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Vite di gatti straordinari di Perez e Lacombe | Recensione

Vite di gatti straordinari

Perez e Lacombe

I gatti, che mistero. Vi siete mai chiesti quali pensieri si nascondano dietro quegli occhi maliardi? E quali avventure vivono, i misteriosi, mentre noi non li guardiamo? Quindici vite segrete di gatti straordinari messe in poesia da Sébastien Perez e magnificamente illustrate da Benjamin Lacombe.

Vite di gatti straordinari è un magico albo illustrato da Lacombe e scritto da Perez. 

In questo volume Sébastien Perez racconta con la poesia le vite di quindici gatti straordinari. L’autore prova a dare una risposta ai suoi interrogativi riguardo il mondo felino: si domanda quali pensieri nascondono e quali sono i loro atteggiamenti appena noi umani non li guardiamo. 

Ad accompagnare le poesie ci sono le meravigliose illustrazioni di Benjamin Lacombe. Le tavole, che sembrano realizzate con tecnica tradizionale, sono lavorate nel minimo dettaglio. Ogni gatto ha una propria definizione non solo dal punto di vista caratteriale, ma anche fisico. 

Il lettore così conosce la bella Evita che avrà a che fare un un pesce rosso, il povero gatto Socrate perseguitato per il colore del pelo, Ippolito che deve vedersela con il fidanzato della sua padrona e così via. Storie ordinarie che vengono affrontate da gatti straordinari. 

Leggendo questo albo non ho potuto fare a meno di rivedere alcuni comportamenti dei miei gatti e, al termine della lettura, mi sono domanda se anche Aki e Jack vivono le stesse avventure raccontate da Perez e Lacombe. 

Vite di gatti straordinari non è solo un albo adatto agli amanti dei gatti, ma anche a chi ama collezionare questi libri realizzati in modo impeccabile nel minimo dettaglio e per chi, come Perez, vuole provare a capire alcuni atteggiamenti dei felini. 

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Il posto magico di Wormell | Recensione

Il posto magico 

Wormell 

Provate a immaginare una Grande Città Nera, avvolta da una coltre di fumo e fuliggine, dove i tetti si susseguono all’infinito. Laggiù, in una casetta lunga e stretta, vivono Clementine e i suoi perfidi zii. Confinata nell’umida cantina che le fa da cameretta, Clementine è felice solo quando sogna un posto lontano, molto lontano, dove al posto dei tetti ci sono colline, al posto delle strade ruscelli. Clementine è convinta che esista davvero, quel suo Posto Magico, e che prima o poi riuscirà a raggiungerlo. Così un giorno, con l’aiuto del suo migliore amico – un gatto molto intelligente di nome Gilbert – decide di scappare per sempre dalla città e di arrivare finalmente lì dove ha sempre sognato di stare. Un’avventura che commuove come un classico e fa ridere come le storie di Roald Dahl, scritta e illustrata dall’artista Chris Wormell.

Capita che l’apparenza inganni, è vero, ma non è questo il caso. Quei due erano dei mostri. Malvagi e crudeli, più di quanto possiate immaginare.

Ambientato nella Grande Città Nera, dove l’aria è resa pesante dal fumo e la fuliggine, il lettore scopre la storia di Clementine. Una bambina che vive chiusa nello scantinato di casa e viene maltrattata e sfruttata dagli zii che, per come si comportano, sembrano più dei mostri che degli esseri umani. Ad allietare in qualche modo le giornate tristi e grigie di Clementine, c’è Gilbert, un gatto che la aiuterà a trovare il suo posto magico.

Devo dire che mi aspettavo di più da questa lettura. La trama è molto semplice, lineare, non ci sono particolari intrecci o colpi di scena. La storia si alterna con Clementine, che vive segregata in casa e inizia a scoprire la bellezza del cielo e la sensazione piacevole del sole sulla  pelle, e i piani dei perfidi zii.

Mi è piaciuta molto l’ambientazione, mi ha rievocato l’atmosfera cupa di una Londra passata, e ho apprezzato alcuni elementi classici che sono presenti nel romanzo come: la bambina maltrattata che sogna un posto migliore e gli zii crudeli.

La presenza di Gilbert dà una nota “fantastica” alla storia. Il gatto si palesa sempre nel momento del bisogno. E’ un felino furbo, scaltro e intelligente. Ad accompagnare la storia ci sono delle illustrazioni che spesso sono inserite in sequenza per rappresentare al meglio alcune scene.

Un libro carino che si legge velocemente, dallo stile semplice e leggero.

Credo che sia una buona lettura per i bambini che si approcciano al passaggio dai libri per più piccoli a quelli per ragazzi, proprio perché la trama è molto semplice e le illustrazioni accompagnano la storia rendendola interessante e dinamica. 

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Mignolina illustrato da Mazzoni | Recensione

Mignolina 

di Handersen illustrato da Marco Mazzoni

Rospi, Maggiolini, topi e talpe: tutti vogliono fermare mignolina, la minuscola bambina appena sbocciata. Grazie a una Rondine, lei sceglie la libertà. Un nuovo sguardo su una fiaba intramontabile, che è un inno alla diversità, al coraggio e alla capacità di cambiare.

Era proprio un tulipano, ma al suo interno, sul pistillo verde, era seduta una bambina piccola, graziosa e delicata, alta poco più di un mignolo. Perciò la donna la chiamò Mignolina.

Una fiaba con delle illustrazioni dettagliate e oniriche. 

Bene o male quelli della mia generazione conoscono la storia di Mignolina, una fiaba di Hans Christian Andersen che però non rientra sul podio delle fiabe più note. Infatti la storia più famosa dell’autore è La Sirenetta, di cui abbiamo avuto, e abbiano tuttora, varie rivisitazioni. 

Con quest’albo non solo Rizzoli ripropone una fiaba un po’ più ricercata, ma con l’interpretazione dell’illustratore Marco Mazzoni la storia prende più corpo.

Tutto parte dal desiderio di una donna nel voler avere una figlia e grazie all’aiuto di una strega nasce Mignolina. La protagonista è una bambina delicata e bellissima, alta quanto un mignolo. Per una serie di disavventure si troverà ad avere a che fare con vari animali, i quali avranno problemi con sua la diversità. 

Rileggendo la storia sono tornata un po’ bambina e, per quanto non ami particolarmente la fiaba di Mignolina, non ho potuto fare a meno di innamorarmi delle illustrazioni di Marco Mazzoni. Le tavole dalle tinte pastello sono in continua evoluzione. L’illustratore segue la crescita e il cambiamento interiore di Mignolina e così i colori e i particolari si intensificano, creando dei veri e propri capolavori. Mazzoni non realizza delle illustrazioni che rappresentano in modo letterale gli avvenimenti del racconto, ma dà una sua interpretazione molto onirica e poetica in base all’evoluzione di Mignolina.

Un racconto classico della letteratura per l’infanzia che parla di una bambina che accetta la sua diversità, prende coraggio e cresce. 

#Prodottofornitoda @Rizzoli

 

Nella bocca del lupo di Morpurgo | Recensione

Nella bocca del lupo

Morpurgo

Francis e Pieter, due fratelli molto uniti eppure così diversi. Quando scoppia la seconda guerra mondiale scelgono strade opposte: Pieter si arruola nell’aviazione britannica e va a combattere, mentre Francis, convinto pacifista, fa obiezione di coscienza e si ritira nella campagna francese. Le loro idee sembrano guidarli, ma la guerra travolge tutto e Francis si ritroverà solo di fronte al nemico. Uno dei più grandi autori per ragazzi contemporanei attinge alla storia vera dei suoi zii per dar voce alla lunga e commovente lettera di un uomo che, nel giorno del suo novantesimo compleanno, ricorda il fratello scomparso settant’anni prima. Il testo è accompagnato dalle raffinate ed evocative illustrazioni di barroux.

Eri sempre stato così sicuro di te. Volevi essere un grande attore ed è ciò che eri diventato. Quanto a me, i ritrovai un giorno davanti a una classe di quaranta bambini, cercando di fare l’insegnante.

Una storia dai toni malinconici che ripercorre, attraverso i ricordi di Francis, alcuni momenti della seconda guerra mondiale.

La storia si apre con Francis che festeggia il suo novantesimo compleanno. Al termine della festa, prima di addormentarsi, l’anziano si perde nei ricordi del passato e si sofferma sulle persone che non ci sono più.

Con uno stile dolce e nostalgico, il lettore ripercorre le tappe e i legami più importanti della vita di Francis, dal rapporto con il fratello Pieter, al primo incontro con la moglie, fino ad affrontare le scelte che lo hanno portato a contatto con la guerra.

La storia è accompagnata da delle delicate illustrazioni in bianco e nero di Barroux che enfatizzano ogni ricordo del protagonista, lasciando un velo di tristezza nel lettore.

La trama ha un buon ritmo, le parole scorrono velocemente con uno stile semplice e delicato, e ciò non va a sminuire l’atrocità della guerra. Ciò che dà una marcia in più a questo libro è la presenza delle foto delle persone che vengono nominate. Questa chicca, presente alla fine del volume non solo rende la trama più concreta, ma il trasporto emotivo sale quando si focalizza che la storia è un omaggio che fa l’autore ai suoi parenti. 

Nella bocca del lupo non è solo un libro per ragazzi che racconta di come la guerra abbia condizionato la vita di Francis, ma è anche un omaggio di un nipote che decide di raccontare la storia dei suoi zii.

#Prodottofornitoda @Rizzoli

La Congregazione dei Fantasmi di Will Mabbitt | Recensione

La Congregazione dei Fantasmi

Will Mabbitt

Quando Jake riceve per errore un pacco con all’interno un dito mozzato, capisce subito di essersi cacciato in un bel guaio: i terribili Ossolupi, creature misteriose e crudeli, si sono messi sulle sue tracce, guidati da un Mietitore intenzionato a spedire la sua anima nel Vuoto Eterno! Per fortuna Jake non è solo. Lo spettro del becchino Stiffkey, la giovane fantasmina Cora e la volpe fantasma Zorro lo accompagneranno in una pericolosissima missione: raggiungere la Congregazione dei Fantasmi e restituire la Dannata Cosa prima che sia troppo tardi per Jake, e per il mondo intero! 

Jake Green era decisamente vivo. Vivo al risveglio, vivo per tutta la giornata di scuola, ancora vivo adesso, mentre arrancava verso casa attraversando il piccolo villaggio di Elmbury. Essere vivo era qualcosa che dava per scontato. Perché, per quanto potesse ricordare, era sempre stato così. Jake lo trovava piuttosto facile. Bastava non morire, e per ora gli era venuto naturale. 

Un’avventura frizzante e dai toni grotteschi. 

Jake è un bambino di dodici anni che vive una situazione molto delicata perché i genitori sono separati. Il ragazzino sta con al madre, la quale lo riempie di attenzioni e premure, mentre con il padre ha un rapporto problematico. Un giorno Jake incontra un individuo dall’aspetto lugubre di nome Stiffkey, il quale gli consegna per sbaglio una scatola con all’interno un dito mozzato. Per questo errore Jake verrà perseguitato dalla Congregazione dei Fantasmi che vuole portarlo al Vuoto Eterno perché ormai conosce troppe cose del mondo dei morti. Stiffkey si scoprirà essere un fantasma e cercherà di aiutare il povero Jake a risolvere la situazione.

La Congregazione dei Fantasmi è un romanzo per ragazzi dai toni cupi che tratta della morte e degli spiriti in una chiave leggera e avventurosa, adatto soprattutto a un pubblico giovane, ma anche a persone più grandi che vogliono una lettura leggera e veloce. Lo stile di Mabbitt è fresco e frizzante come la storia. 

Jake inizia un viaggio con Stiffkey e in questo percorso il ragazzino incontrerà  nuovi personaggi che hanno un legame con il mondo dei morti e che lo aiuteranno a crescere e a comprendere le sue capacità. Più che la caratterizzazione del protagonista ho apprezzato molto lo studio e la descrizione del mondo degli spiriti e delle sue personalità. Si parla di sedute spiritiche, di Sbrogliatori che sono persone che aiutano i fantasmi a risolvere le questioni in sospeso per poi passare nell’Aldilà. 

Il romanzo non si sofferma solo sull’avventura fantastica dai toni cupi, ma affronta anche la crescita di Jake, il quale si trova ad affrontare un mondo tanto diverso, ma per certi versi simile al nostro e ciò lo aiuterà a comprendere dell’immenso affetto che prova per i genitori.

In un turbino di magia, fughe e scene divertenti si aggiunge anche Cora, un fantasma che legherà molto con il protagonista e che ho subito amato. Ci tengo a dire che il libro è anche molto curato graficamente, con illustrazioni in bianco e nero e impaginazione accattivante. 

Una storia leggera che parla di coraggio e della vita, ed è solo il primo capitolo di un’avventura che si prospetta molto interessante. 

#Prodottofornitoda @FabbriEditori

La ragazza che voleva salvare i libri di K. Hagerup | Recensione

La ragazza che voleva salvare i libri

K. Hagerup e L. Aisato

Anna adorava i libri. Leggeva tutto il giorno. Leggeva la mattina prima di alzarsi. Leggeva la sera prima di andare a letto. Leggeva la sera dopo essere andata a letto. Quando la mamma o il papà entravano nella sua camera, faceva finta di dormire. Ma non dormiva. Leggeva sotto il piumino. Attraverso i libri si faceva centinaia di nuovi amici. E qualche nemico. Ma, si sa, così è la vita. Un racconto magico sui libri, chi li abita e chi li ama fino a non volersene separare mai.

Anna non aveva nessuna voglia di diventare grande. 
L’idea di crescere la terrorizzava.
Più di tutto la tormentava il pensiero del suo prossimo compleanno.
Non mancava molto.
Avrebbe compiuto dieci anni.

Una storia dolce, fantasiosa e un po’ malinconica.

Anna è una bambina che ha paura di invecchiare e l’unica cosa che la conforta  sono i libri che li considera veri come la vita. Tra le pagine di un manoscritto non solo rivive avventure fantastiche, ma conosce anche tanti personaggi con cui fa amicizia.

Un giorno Anna va in biblioteca e scopre la terribile fine che fanno i libri quando nessuno li prende in prestito. Per evitare che questi vengano distrutti, decide di leggerne il più possibile, ma rimane incantata particolarmente da una storia a cui manca il finale. 

Ad accompagnare la trama ci sono delle meravigliose illustrazioni a colori che hanno uno stile delicato e sognante, proprio come la storia. La scrittura è semplice e scorrevole, e il lettore entra subito in sintonia con la piccola protagonista. 

Anna è una bambina di dieci anni che mi ha colpito particolarmente, proprio perché ho visto me stessa in alcuni suoi pensieri. Oltre lei ci sono altri due personaggi importanti che sono la Signorina Monsen, che lavora in biblioteca insieme a  Milton Berg, un uomo che ha spesso lo sguardo triste e malinconico. Due figure ben caratterizzate che accompagnano il percorso della bambina senza essere troppo invasivi, ma che rappresentano un ruolo chiave per la storia.

La ragazza che voleva salvare i libri non è solo una storia illustrata che tratta dell’amore per la lettura e del valore dei libri, ma soprattutto si sofferma sul non avere paura del futuro e dell’ignoto

#Prodottofornitoda @Rizzoli

I figli del re di S. Hartnett | Recensione

I figli del re

Sonya Hartnett

Inghilterra, 1940. Cecily, dodici anni, e suo fratello Jeremy, quattordici, sono stati mandati in campagna nella lussuosa dimora di famiglia per sfuggire all’ormai imminente e temuto grande bombardamento di Londra. Insieme a loro c’è May, una piccola sfollata che la famiglia ha accolto per il periodo della guerra. Durante le loro scorribande, le due ragazzine scoprono le rovine di un castello su cui aleggia un’antica leggenda. È una storia crudele e terribile, per nulla adatta alle orecchie di tre ragazzi, ma che proprio per questo loro vogliono conoscere. Una storia dalle atmosfere shakesperiane che narra di un Duca assetato di potere vissuto diversi secoli prima e di due principi scomparsi. Nella rievocazione di quel tempo lontano e nei drammatici giorni di guerra che i ragazzi stanno vivendo, passato e presente si fondono per dare vita a una storia avventurosa e piena di mistero, come sprofondate nel mistero sono le rovine di Snow Castle.

Snow Castle era stato costruito nel silenzio per custodire il silenzio, e in silenzio era caduto a pezzi.

Una storia per ragazzi che racconta, con un linguaggio raffinato, il disagio della guerra.

Ci troviamo nel 1940, l’Inghilterra è minacciata dai bombardamenti e così Jeremy, Cecily e loro madre vanno in campagna, nella tenuta dello zio Peregrine Lockwood. Prima di arrivare a Heron Hall, il luogo che in quel momento sembra più sicuro dalle minacce della guerra, la signora Lockwood decide di dare rifugio a una piccola sfollata di nome May. In questa atmosfera di paura e agitazione Cecily si avvicina molto alla nuova arrivata, che considera come una migliore amica. Un giorno le due si allontanano dalla tenuta per giocare e scoprono le rovine di un castello, conosciuto con il nome di Snow Castle, il quale è il rifugio di due strani bambini.

Il lettore segue le vicende di Cecily e May che sono molto diverse tra loro: la prima ha un atteggiamento infantile, è una bambina viziata, spesso non pensa prima di parlare, ma allo stesso tempo l’ho trovato molto genuina. May è il personaggio che più mi ha conquistata, è una bambina taciturna, coraggiosa, molto intelligente, dai suoi silenzi e dalle poche risposte si percepisce fin da subito che è più matura dell’età che ha. Poi abbiamo Jeremy, il fratello maggiore di Cecily, il ragazzo che si sente uomo, pronto ad affrontare la guerra e ad aiutare il padre che è rimasto da solo a Londra.
Tre ragazzini che affrontano questa situazione in modo diverso, con pensieri e azioni in linea con il loro carattere.

Tra ansie, paure e le orrende notizie della guerra, lo zio Peregrine, un uomo burbero che porta sempre negli occhi una profonda tristezza per il suo passato, racconta ai ragazzi una leggenda che tratta di re, regine, intrighi di corte, piani atroci e tradimenti. Una storia che ha il sapore della tragedia shakesperiana, in cui le cospirazioni non badano neanche ai legami di sangue perché l’unico obiettivo è il potere. 

Il linguaggio di Sonya Hartnett è fluido e delicato, non entra nel dettaglio sulle atrocità della guerra, ma con poche parole rende perfettamente la situazione, creando la giusta atmosfera. Ho trovato, personalmente, la storia un po’ lenta e la conclusione troppo frettolosa, ma devo dire che il finale è elegante e in linea con l’atmosfera dolce-amara del libro.

La storia gioca sugli intrecci tra presente e passato, realtà e fantasia, divertimento e tragedia, elementi che si combinano alla perfezione in una chiave elegante e delicata.

Punto forte sono sicuramente i personaggi che sono ben caratterizzati, vengono trattati molto bene i tre ragazzini, ma mi sarebbe piaciuto leggere di più sullo zio Peregrine, un uomo solido nel suo essere, ma che nasconde molte fragilità.

Accattivante e deliziosamente tragica è la storia del duca che è disposto a tutto pur di ottenere il trono, un dramma storico ben articolato, crudele e pieno di mistero fino alla fine.

Tra giochi infantili, litigi, bombardamenti e la storia narrata da zio Peregrine, si snoda la trama avvinghiando il lettore in un intreccio tra passato e presente. 

 

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Jack Bennet e la chiave di tutte le cose di F. Manni | Recensione

Jack Bennet e la chiave di tutte le cose

Fiore Manni

Jack Bennet è un bambino di dieci anni come tanti altri, forse solo un pochino più basso e più magro della media. Ogni mattina si alza, si avvolge intorno al collo la lunga sciarpa a righe azzurre che gli ha lasciato suo padre ed esce per le fumose vie di Londra. Come molti ragazzi del suo tempo lavora in fabbrica, perché la mamma è malata, e in famiglia non c’è nessun altro che possa provvedere a loro. Una mattina, sulla strada del lavoro, Jack incontra un curioso personaggio che pare sbucato dal nulla; un uomo del tutto fuori luogo, con il suo elegante completo viola nel bel mezzo della grigia città. Jack lo osserva incuriosito e lo saluta educato, poi lo ascolta con attenzione. E fa bene, perché la più grande delle avventure può cominciare in un giorno qualunque. L’uomo gli consegna una chiave, e con quella Jack inizia a viaggiare per mondi sconosciuti e bislacchi, dove incontra pappagalli tipografi, libri magici per tutte le occasioni, navi pirata, una ragazzina spavalda ma non troppo, un drago che sputa vapore e colleziona tesori. E molto, molto altro.

La vasta sala in cui si trovavano, con le pareti d’oro brillante e il soffitto che si perdeva fra le pigre nuvole rosa, era riempita di telai d’oro zecchino, su cui una grande quantità di conigli bianchi tesseva con rapidità e precisione enormi tele colorate.
L’Architetto dei Sogni mise una mano sulla spalla di JAck, indicandogli la scena che aveva davanti con il bastone di nuvole.
«Questi» disse con orgoglio «sono i conigli che tessono i sogni di tutti i mondi.»

In una Londra passata, tra la nebbia pesante e i fumi delle fabbriche, conosciamo Jack Bennet.
Jack è un bambino di dieci anni che, dopo la morte del padre, passa un periodo particolarmente difficile con la madre. La signora Bennet si ammala e così il piccolo Jack decide di provvedere a lei e trova lavoro presso una tipografia. La sua mansione è quella di recuperare la carta che si incastra nei macchinari, un ruolo perfetto per le sue mani infantili.

Un giorno incontra uno strano individuo che si presenta come il Padre di Tutte le Cose, una persona ambigua e particolare che mi ha molto affascinato per la sua caratterizzazione. Lui gli consegna una chiave capace di aprire qualsiasi serratura per accedere a mondi fantastici e così inizia l’avventura del nostro protagonista.

Lo stile di Fiore Manni è leggero e scorrevole, così delicato e sognante che sembra di leggere una favola. La storia ha un ritmo veloce, capitolo dopo capitolo il lettore affronta, insieme a Jack, mondi magici con personaggi bizzarri e particolari. 

Jack è adorabile, un bambino dolce e di buon cuore, ma che non ha fiducia in se stesso. Pensa di non avere alcuna qualità, di non essere bravo in nulla, ma in questo viaggio scoprirà quanto vale. Il lettore segue il percorso di crescita del protagonista, un cammino che lo porterà ad affrontare con coraggio le avversità e a prendere importanti decisioni.

La dinamica fantasy si sviluppa man, mano  perché si parte da un’ambientazione realistica per poi scoprire, insieme a Jack, i mondi magici che ha creato l’autrice. E così si incontrano pappagalli con il senso dell’umorismo, pirati agguerriti, creature incantate, conigli che tessono sogni e tanti altri elementi originali. Uno dei punti forti di questo libro è la caratterizzazione dei personaggi, ognuno di loro è unico e curato nel dettaglio. Personalmente ho adorato l’Architetto dei Sogni, una figura che mi ha incantato per la dolcezza del suo lavoro e ho apprezzato molto anche il Padre di Tutte le Cose, un personaggio che mantiene questo alone di mistero fino alla fine, ma che inevitabilmente affascina il lettore.

Una storia incantevole e colma di fantasia che parla di amicizia e coraggio. Una lettura adatta ai più piccoli, ma anche ai grandi che hanno voglia di un’avventura che risvegli il bambino che è in loro. 

#Prodottofornitoda @Rizzoli