Ciao Cricche!
Anche se un po’ in ritardo ecco il video bookhaul dei mesi di ottobre e novembre (prima parte XD)
Fatemi sapere cosa ne pensate e se c’è qualche titolo che conoscete o che vi ispira <3
EBOOK CARTACEO
CARTACEO
CARTACEO
CARTACEO
EBOOK CARTACEO
EBOOK CARTACEO
CARTACEO
Olga di carta.
Jum fatto di buio
Elisabetta Gnone
È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto. Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro. Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere. Dopo Olga di carta – Il viaggio straordinario, ritorna la vita del villaggio di Balicò con una storia che ne contiene tante, come in un gioco di scatole cinesi, come in una farmacia d’altri tempi piena di cassetti da aprire per tirare fuori la medicina giusta per ciascuno di noi.
“Tu hai paura di me?” dissi. “Tu che mi segui e mi scavi dentro! Tu che mi spegni e m’inondi di buio! Tu che ti disseti del mio dispiacere e mi geli l’anima!”
Elisabetta Gnone è una garanzia se cercate un bel libro per ragazzi e se il primo volume di Olga di Carta mi è piaciuto questo l’ho amato.
Olga è un personaggio che non si può non amare, nonostante abbia sofferto tanto in passato, affronta la vita serenamente dimostrandosi un personaggio dolce e innocente. In questa avventura i cittadini di Balicò ascoltano con stupore le tante storie che racconta la bambina che hanno come punto in comune un personaggio strano, bizzarro e inquietante: Jum.
Jum è un essere informe e molliccio che si nutre della disperazione e della tristezza delle persone che soffrono per una mancanza, un vuoto che portano dentro. L’autrice tratta questa tematica sotto varie sfaccettature, un tema che tocca tutti perchè ognuno di noi porta sempre con sé, nel bene o nel male, un vuoto.
Elisabetta Gnone narra questa storia in modo delicato e fantasioso come solo lei sa fare, dando una forma alla tristezza (Jum) e realizzando un personaggio che non si può odiare.
Olga scopre che tutti i cittadini di Balicò hanno un vuoto dentro e così inizia a raccontare le tante storie con Jum fatto di buio.
Una storia che parla di bui, di vuoti, ma anche di luce.
Vi lascio alla video recensione 🙂
Felix il gatto del treno
Kate Moore
Quando Felix è arrivata alla stazione ferroviaria di Huddersfield, in Inghilterra, con il ruolo di disinfestatrice, era soltanto una gattina di appena otto settimane, dai grandi occhi verdi e dalla morbida coda macchiata di bianco in punta. E di certo nessuno avrebbe potuto immaginare quanto quella piccola palla di pelo sarebbe diventata importante. In sei anni di onorato servizio, Felix ha dimostrato di essere molto più di una brava dipendente della società ferroviaria Trans- Pennine Express. Nonostante una certa propensione a addormentarsi sul posto di lavoro, è sempre stata pronta a dare il suo contributo, che si trattasse di stare in servizio alla scrivania o in pattuglia sui binari, o di calmare gli animi di clienti insoddisfatti. Ma non solo. Felix ha saputo cambiare in modo sorprendente la vita di colleghi e pendolari. Finché qualcuno ha cambiato la sua. È stata proprio l’amicizia con un pendolare speciale, che Felix incontrava ogni mattina sul binario, a darle infatti il riconoscimento che le spettava, dedicandole una pagina Facebook e catapultandola nello star system internazionale. Malgrado ora sia una celebrità, Felix è rimasta la stessa e continua indisturbata a giocare, lasciarsi accarezzare e fare ogni giorno quello che le riesce meglio: toccare il cuore delle persone.
“La gatta della stazione rimase a osservare la scena in silenzio mentre la brezza della sera le accarezzava il pelo per la prima volta, arruffando la pelliccia colore ebano e facendo fremere ogni singolo pelo nell’aria della tarda estate. Felix batté le palpebre sui grandi occhi versi. Mosse le lunghe vibrisse mentre annusava tutti quegli odori completamente nuovi. Sembrava proprio che stesse pensando: wow!
Felix, ti presento il mondo.
Mondo, ti presento Felix.
Sebbene la gattina ancora non lo sapesse, ben presto quello sarebbe diventato il suo regno.”
Moore ci racconta una storia vera, fatta di momenti simpatici e di amore con una scrittura semplice e immediata.
Fin dalle prime pagine il lettore viene coinvolto dai simpatici e tenaci tentativi di Gareth di convincere tutto il personale della stazione ferroviaria di Huddersfield di prendere un gatto! Un piccolo esserino peloso che potrebbe migliorare la vita di tutti, non solo degli addetti al lavoro, ma anche dei viaggiatori.
Dopo varie insistenze e gag divertenti, ecco che Gareth vede realizzarsi il suo sogno: la stazione di Huddersfield dà il benvenuto a un gattino, che poi si scoprirà essere una gattina, di nome Felix.
La storia è molto dolce e la particolarità della trama sta nel fatto che non è solo un personaggio che gira intorno alla vita del felino, ma sono i vari lavoratori della stazione che si affezionano a Felix e che, di conseguenza, la loro quotidianità muta con la nuova arrivata.
Questa storia riesce a raggiungere il cuore del lettore e spiega come un animale, in questo caso un gatto, riesca con poco, con uno sguardo, con una fusa, con un gesto della coda, ad alleggerire la vita. Spesso Gareth si avvale dell’aiuto della impeccabile Felix per placare l’ira e il mal contento dei viaggiatori (sappiamo tutti quanto può essere stressante viaggiare e trovare ritardi o cancellazioni di treni) e con un felino tenero con la voglia di coccole come non intenerirsi?
Un perfetto esempio di come la presenza di un animale può migliorare la vita.
Per quanto il romanzo sia dolce e delicato purtroppo, personalmente, l’ho trovato anche un po’ lento, è come se mancasse quel qualcosa per rendere la trama più coinvolgente.
Una storia lineare che segue la crescita di Felix passo dopo passo (fino alla sua fama di gatto della stazione), insieme ai lavoratori di Huddersfield.
Felix il gatto del treno è una storia divertente che apprezzeranno sicuramente gli amanti dei gatti 🙂
Vi lascio anche la vera pagina facebook di Felix <3 Felix the Huddersfield Station Cat
Abissi
Paolo Cabutto
Link acquisto Ibs
Van Helsing-Una questione di famiglia
Gianmario Mattei
Arriva il 29 novembre 2017 Van Helsing-Una questione di famiglia, il primo imperdibile capitolo della saga dedicata ai Van Helsing.
Titolo: Van Helsing – Una questione di famiglia
Autore: Gianmario Mattei
Editore: Edizioni 2000diciassette
Genere: Gothic-Horror
Pagine: 240
Prezzo: 16,00 euro
Uscita: 29 novembre 2017
Sinossi: Amsterdam, 1438. Boudjiewin Van Helsing torna in patria per presenziare al fidanzamento della sorella Sonja con un ricco principe russo. È lì che lo attende il Fato. Appena sbarcato dalla Santa Trinidad, l’incontro con una creatura dalle orrende sembianze e dagli occhi demoniaci annuncia un pericolo mortale ed incombente. È il preludio al banchetto di sangue e morte che muterà per sempre le sorti dei Van Helsing. Menzogna e tradimento cammineranno di pari passo perché nulla è ciò che sembra.
La ragione vacilla. Il terrore avanza e con esso l’inganno e la sete di vendetta dalle cui ceneri nascerà la “questione di famiglia”: l’arduo compito di combattere il soprannaturale. Un compito che da Boudjiewin ricadrà, come solenne maledizione, su tutti coloro che portano e porteranno il suo nome.
BIOGRAFIA AUTORE
Gianmario Mattei è nato il 31 maggio del 1984 allo “Spedali Civili di Brescia” (Lombardia, Italia). Nel 1991 la famiglia Mattei si trasferisce nel piccolo comune di San Salvatore Telesino (Bn), paese natale del padre, dove Gianmario frequenta le scuole elementari e medie. Nel 1998 inizia la sua avventura scolastica presso il Liceo Scientifico Statale di Telese Terme (Bn), che termina nel 2003 con il conseguimento della licenza liceale. Ha frequentato la facoltà di Chimica Industriale presso l’università “La Sapienza” di Roma.
Hachiko
Lluís Prats
Ispirato a una storia vera di fedeltà che vince la morte. Nel Giappone degli anni Venti e Trenta del Novecento, la straordinaria dedizione di un cane per il suo padrone diventa un simbolo universale e suscita la solidarietà e il riconoscimento di tutta una comunità. Una storia commovente raccontata dal prestigioso autore catalano Lluís Prats Martínez e illustrata dall’artista polacca Zuzanna Celej. Hachiko è un akita (i cani dei samurai) che ogni mattina accompagna alla stazione ferroviaria il padrone, insegnante in un’altra città, e ogni sera torna ad accoglierlo. Un giorno il professore muore all’improvviso durante una lezione e Hachiko quella sera lo aspetta invano. Continuerà ad aspettarlo per tutta la vita, senza mai allontanarsi dalla stazione, mentre la comunità intorno a lui, colpita dalla sua perseveranza, inizia una gara di solidarietà per nutrirlo e sostenerlo nell’impresa. Dopo la morte, Hachiko verrà celebrato come un simbolo dei più nobili valori della tradizione giapponese.
“In quel preciso istante il cane sollevò la testa e guardò negli occhi il professore, il quale si rese conto che era molto peloso, come tutti quelli della sua razza, e molto provato. Ma ciò che colpì soprattutto la sua attenzione fu il modo in cui quella bestiola riusciva a guardarlo. Non lo faceva come se volesse rimproverarlo per averlo fatto viaggiare in un frigorifero due giorni e due notti, no, c’era qualcosa di più profondo e intelligente in quegli occhi tristi e malinconici. “
Prats ci racconta in modo toccante, con uno stile semplice e delicato, una storia vera.
Il professore Eisaburo decide di prendere un cane,un akita, per sua figlia. E’ un uomo colto, che ama la natura e che ci tiene alla sua routine quotidiana, ma nell’esatto momento in cui incrocia lo sguardo con il cucciolo, ecco che la sua vita cambia.
Hachiko, così chiamato dal professore, vive in perfetta armonia con il padrone il quale modifica con piacere le sue abitudini facendo rientrare il cane nella sua routine. Eisaburo e Hachiko rappresentano il perfetto rapporto d’amore che si instaura tra un umano e il suo animale: è un affetto puro, semplice, naturale e incondizionato.
A rendere la storia ancor più delicata e magica è l’ambientazione orientale degli anni 20 e 30 del 1900, periodo in cui il Giappone si affaccia alla modernità del tempo, ma che allo stesso modo conserva tradizioni antiche, rendendo l’atmosfera affascinante.
La prima parte del libro è quella più tenera e sognante in cui si conosce il rapporto e l’intesa tra Hachiko e Eisaburo, mentre la seconda è la più struggente e intensa della storia. Quando il padrone muore il piccolo akita non si perde d’animo, continua ad aspettare Eisaburo alla stazione, superando momenti difficili.
Una storia struggente che parla di amore e di fedeltà.
Vi lascio alla video recensione 🙂
SHAYTAN
Luca Cozzi
Anche la morte ascolta il jazz
Valeria Biuso
Moda, jazz, poesia beat, esoterismo, gusto fantastico e controcultura hipster: tutto questo è racchiuso in “Anche la morte ascolta il jazz”, romanzo d’esordio di Valeria Biuso, in libreria per Ianieri Edizioni.
“Anche la morte ascolta il jazz” è ambientato nella contraddittoria e febbricitante New York di fine anni ’40, dove vive William Brooks, un giovane scrittore che cerca l’ispirazione a zonzo per le livide strade della Grande Mela. Brooks scrive recensioni per il “Partisan Review”, la rivista più radicale della città, e frequenta i locali storici del bepop, dove pullulano morfinomani, hipster e perdigiorno. Sarà l’incontro imprevisto con un lontano parente, l’azzimato e nebuloso Noah Tats, a risvegliare Brooks, scuotendolo dal languore in cui si sentiva impaludato ormai da tempo; l’orizzonte del giovane sembra così illuminarsi improvvisamente grazie a una misteriosa e ammaliante promessa di consapevolezza, ma lungo la strada non mancheranno ombre e pesanti inquietudini a complicare il cammino.
Valeria Biuso narra la crisi identitaria di una intera generazione, evocando il relativismo dei nuovi valori fondamentali e le irrisolvibili antinomie che dominano la società occidentale.
Catanese, classe 1993, appassionata di letteratura francese e americana, Valeria Biuso si specializza nello studio delle lingue e delle letterature straniere, frequentando l’Alliance française, la Sorbonne di Parigi e l’Università di Pisa. Scrive racconti, disegna e guarda troppi horror e serie tv.
«Volevo festeggiare, ascoltare jazz, bere whiskey e fumare erba. Buttarmi alle spalle l’angoscia delle ultime settimane, il naso rotto, la figura di merda al PR, i litigi con Dahlia, gli occhi tristi di Paula, Tine e la sua cricca di svitati, i battibecchi con Phil, la morte di mia nonna, il suicidio sventato da Noah, le lacrime di mia mamma, il romanzo e tutto il resto… Ci voleva un drink. Ce ne volevano due… Per prima cosa, presi la metro e andai a casa per mettere via l’uniforme».