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Sorelle Brontë (Jane Eyre di Charlotte Bronte) | Recensione

Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L’angelo della tempesta, La Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali, capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d’erica, roccia e foschia. Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.

 

Il 25 agosto esce questo bellissimo volume edito Mondadori: Le Sorelle Bronte.
Si tratta di un unico volume illustrato con all’interno alcune informazioni riguardo alle autrici e i loro libri di punta.

Il libro contiene: 
– AGNES GREY scritto da Anne Bronte;
– CIME TEMPESTOSE di Emily Bronte;
– JANE EYRE narrato da Charlotte Bronte;

Partecipo al Review Party organizzato da Michela di la_stanza_dei_libri e Federica di Infermieranerd, e tra i tre classici da trattare ho deciso di recensire Jane Eyre di Charlotte.

Aspiravo alla libertà; ardentemente desideravo la libertà; e pronunciai una preghiera per ottenere la libertà; mi sembrò che venisse dispersa dal debole soffio del vento.

Jane Eyre è il mio classico preferito, trovo che abbia un mix di elementi che lo rende unico e diverso dagli altri romanzi dell’ottocento. 

La nostra protagonista non è ricca, non è bella e non ha le aspirazioni che hanno le altre ragazze della sua età. Jane fin da piccola deve sopportare i maltrattamenti della zia e gli atti di bullismo, affronta questi disagi con forza e determinazione perché il suo unico obiettivo è ottenere la libertà.

Jane cresce, sopravvivere alla dura e spesso crudele disciplina della scuola che frequenta, ma grazie allo studio e alla conoscenza, diventa una stimata insegnante che la condurrà dall’uomo che le ruberà il cuore: Rochester.

Adoro l’ambientazione cupa e misteriosa che aleggia nella tenuta di Rochester. Una figura inquietante si aggira tra i corridoi, Jane ne avverte la presenza e cerca di non abbassare mai la guardia. Per gran parte del romanzo c’è un sottile confine che divide il reale dal surreale, tutto determinato da un’ambientazione inquietante e dai toni scuri. 

La relazione sentimentale è un crescendo di emozioni. Rochester è un uomo che ha un suo passato amoroso, ha profonde cicatrici e tende a guardare il mondo con astio, ma è con Jane che trova una fonte limpida. La ragazza fa valere i suoi pensieri, tiene testa ai discorsi del padrone di casa con schiettezza e questo atteggiamento attira lo sguardo di Rochester, catturando il suo cuore. 

Oltre al fattore romantico, la cosa che adoro di questo romanzo è come la protagonista, anche nei momenti critici, preferisce scegliere sempre la sua libertà. In un momento cruciale con la sua storia d’amore, scoprirà il grande segreto che nasconde Rochester e a quel punto la protagonista dovrà fare i conti con la realtà e decidere quale via prendere. 

Un romanzo dai toni cupi, con una protagonista che cerca di conquistare la sua libertà, non dando importanza al giudizio della società.
Un libro che tutti dovrebbero leggere. 

#Profottofornitoda @MondadoriOscarVault

 

Recensione: IL MIO NEMICO MORTALE di Willa Cather

IL MIO NEMICO MORTALE

 Willa Cather

Una notte, la giovane Myra Driscoll scappa di casa portando con sé solamente un manicotto e un portamonete. A passo svelto e testa alta, se ne va per sempre. Raggiunge Oswald Henshawe, giovane spiantato di cui è innamorata, e lo sposa in gran segreto, rinunciando così alla cospicua eredità che le spetterebbe. Un gesto audacemente romantico, che in famiglia diventa una leggenda. Quando, molti anni dopo, una giovane amica le chiede se lei e Oswald sono stati felici, la risposta è glaciale: «Felici? Oh, sì! Come la maggior parte della gente».
E allora a che cosa è servito quel sacrificio? Che senso ha avuto barattare grandi fortune per una vita banalmente normale? Quelle che emergono, in questo romanzo breve ma stratificato, sono le mille sfumature di una figura ambigua e tormentata, una donna tanto risoluta nelle sue clamorose rinunce, quanto incapace di godere di una felicità che di clamoroso non ha nulla. Uno spirito libero che si trova a combattere contro i limiti della quotidianità e la crescente, esasperante consapevolezza di essere una donna totalmente diversa da quella che pensava di essere in giovane età.
Willa Cather, talentuosa autrice americana vincitrice del Premio Pulitzer, ci regala un piccolo capolavoro: pagine davvero indimenticabili, intrise di una grande carica drammatica.


Eppure sono fatta così. Si può essere amanti e nemici allo stesso tempo, sai? Noi lo siamo stati… Un uomo e una donna si separano dopo un lungo abbraccio e vedono cos’hanno fatto l’uno all’altra. Forse non riesco a perdonare Oswald per il male che io stessa gli ho fatto. Forse è questo. Quando si hanno dei bambini, il sentimento muta in modo naturale. Ma quando tutto resta così personale… prima o poi qualcosa viene meno. Si perde tutto, con l’età, anche la forza di amare.

Non conoscevo l’autrice Willa Cather e l’ho scoperta con questa breve lettura che considero una piccola perla del mondo letterario.

Cather affronta l’evoluzione di un’amore passionale e travolgente, un sentimento che non considera lo status sociale, la ricchezza o la paura di un futuro incerto, ma si fa guidare dall’istinto e dalle emozioni intense.

Con uno stile raffinato, conosciamo la storia di Myra Driscoll dal punto di vista di Nellie, una giovane ragazza che rimane affascinata dalla figura della donna, ma allo stesso tempo si sente anche in soggezione.

Il libro si divide in due parti: la prima si limita a presentare i personaggi, a far conoscere l’ambiente al lettore attraverso gli occhi di Nellie, la seconda è ambientata dieci anni dopo ed è qui che si percepisce la forza e l’intensità della storia.

Myra è una donna avida, egoista e marteriale e questi suoi aspetti negativi vengono enfatizzati in modo graduale, soprattutto quando la malattia la mette a dura prova.

Cather racconta di una storia d’amore molto realistica, in poche pagine ha reso la trama profonda, lasciando al lettore un senso di angoscia e di apprensione. 

Per saperne di più vi lascio alla video recensione 🙂


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Recensione: Il grande Gatsby di Fitzgerald

Il grande Gatsby

Francis Scott Fitzgerald

Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell’estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi freneticamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino colpisce Nick in modo particolare: si tratta del misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e in un amore insensato per la cugina di Nick, Daisy… Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità.

 

 


Nelle notti estive mi giungeva la musica dalla casa del mio vicino. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene fra bisbigli e champagne e stelle. Durante l’alta marea del pomerggio guardavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia calda della spiaggia privata, mentre i suoi due motoscafi fendevano le acque dello stretto, rumorchiando acquaplani tra cascate di spuma. 

Magico, straziante e crudele. 

Il Grande Gatsby è un romanzo che tratta di vari temi, ma quelli che risaltano maggiormente sono la speranza e la solitudine.

La speranza di Gatsby è non solo quella di realizzare i suoi sogni, ma soprattutto quella di conquistare e avere al suo fianco Daisy. Nonostante il protagonista abbia tutto dalla vita, sia famoso, ricco e sia sempre circondato da persone è in realtà solo, nessuno sa chi sia, nessuno conosce realmente il proprietario della grande dimora dove si svolgo stravanti e lussuose feste.

Una solitudine che è presente fin dall’inizio del libro e che diventa una situazione opprimente alla fine.

Lo stile di Fitzgerald è meravigliosio, con poche parole descrive in modo originale e sublime i personaggi e le ambientazioni non risultando mai prolisso o noioso. Immerge il lettore nei fastatici anni venti con musica jazz, champagne e balli.

Che dire dei personaggi?
Ho amato alla follia Gatsby, ormai è diventato il mio uomo letterario ideale: enigmatico e affasciante, ma la cosa che mi ha più conquistata è il suo atteggiamento che cambia da “uomo di mondo” a “uomo insicuro e timido” quando incontra di nuovo Daisy dopo cinque anni.
La scena in cui i due si incontrano, grazie all’aiuto di Nick, per me è una delle più belle del mondo dei classici.

Daisy è un personaggio che cammina sul filo del rassoio. Il lettore non riesce a capire fino in fondo quanto sia ingenua o quanto voglia far credere di esserlo. Una persona molto instabile emotivamente, capace di distruggere il mondo di chi la circonda.

Nick è una figura che rimane un po’ in disparte, anche se il lettore scopre la storia attraverso il suo punto di vista, ma il protagonista rimane Gatsby fino alla fine.

Una storia enigmatica e accativante dalla trama ben organizzata e con personaggi caratterizzati alla perfezione. 

Il miglior classico che abbia letto fin ora. 

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