescita e di maturazione che affronta la protagonista. Alexander è un soldato con un passato molto particolare che tiene ben nascosto, eppure quando inizia a frequentare Tatiana gli esce naturale aprirsi alla ragazza e tra i due si instaura un rapporto sempre più stretto e viscerale.
L’autrice fa un ottimo lavoro sulla caratterizzazione dei protagonisti e su gran parte dei personaggi, anche quelli più meschini non si riesce a odiarli completamente proprio perché gli stenti della guerra, la paura, la fame, la disperazione, la voglia di una vita migliore, portano l’animo umano a compiere gesti eticamente non corretti.
Ho amato la scrittura scorrevole, l’ambientazione che mano mano si fa sempre più cupa e claustrofobica per i bombardamenti. Il libro ha quasi 700 pagine, ma per come l’autrice gestisce la situazione della guerra e la storia d’amore, rende il tutto scorrevole, dando al lettore un’esperienza di lettura fatta di emozioni forti e contrastanti. Io stessa mi sono trovata a ridere, ad arrabbiarmi, a piangere, a sperare proprio come i protagonisti.
Paullina Simons descrive gli orrori della guerra, non solo da un punto di vista fisico e pratico, ma anche morale. Non sono di mio una persona particolarmente romantica, eppure non ho potuto fare a meno di appassionarmi a questa storia d’amore che ha un qualcosa di “fiabesco”, anche se pone le radici su uno spaccato storico infelice.
Una lettura che mi ha incollata alle pagine dalla prima all’ultima parola, mi ha cullata, emozionata e commossa con una storia d’amore struggente e avvincente, non vedo l’ora di leggere il secondo capitolo di questa trilogia.
Scozia, intorno all’anno Mille. Durante la celebrazione di Imbolc, le donne cantano invocando la dea Brighde, mentre il vento ne trasporta le voci che riecheggiano sull’acqua scura. Gruoch osserva le loro danze sfrenate rabbrividendo, ma lei è troppo giovane per prendere parte al rito. È proprio in quel momento che la nonna le svela la profezia che cambierà la sua intera esistenza. Un giorno diventerà regina di Alba e potrà reclamare le terre dei suoi antenati. Come sua nonna e sua madre, Gruoch appartiene a una lunga stirpe di druidi, ma i tempi non sono più quelli in cui i Pitti regnavano sulle terre scozzesi, ora re guidati dalla nuova religione hanno preso il potere, spodestando la sua famiglia.
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Un romanzo con una protagonista ambiziosa ed egocentrica, sullo sfondo di guerre e intrighi di corte, pronta a tutto per diventare regina.
Isabelle Schuler narra della crescita e delle macchinazioni di Gruoch per diventare regina. L’autrice racconta di un personaggio storico realmente esistito e da cui ha preso ispirazione Shakespeare per la sua tragedia.
Sullo sfondo della Scozia dell’anno Mille, tra pagani e cristiani, si dipanano i conflitti dei nobili per conquistare la corona. Gruoch è una ragazzina vivace e ambiziosa, sa bene che in quanto donna non può aspirare al potere ed è proprio per questo che avvierà una serie di macchinazioni per essere libera e conquistare il potere attraverso un uomo, ma non uno qualsiasi, al futuro re.
Con uno stile scorrevole e avvincente, Schuler racconta di una protagonista scomoda, che non strizza l’occhio al lettore. Gruoch è una ragazza forte, ambiziosa, egocentrica, non segue una morale, ma solo il suo desiderio che diventa un’ossessione. Al limite della follia, la ragazza si trova a cambiare spesso le carte in tavola, la sua posizione viene spesso messa in pericolo dagli uomini, in una società in cui la donna è vista solo come un oggetto e un elemento per gli accordi matrimoniali. Gruoch non vuole essere un elemento passivo, lotta con le unghie e con i denti per elevare la sua posizione e salvare la sua vita a discapito degli altri. Schuler con i pochi elementi storici, regala al lettore una narrazione dinamica, dando tridimensionalità e una base alla tanto conosciuta Lady MacBeth.
All’inizio mi aspettavo di avere più un focus su Lady MacBeth, ovvero quando Gruoch sposa MacBeth e parte la tragedia di Shakespeare che tutti conosciamo, ma l’autrice invece si concentra sul prima, sul percorso e sull’evoluzione di Gruoch. Tutte le relazioni che allaccia passano in secondo piano perché l’obiettivo principale della protagonista è diventare “immortale” come le aveva predetto sua nonna, per cui anche il rapporto con lo stesso MacBeth viene trattato, ma non è sullo stesso piano di importanza della storia.
Un romanzo breve che intrattiene e coinvolge, lo consiglio soprattutto se amate la tragedia di Shakespeare.
C’era una volta la principessa Ying Yue, che credeva nell’amore. Ma quando viene scelta per sposare il principe ereditario, i suoi sogni vanno in frantumi. Il futuro marito Zhang Lin è freddo e indifferente, e la confina nelle sue stanze senza spiegazioni. E a palazzo si sussurra delle sette spose reali che, dopo le nozze, sono scomparse nel nulla. Abbandonata nei suoi appartamenti con la sola compagnia del suo riflesso, Ying comincia a vedere strane cose negli specchi. Finché, alla vigilia del suo matrimonio, viene trascinata in un altro mondo, al di là dei vetri, dove i riflessi degli esseri umani conducono vite autonome. Qui il principe ereditario è gentile e compassionevole, del tutto diverso dalla sua controparte reale: come non amarlo? Ma ben presto Ying scopre che i due mondi hanno alle spalle una lunga storia intrisa di sangue e che lei stessa ha un ruolo ben preciso da svolgere in entrambi. Sempre però che non sia troppo tardi, come invece è stato per tutte quelle che l’hanno preceduta…
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Un fantasy orientale che sarà apprezzato da chi ama i drama cinesi!
Ci troviamo nella Cina antica, Ying è una ragazza che crede nell’amore e non vuole unirsi allo scontroso e freddo principe ereditario, così un giorno si trova a parlare con il suo stesso riflesso, scoprendo l’esistenza del mondo oltre lo specchio. Per una serie di dinamiche Ying si troverà a passare del tempo in questo mondo parallelo al suo e scoprirà il riflesso del principe Zhang Lin che è completamente diverso dal vero principe ereditario.
The girl with no reflection è un fantasy di sfondo orientale che racchiude folclore cinese, profezie, inganni, un mistero da risolvere e per gli amanti c’è anche un triangolo amoroso.
Ying Yue è una ragazza di diciotto anni che viene educata e cresciuta secondo le usanze del periodo (ricordiamoci che tutto è ambientato durante la Cina antica), quindi alcune sue scelte e comportamenti li ho anche giustificati in base al contesto, ma non è una protagonista che mi ha fatto proprio impazzire. La scrittrice si è concentrata più sull’ambientazione e la gestione della trama principale fatta di inganni e profezie, e poco sull’approfondimento della caratterizzazione dei personaggi che ho trovato un po’ piatti.
Punto a favore di questo fantasy, oltre a essere un volume unico, è la storia di base. L’autrice fa un buon lavoro sull’intreccio del mistero da risolvere, sulle profezie, sul deviare i sospetti che può avere il lettore sui vari personaggi. Interessante e originale la storia del mondo dei riflessi, della loro evoluzione e delle dinamiche con il mondo reale.
La storia è scorrevole e mi ha tenuta incollata alle pagine, insomma intrattiene e fa quello che deve fare, ma credo che la pecca di questo romanzo sia la dinamica romantica che, in funzione alla storia è un elemento importante che va di pari passo, purtroppo l’ho trovata sbrigativa e molto superficiale. Non c’è effettivamente del tempo che va a giustificare i sentimenti dei personaggi, anche perché tutte le dinamiche principali della storia si susseguono anche velocemente, non ci sono stacchi di mesi o settimane, e per questo motivo non ho empatizzato con la storia d’amore.
Nel complesso però è una storia carina, che intrattiene, poteva dare sicuramente di più dal mio punto di vista. Dal punto di vista estetico non ho nulla da dire, l’edizione è bellissima e anche di qualità.
È una situazione fra le più classiche. Lei decide di tradire il marito con un uomo che giudica affascinante. La tresca funziona fino al giorno in cui i due clandestini hanno la sensazione che il marito tradito abbia scoperto tutto. È un guaio. Anche perché, messa alle strette, l’adultera confessa. Che fare?
Un romanzo introspettivo che parla di tradimenti e di come sia debole l’animo umano.
Ambientato nella colonia inglese di Hong Kong negli anni Venti, la bellissima e frivola Kitty vive la sua storia d’amore clandestina con il narcisista e spregiudicato Charlie Townsend, anche lui sposato. Le cose si complicano quando Kitty intuisce che suo marito Walter ha scoperto il tradimento e ciò la conduce in un vortice di disperata follia.
La storia è molto semplice e lineare, l’autore si sofferma sull’introspezione di Kitty, sull’evoluzione del suo animo frivolo per poi portarla a una maturazione finale. Personalmente ho amato il personaggio di Walter, un uomo completamente opposto a Kitty, una persona seria, amante della cultura e del lavoro che non riesce a esprimere a parole le emozioni, eppure è un marito devoto ed estremamente attento alle esigenze di sua moglie. Dall’altra parte abbiamo il borioso, ma anche affascinante Charlie che invece si avvicina con il suo stile di vita e il modo di pensare a Kitty e la ragazza viene attratta proprio da questo. Ma le relazioni umani non sono facili, soprattutto quando si ha un animo debole e frivolo, e quando sopraggiungono i fattori esterni come il colera, la vita umana inizia a prendere anche un valore diverso agli occhi della protagonista.
Una lettura che mi ha intrattenuto e che consiglio se vi piace il genere 🙂
L’isola di Cadence è un luogo ricco di magia: le notizie vengono diffuse dal vento, gli scialli possono diventare resistenti come armature e ci sono lame che con un piccolo taglio possono instillare una paura profonda. Da tempo immemore, però, il territorio è diviso dal confine dei clan, una lunga catena di rocce che separa l’Est, dominato dai Tamerlaine, dall’Ovest, su cui regnano i Breccan. Sono passati dieci anni da quando Jack Tamerlaine ha lasciato Cadence per approdare sul continente, dove ha dedicato la sua vita allo studio della musica. Ma quando sull’isola le bambine iniziano a scomparire una dopo l’altra, Jack viene richiamato a casa per unirsi alle ricerche. Adaira, l’erede dell’Est, sa che gli spiriti che governano i quattro elementi rispondono solo alle melodie di un bardo e, credendo che siano coinvolti nelle sparizioni, è costretta a chiedere aiuto a Jack. I due non si vedono da quando erano piccoli e non facevano altro che bisticciare, ma ora, loro malgrado, devono collaborare. Canzone dopo canzone, Jack e Adaira imparano a conoscersi come se fosse la prima volta, mentre scoprono che le cause dietro ai dispetti degli spiriti sono più sinistre di quanto immaginassero. Un antico segreto giace sotto la superficie di Cadence, e potrebbe stravolgere il precario equilibrio dell’isola minacciando la sicurezza di tutti gli abitanti.