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Tutti gli uccelli nel cielo di Anders | Recensione

Fin da piccoli, Patricia Delfine e Laurence Armstead hanno avuto visioni del mondo diverse e spesso opposte. Patricia sapeva parlare agli animali e trasformarsi in un uccello. Laurence è stato capace di costruire un supercomputer e una macchina del tempo (in grado però di muoversi solo di due secondi nel futuro). Nell’attraversare quell’incubo infinito che è la scuola media sono diventati alleati, per quanto un po’ diffidenti; almeno fino all’intervento di un misterioso consulente scolastico con un piano segreto… Mai avrebbero immaginato di ritrovarsi. Ma dieci anni dopo, ormai adulti, si incontrano di nuovo. Patricia si è laureata a Eltisley Labirinto, l’accademia segreta per chi ha poteri magici, mentre Laurence è un prodigio dell’ingegneria impegnato a cercare di salvare il pianeta. Trascinati sui fronti opposti di una guerra tra scienza e magia, Laurence e Patricia sono costretti a schierarsi, prendendo una decisione da cui dipendono il destino del pianeta e dell’umanità.

Una storia che intreccia elementi fantastici con la fantascienza!

Patricia e Laurence sono due ragazzini tanto diversi tra loro eppure, nella loro diversità, vivono delle situazioni in comune come il bullismo a scuola e un pessimo rapporto con i genitori. Saranno proprio questi eventi a farli avvicinare. Due anime solitarie e ferite, una collegata alla magia della natura, l’altra alla scienza.

Non sono una grande amante della fantascienza, eppure mi ha incuriosito questa trama per la presenza degli elementi fantastici.

Tutti gli uccelli nel cielo è un libro che possiamo dividere in due parti: nella prima il lettore conosce Patricia e Laurence adolescenti che vivono atti di bullismo a scuola. Sono fin dall’inizio ben caratterizzati e, seppur vivano entrambi le stesse situazioni, hanno un modo di reagire completamente diverso. Patricia ha un animo puro, cristallino, anche se soffre per il rapporto con i suoi genitori e per i maltrattamenti a scuola, mantiene sempre intatto il suo animo genuino e delicato, mentre Laurence cova rancore e tanta rabbia. Due modi di approcciarsi alla vita molto diversi. Ho adorato particolarmente questi primi capitoli perché l’autrice rende vivido il disagio e lo stato d’animo dei due protagonisti. 

Nella seconda parte c’è un salto temporale, i nostri protagonisti sono cresciuti, ognuno ha intrapreso la sua strada, uno la scienza, l’altra la magia, c’è una nuova ambientazione, dei nuovi personaggi eppure ho faticato molto a orientarmi trovando la storia un po’ confusionaria. A volte mi sono persa nello stile dell’autrice che anche se stilisticamente trovo molto bello, non mi ha molto coinvolta nella lettura. In più Patricia e Laurence non mi hanno trasmesso la stessa intensità che ho percepito nella prima parte.

Il romanzo di Anders è sicuramente una storia particolare, sia per l’intreccio di generi diversi ben bilanciati, sia per le varie tematiche che tratta come: bullismo, rapporti famigliari problematici, l’amicizia, la ricerca di se stessi, il progresso e l’impatto che questo ha sulla natura. Insomma punti attuali e molto sentiti oggi.

#Prodottofornitoda @Mondadori

Queste gioie violente di Chloe Gong | Recensione

Corre l’anno 1926 e a Shanghai, scintillante come non mai, si respira un’aria di dissolutezza. Una faida sanguinosa tra due gang nemiche tinge di rosso le strade, lasciando la città inerme nella morsa del caos. Al centro di tutto c’è la diciottenne Juliette Cai che, dopo un passato lontano dagli affari di famiglia, ha deciso ora di prenderne in mano le redini e assumere il ruolo che le spetta di diritto nella Gang Scarlatta, un’organizzazione di criminali completamente al di sopra della legge. Ma non sono gli unici a voler imporre il proprio controllo sulla città. A contendere il loro potere, infatti, ci sono i Fiori Bianchi, nemici da generazioni. E dietro ogni loro mossa, c’è il loro rampollo, Roma Montagov, il primo amore di Juliette… ma anche il primo ad averla tradita. Quando gli affiliati di entrambe le gang iniziano a mostrare segni di instabilità, che culminano in suicidi cruenti, si diffondono strane voci. Si parla di contagio, di follia, di mostri nascosti nell’ombra. A mano a mano che le morti si accumulano, Juliette e Roma sono costretti a mettere da parte le armi – e il rancore che provano l’una per l’altro – e a iniziare a collaborare. Se non riusciranno a fermare il caos che sta sconvolgendo la loro gente e Shanghai, non resterà più nulla su cui esercitare il loro dominio. In questa originalissima rivisitazione del classico di Shakespeare, Chloe Gong conduce i lettori in un viaggio avventuroso e commovente durante il quale violenza e passione si mescolano nei destini dei giovani protagonisti.

Queste gioie violente è un romanzo che viene pubblicizzato come rivisitazione del classico di Shakespeare “Romeo e Giulietta” e seppur ci siano, ovviamente, degli elementi in comune, aspettatevi una storia molto più intricata e stimolante.

Il lettore scopre una Shanghai turbolenta e dilaniata dalla faida di due gang nemiche che porta il caos per le strade: la Gang Scarlatta e i Fiori Bianchi. I rispettivi eredi Juliette Cai e Roma Montagov si innamorano da adolescenti, ma la faida tra le famiglie è così profonda che i due da amanti diventano nemici. Eppure, quando compare un mostro a Shanghai che trascina alla “follia” tra le persone, i due eredi metteranno da parte l’astio per collaborare.

Ho trovato l’ambientazione ben dettagliata, la Shanghai dei anni ’20 appare grigia, oscura, peccaminosa per i traffici e i loschi affari delle due gang. Oltre agli Scarlatti e ai Fiori Bianchi che popolano la città ci sono anche  i comunisti e le forze straniere, insomma una città popolata da varie personalità che cercano di avere il loro tornaconto.

Gong riesce a concretizzare non solo questa Shanghai divisa, ma anche la struttura delle due gang che sono molto diverse tra loro. Da una parte abbiamo gli Scarlatti di cui fanno parte principalmente i componenti della famiglia Cai, quindi c’è una struttura gerarchica familiare composta da zii, cugini ecc. I Fiori Bianchi hanno un’organizzazione che opera più nel caso, dove la maggior parte sono russi.

Punto forte secondo me sono le atmosfere e l’ambientazione, peccato che non mi abbia convinto lo stile dell’autrice che per i miei gusti è troppo descrittivo e spesso mi perdevo nella narrazione e dovevo tornare indietro.

La trama principale l’ho trovata interessante, ben articolata, anche se la parte della follia e di questo mostro a tratti mi hanno lasciata un po’ perplessa, ma nel complesso fila, mentre la storia d’amore tra i due protagonisti è un qualcosa che rimane di sfondo perché l’autrice crea il focus sull’aspetto thriller e investigativo. Se vi aspettate scene d’amore appassionate e romantiche, non è quello che succede, almeno in questo primo volume. Parlando proprio della sfera romantica mi sarebbe piaciuto leggere qualche capitolo ambientato anni prima, quando Roma e Juliette stavano insieme, per entrare più in sintonia con la loro storia, invece l’autrice si limita a raccontare qualche frammento attraverso i ricordi dei personaggi. Ecco Gong è un’autrice che predilige più raccontare invece di far agire i personaggi secondo me.

I personaggi sono ben caratterizzati  e ho apprezzato molto il contrasto tra Juliette e Roma.
La prima è una ragazza fiera, tenace, forte, molto coraggiosa, pronta a prendere decisioni anche difficili per difendere la sua famiglia, poi abbiamo Roma, un ragazzo dalla corazza dura, ma non aspettatevi il tipico maschio alfa, in realtà è sensibile e fedele a chi ama. Un contrasto che ho apprezzato molto!

In più ho trovato ben caratterizzati anche i personaggi secondari, come le cugine di Juliette e, in particolar modo, Benedikt e Marshall e il loro rapporto fatto di esitazioni di cose dette e non dette.

Queste gioie violente vi catapulterà in una Shanghai violenta, avvolta dai fumi degli eccessi e della malavita, tra intrighi, misteri e colpi di scena.

#prodottofornitoda @Mondadori

L’incantatore oscuro di Fawcett | Recensione

Costretti all’esilio su un’isola incantata che si muove da sola attraverso i mari, l’ex principessa Noa, la sorellina Mite e suo fratello Julian si preparano a reclamare il trono usurpato. Sanno però di non potersi fidare di nessuno, dopo che la madre è stata uccisa da qualcuno molto vicino a loro e, sempre più insistenti, si sono insinuate voci sulla malvagità della regina, i cui oscuri poteri avrebbero corrotto anche i figli. Specialmente Julian, legittimo erede, da tutti conosciuto e temuto come mago più potente del Florean. Spingendosi oltre il velo della Morte, e oltrepassando limiti sconosciuti, sarà proprio Noa a trovare l’arma che i traditori vorrebbero usare contro il fratello. Ma se cercando di salvarlo rischiasse di perderlo per sempre? Una spettacolare avventura fantasy, dall’arguta vena ironica.

L’Incantatore Oscuro è un libro per ragazzi che parte subito con l’azione e che ha un bel universo magico.

Ci troviamo nel regno di Florean e la principessa Noa non ha il tempo di piangere per la morte della madre, che fanno irruzione nel castello degli individui che vogliono uccidere lei, la sorellina minore Mite e suo fratello maggiore Julian. I fratelli scappano di casa, ma giurano di vendicare la loro madre, morta assassinata, e di riprendersi il regno che è caduto nelle grinfie del Consigliere.

Fin dall’inizio il lettore viene catapultato nell’azione e per le prime 150 pagine ci sono un bel po’ di cose che succedono, il tutto alternato dalle informazioni riguardo alle regole del mondo magico che ha creato l’autrice e alcune nozioni sul passato dei tre fratelli.

Ho apprezzato molto l’universo magico particolare e dettagliato.  La magia nasce con le parole e sono riconosciuti ufficialmente nove idiomi magici. Se un incantatore conosce più di un idioma magico  viene definito incantatore oscuro, proprio perché la combinazione delle magie genera magia oscura. Julian oltre a essere l’erede di Florean è, come lo era anche sua madre, un incantatore oscuro che conosce tutti e nove gli idiomi. C’è anche la concezione che chi fa uso di questo tipo di magia è considerata una figura maligna perché esercitare questo tipo di incantesimi avvelena il cuore.

Incantatore si nasce, non si  diventa, è una dote naturale e Noa è l’unica della famiglia a non avere ereditato la magia. Per questo motivo si sente in difetto rispetto al bravissimo e bellissimo fratello maggiore che tutti ammirano, e alla promettente e dotata sorellina minore, ma proprio per il fatto di non poter far conto sugli incantesimi è un’abile stratega e stesso Julia ne riconosce il valore.

Ho trovato la storia movimentata, avvincente e con un ritmo serrato. Forse, proprio perché succedono tante cose però non c’è stato quel tempo di “pausa” per affezionarsi ai personaggi. Tra tutti ho trovato molto interessante Julia, un personaggio ambiguo che oscilla sulla linea che divide l’essere eroe dall’essere cattivo, eppure dinanzi alle due sorelle si trasforma, diventando un fratello premuroso e giocherellone. In più Julia è un personaggio così tanto affascinante da ammaliare sia uomini che donne, lui stesso ha avuto storie con entrambi i sessi,  e ho trovato divertente tutte le volte che qualcuno si avvicina a Noa per avere consigli su come fare buona impressione su suo fratello.

Mite potrei descriverla come una trottola, una bambina piena di vitalità, una combina guai, la tipica rompi scatole della famiglia che però trasmette anche tanta tenerezza.

Noa è un’adolescente con le sue debolezze e le sue mancante. Il fatto di non avere la magia la fa sentire inferiore non solo agli occhi dei suoi fratelli, ma anche dinanzi ai consiglieri che hanno seguito Julian per la ripresa del regno. Eppure cerca di non perdersi d’animo e sfrutta tutte le sue qualità e la sua intelligenza per dare il meglio di sé nelle missioni.

La storia procede in modo serrato con battaglie, strategie, inganni e accordi con mostri, per poi arrivare a una conclusione forse un po’ troppo frettolosa. Nel complesso è stata una lettura avvincente e che mi ha trattenuto.

#Prodottofornitoda @Mondadori

Assedio e tempesta. GrishaVerse di Bardugo | Recensione

“Non sarà sempre così” dissi a me stessa. “Più tempo passerai da libera, più diventerà facile.” Un giorno mi sarei svegliata da un sonno senza incubi, avrei camminato per strada senza timore. Fino a quel momento, mi tenevo stretta il mio pugnale sottile, desiderando sentire il peso sicuro dell’acciaio Grisha nella mano. Ricercata per tutto il Mare Vero, perseguitata dal senso di colpa per le vite spezzate a causa sua nella Faglia d’Ombra, Alina, la potente Evocaluce, sta cercando di ricostruirsi una vita con Mal in una terra dove nessuno è a conoscenza della sua vera identità. Tuttavia, questo dovrebbe averlo imparato, non si può sfuggire al proprio passato. Né, soprattutto, ci si può sottrarre per sempre al proprio destino. L’Oscuro infatti, che non solo è sopravvissuto alla Faglia d’Ombra ma ha acquisito anche un terrificante nuovo potere, è più determinato che mai a reclamare per sé il controllo della Grisha ribelle e a usarla per impossessarsi del trono di Ravka. Non sapendo a chi altri rivolgersi, Alina accetta l’aiuto di un alleato imprevedibile. Insieme a lui e a Mal combatterà per difendere il suo paese che, in balia della Faglia d’Ombra, di un re debole e di tiranni rapaci, sta andando rapidamente in pezzi. Per riuscirci, però, l’Evocaluce dovrà scegliere tra l’esercizio del potere e l’amore che pensava sarebbe stato sempre il suo porto sicuro. Solo lei infatti può affrontare l’imminente tempesta che sta per abbattersi su Ravka e nessuna vittoria può essere guadagnata senza sacrificio. Finché l’Oscuro vivrà – questo Alina lo sa bene – non esisterà libertà per il suo paese. Né per lei. Forse, dopo tanti tentennamenti, è infine giunto il momento di smettere di scappare e di avere paura. Costi quel che costi.

Eccomi a parlare del secondo volume della serie Grishaverse.
Non dirò molto sulla trama perché non amo fare spoiler, ma posso dire che il tutto riparte esattamente dove termina Tenebre e Ossa. 

Mal e Alina sono in fuga, ma l’Oscuro è dietro l’angolo pronto a entrare in azione per riprendersi la nostra protagonista. L’ambientazione che crea la Bardugo è affascinante e ben costruita, in poche righe riesce a rendere l’idea non solo del luogo in cui ci troviamo, ma anche del tipo di società. 

Il ritmo di questo secondo volume è un po’ fiacco, ho trovato più azione e interesse nella prima metà del libro, soprattutto con l’introduzione di nuovi personaggi interessanti. Essendo il secondo capitolo della trilogia, immagino che sia normale che questo sia un volume di “preparazione” al libro conclusivo. 

Ma parliamo della protagonista che, a parer mio, è la “pecca” della storia. Alina è un personaggio che nel primo volume non mi aveva particolarmente conquistata, e in questo secondo capitolo si è accentuato di più il mio pensiero negativo su questa figura. Parliamo di una ragazza che è insicura di sé, che non ha autostima, e all’improvviso si trova tra le mani un grande potere. Da qui partono i problemi perché la protagonista non fa altro che contraddirsi nelle sue scelte, (prima vuole una cosa, poi non la vuole più, è convinta di un percorso, poi vuole cambiarlo), e da questo suo essere ambiguo non fa altro che prevalere anche una parte che trovo infantile. Che il concetto della Bardugo sia “il potere dà alla testa?”, può essere, ma rimane il fatto che purtroppo questo personaggio non ha fatto altro che irritarmi per tutta la storia. 

Ma parliamo della perla di questo romanzo: Nikolai. Un personaggio dalla caratterizzazione originale e che riesce a dare un po’ di brio alla trama. Intelligente, sfacciato e simpatico, questa figura è riuscita a strapparmi più volte un sorriso per la sua irriverenza. Per gli amanti de L’Oscuro vi avviso che qui non compare molto, ma si scopre qualcosa di più su Ilya Morozova.

Nel complesso trovo che la serie Grishaverse non sia il fantasy dell’anno, almeno fino a questo secondo volume, ma è sicuramente una storia di intrattenimento che fa il suo lavoro, merita sicuramente per l’ambientazione e lo stile di scrittura dell’autrice che è fluido e immediato. 

Personalmente trovo che la serie Sei di Corvi sia nettamente migliore sia a livello di trama e soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi che risultato, a parer mio, più realistici e originali. 

Il gatto che voleva salvare i libri di Sosuke Natsukawa | Recensione

La libreria Natsuki è un luogo speciale: un negozio polveroso e solitario, dove gli amanti della lettura possono trovare, tra le pagine dei grandi capolavori di tutto il mondo, un’oasi di pace, un rifugio lontano dal frastuono della quotidianità. Quando il proprietario, uomo colto e appassionato, muore improvvisamente, il nipote Rintaro, un ragazzino timido e introverso, eredita la libreria. Il nonno si è preso cura di lui dopo la morte di sua madre e, ora che è scomparso, Rintaro deve imparare a fare a meno della sua saggezza dolce e pacata. La libreria è sull’orlo del fallimento: un’eredità pesante per il ragazzo, anche perché i segnali dal mondo sono piuttosto scoraggianti: poca gente è davvero interessata alla lettura. Un giorno, mentre Rintaro si crogiola malinconico nel ricordo del nonno, entra in libreria un gatto parlante. Nonostante le iniziali perplessità del ragazzino, il gatto lo convince a partire per una missione molto speciale: salvare i libri dalla loro scomparsa. Inizia così la storia di un’amicizia magica: un’avventura che li porterà a percorrere quattro diversi labirinti per risolvere altrettante questioni esistenziali sull’importanza della lettura e sulla forza, infinita e imperscrutabile, dell’amore. Una favola dei nostri tempi, un’ode straordinaria al potere del libro e dell’immaginazione.

 

Un viaggio surreali dalle tinte orientali. 

Rintaro è un ragazzino delle superiori timido e introverso ed è anche un Hikikomori, ovvero un ragazzo che si chiude in se stesso, non volendo alcun contatto con la società che lo circonda. Le cose per Rintaro cambiano quando il nonno muore e così eredita la sua antica libreria che è ormai in fallimento. Una sera, il protagonista incontrerà Tora, un gatto che lo trascinerà in una missione: salvare i libri. 

Con uno stile delicato e scorrevole, Natsukawa non si limita solo a raccontare un’avventura surreale con un protagonista che cresce e si evolve capitolo dopo capitolo, ma l’autore va a sviscerare il significato dell’amore per i libri. 

Il ritmo l’ho trovato un po’ lento per i miei gusti, ma ho apprezzato i tanti spunti di riflessione inerente all’essere un lettore e al concetto dell’amore per i libri, i quali vengono sempre più considerati come un bene materiale, degli oggetti da possedere.

Non sono entrata molto in empatia con Rintaro, ma ho apprezzo il suo viaggio e la sua crescita. Al termine della storia abbiamo un protagonista più consapevole di ciò che gli piace e di ciò che vuole fare. La storia si alterna tra l’avventura surreale e i disagi scolastici del protagonista, il tutto con la presenza attenta del gatto Tora.

Un romanzo delicato e interessante che appassionerà sicuramente tutti coloro che amano la lettura. 

#prodottofornitoda @mondadori

Grishaverse – Tenebre e ossa di Bardugo | Review Party

Grishaverse – Tenebre e ossa

Bardugo

L’orfana Alina Starkov non ha grandi ambizioni nella vita, le basterebbe fare al meglio il suo lavoro di apprendista cartografa nell’esercito di Ravka, un tempo nazione potente e ora regno circondato dai nemici, e poter stare accanto al suo buon amico Mal, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da molto tempo. Ma il destino ha in serbo ben altro per lei. Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d’Ombra, la striscia di oscurità quasi impenetrabile che taglia letteralmente in due il regno di Ravka, lei e i suoi compagni vengono attaccati dagli esseri spaventosi e affamati che lì dimorano. E proprio nel momento in cui Alina si lancia in soccorso dell’amico Mal ferito gravemente, in lei si risveglia un potere enorme, come una luce improvvisa e intensa in grado di riempirle la testa, accecarla e sommergerla completamente. Subito viene arruolata dai Grisha, l’élite di creature magiche che, al comando dell’Oscuro, l’uomo più potente di Ravka dopo il re, manovra l’intera corte. Alina, infatti, è l’unica tra loro in grado di evocare una forza talmente potente da distruggere la Faglia e riunire di nuovo il regno, dilaniato dalla guerra, riportandovi finalmente pace e prosperità. Ma al sontuoso palazzo dove viene condotta per affinare il suo potere, niente è ciò che sembra e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le ombre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.

Rimasi a guardare, divisa tra paura e fascinazione.
“E’ troppo giovane” pensai. L’Oscuro comandava i Grisha da prima che io nascessi, mentre l’uomo seduto sulla pedana non sembrava molto più anziano di me. Aveva un viso affilato e bello, con una massa di folti capelli neri e chiari occhi grigi che scintillavano come quarzo. Io sapevo che i Grisha più potenti vivevano a lungo, e che gli Oscuri erano i Grisha più potenti di tutti, ma lo trovavo ingiusto e ripensai alle parole di Eva: “Non è un essere naturale. Nessuno di loro lo è.”

Dopo aver letto sei di Corvi, che ho adorato, come non immergermi in questa nuova storia di Bardugo?

Alina e Mal vengono accolti nell’orfanotrofio di Keramizin, e una volta cresciuti cominciano l’addestramento militare a Poliznay. Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d’Ombra, Mal viene ferito gravemente durante un attacco, Alina corre in suo soccorso e all’improvviso tutto attorno a lei viene avvolto da una forte luce. Quando si risveglia viene arruolata nei Grisha, l’élite di creature magiche al comando dell’Oscuro.

Lo stile di Bardugo è scorrevole e semplice, anche in questo caso mi sono immersa nella storia facilmente. La trama è vista tutta dal punto di vista di Alina, una protagonista che però non mi ha particolarmente conquistata nella prima parte del libro. E’ una ragazza insicura di sé, in cerca del suo posto nel mondo, e all’inizio della storia mi aspettavo più uno spirito di ribellione per la situazione che le impone l’Oscuro, invece segue e si adatta semplicemente al corso degli eventi. L’ho apprezzata più verso la fine, dove c’è un’evoluzione che trovo realistica e anche adatta al suo personaggio. 

Il ritmo è ben cadenzato, ogni capitolo è un tassello per conoscere il mondo dei Grisha, esseri che hanno capacità speciali e che vivono più degli esseri umani. L’Oscuro è un personaggio enigmatico, il lettore rimane sempre nell’incertezza sulla veridicità delle sue azioni, mentre Mal, l’amico d’infanzia e primo amore di Alina, è una figura chiara, schietta e solare che ho adorato fin dalle prime pagine. Due personaggi maschili che sono il giorno e la notte, e che immagino riserveranno delle belle sorprese nei prossimi volumi.

Sono una lettrice un po’ particolare, perché tendenzialmente mi affeziono sempre di più ai personaggi secondari che a quelli principali, e questo è il caso con Genya, una Grisha che ha la capacità di migliorare l’aspetto delle persone, un potere che viene schernito dai suoi colleghi. Genya è una figura che apparentemente si presenta sempre allegra, solare, spesso frivola eppure, con poche battute e  scene, la Bardugo fa intendere che c’è molto di più dietro a questo personaggio che sono curiosa di conoscere meglio. 

L’universo che crea l’autrice è colmo di magia, intrighi politici e inganni. Un romanzo che ha la capacità di far staccare la mente dalla vita reale, che intrattiene fin dalle prime pagine, facendo immergere il lettore nel misterioso mondo dei Grisha. 

#Prodottofornitoda @Mondadori

Sorelle Brontë (Jane Eyre di Charlotte Bronte) | Recensione

Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L’angelo della tempesta, La Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali, capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d’erica, roccia e foschia. Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.

 

Il 25 agosto esce questo bellissimo volume edito Mondadori: Le Sorelle Bronte.
Si tratta di un unico volume illustrato con all’interno alcune informazioni riguardo alle autrici e i loro libri di punta.

Il libro contiene: 
– AGNES GREY scritto da Anne Bronte;
– CIME TEMPESTOSE di Emily Bronte;
– JANE EYRE narrato da Charlotte Bronte;

Partecipo al Review Party organizzato da Michela di la_stanza_dei_libri e Federica di Infermieranerd, e tra i tre classici da trattare ho deciso di recensire Jane Eyre di Charlotte.

Aspiravo alla libertà; ardentemente desideravo la libertà; e pronunciai una preghiera per ottenere la libertà; mi sembrò che venisse dispersa dal debole soffio del vento.

Jane Eyre è il mio classico preferito, trovo che abbia un mix di elementi che lo rende unico e diverso dagli altri romanzi dell’ottocento. 

La nostra protagonista non è ricca, non è bella e non ha le aspirazioni che hanno le altre ragazze della sua età. Jane fin da piccola deve sopportare i maltrattamenti della zia e gli atti di bullismo, affronta questi disagi con forza e determinazione perché il suo unico obiettivo è ottenere la libertà.

Jane cresce, sopravvivere alla dura e spesso crudele disciplina della scuola che frequenta, ma grazie allo studio e alla conoscenza, diventa una stimata insegnante che la condurrà dall’uomo che le ruberà il cuore: Rochester.

Adoro l’ambientazione cupa e misteriosa che aleggia nella tenuta di Rochester. Una figura inquietante si aggira tra i corridoi, Jane ne avverte la presenza e cerca di non abbassare mai la guardia. Per gran parte del romanzo c’è un sottile confine che divide il reale dal surreale, tutto determinato da un’ambientazione inquietante e dai toni scuri. 

La relazione sentimentale è un crescendo di emozioni. Rochester è un uomo che ha un suo passato amoroso, ha profonde cicatrici e tende a guardare il mondo con astio, ma è con Jane che trova una fonte limpida. La ragazza fa valere i suoi pensieri, tiene testa ai discorsi del padrone di casa con schiettezza e questo atteggiamento attira lo sguardo di Rochester, catturando il suo cuore. 

Oltre al fattore romantico, la cosa che adoro di questo romanzo è come la protagonista, anche nei momenti critici, preferisce scegliere sempre la sua libertà. In un momento cruciale con la sua storia d’amore, scoprirà il grande segreto che nasconde Rochester e a quel punto la protagonista dovrà fare i conti con la realtà e decidere quale via prendere. 

Un romanzo dai toni cupi, con una protagonista che cerca di conquistare la sua libertà, non dando importanza al giudizio della società.
Un libro che tutti dovrebbero leggere. 

#Profottofornitoda @MondadoriOscarVault

 

Sei di Corvi di Leigh Bardugo | Recensione

Sei di Corvi

Leigh Bardugo

A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c’è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza. Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età, tutti hanno imparato a temere e rispettare. Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul-Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura – un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo “Spettro”, una ragazza dotata di poteri magici -, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l’ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l’uno dell’altro, perché il loro potenziale può sì condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni…

«Nessun rimpianto» disse Jesper mentre lanciava il suo fucile a Rotty.
«Nessun funerale» mormorò in risposta il resto degli Scarti. Tra di loro, valeva come un “buona fortuna”.

Un fantasy per ragazzi originale e travolgente!

Sei di Corvi è il primo volume di una dilogia scritta da Bardugo, la quale riprende un’ambientazione  già presente nella trilogia Grisha, che ha scritto precedentemente (serie che purtroppo non è presente in italia). Anche se l’ambientazione è la stessa, Sei di Corvi ha una storia che si discosta dalla trilogia e per questo si può leggere tranquillamente.

Kaz, detto anche Manisporche, accetta un accordo con un ricco mercante di Katterdam. Il giovane ladro deve liberare, dalla fortezza la Corte di Ghiaccio, lo scienziato  Bo Yul-Bayur che ha creato una droga che altera i poteri dei Grisha, amplificandoli. Kaz non è un tipo che si tira indietro quando ci sono per mezzo i soldi e così accetta questo incarico, ma per riuscire nell’impresa si circonderà di persone speciali che lo accompagneranno in questa missione.

La storia procede alternando i punti di vista dei personaggi principali, scelta che ho apprezzato molto perché così il lettore conosce bene il fantastico gruppo di malviventi.

Prendete l’ambientazione di Peaky Blinders, abbassate l’età dei protagonista da adulti a ragazzi adolescenti, aggiungete abilità sovrannaturali, spolverate il tutto con sparatorie, combattimenti, colpi di scena, amore e originalità, ed ecco che avrete Sei di Corvi.

Kaz Brekker è un ragazzo di diciassette anni che si comporta come un adulto, dato il passato turbolento e il suo andare e venire più volte in prigione. Ama i soldi ed è disposto a tutto per loro. Ambizioso e scaltro, Kaz è un protagonista magnetico che attira il lettore e per certi versi ho trovato qualche piccola somiglianza con il protagonista di  Peaky Blinders.

I personaggi sono caratterizzati alla perfezione, ma i due che ho amato alla follia sono Nina e Matthias. La prima è una ragazza in carne, sensuale, travolgente, ironica e sarcastica. Nina è un personaggio che è ben bilanciato ed è una Grisha, ovvero una combattente che ha l’abilità di manipolare gli stati d’animo e l’organismo umano. Infatti più di una volta viene in aiuto ai nostri amici che vengono feriti durante le battaglie. Non dirò molto su Matthias per non fare spoiler, ma vi posso anticipare che è un personaggio che per tutto il libro si sente combattuto tra la rabbia e un forte sentimento che prova per Nina.

La storia ha un ritmo serrato, non mi sono mai annoiata, ogni capitolo aggiunge un tassello alla trama o alla caratterizzazione dei personaggi. L’alternanza dei punti di vista dà un ritmo intimo e incalzante alla storia. Anche se l’ambientazione di Sei di Corvi riprende quella di un’altra trilogia, non ho avuto nessun problema nella lettura. Ci sono alcuni punti che avrei preferito approfondire, come la storia dei Grisha, di questi soldati dotati di capacità sovrannaturali, ma immagino che questo aspetto venga trattato nella Trilogia Grisha.

Se avete voglia di un fantasy per ragazzi originale e con personaggi meravigliosi, vi consiglio di iniziare subito questo primo volume della dilogia!