• cricchementali@gmail.com

Category ArchiveRecensioni Criccose

La principessa delle ceneri di Laura Sebastian | Recensione

Theodosia aveva sei anni quando il suo Paese fu invaso, e sua madre, la Regina del Fuoco, fu assassinata davanti ai suoi occhi. Dieci anni dopo, Theo ha imparato a sopravvivere ai continui abusi del kaiser e della sua corte nelle vesti della ridicola Principessa delle Ceneri. Poi, un giorno, il kaiser la costringe a fare ciò che non avrebbe mai immaginato. Con le mani insanguinate e persa ogni speranza di reclamare il suo trono perduto, si rende conto che sopravvivere non è più sufficiente: deve seppellire nel profondo la ragazza che era un tempo. Ma ha ancora un’arma: la sua mente è più acuta di qualsiasi spada e il potere non si ottiene solo sul campo di battaglia. Per dieci anni, la Principessa delle Ceneri ha visto la sua terra saccheggiata e il suo popolo ridotto in schiavitù. Non può più ignorare i suoi sentimenti e i suoi ricordi. Decide di giurare vendetta, orchestrando un complotto per sedurre e uccidere il figlio guerriero del kaiser grazie all’aiuto di un gruppo di ribelli volubili e dotati di poteri magici. Ma Theo non si aspetta di provare sentimenti per il principe… Costretta a fare scelte impossibili e incapace di fidarsi anche di coloro che sono dalla sua parte, Theo dovrà decidere fino a che punto è disposta a spingersi per salvare il suo popolo, e quanto di sé stessa è pronta a sacrificare per diventare regina.

Un libro young adult fantasy che promette bene!

Theodosia ha solo sei anni quando il kaiser uccide sua madre e invade il suo regno, e per i seguenti dieci anni vive come ostaggio di guerra subendo abusi fisici e morali. Una morte, di cui è responsabile, la turba particolarmente e capisce che non può continuare a solo a sopravvivere, così, insieme a dei suoi alleati, cercherà di attaccare il kaiser puntando al principe Søren.

Ci troviamo in un’ambientazione fantasy medievale in cui il sistema magico è organizzato in base alle gemme degli Spiriti che racchiudono i poteri dei quattro elementi. Questo aspetto viene solo accennato in questo volume e spero che ci sia un approfondimento nel seguito.

Ho apprezzato molto il lavoro che ha fatto l’autrice sulla definizione della protagonista. Theodosia viene resa prigioniera dal kaiser a soli sei anni e vive per i seguenti dieci anni con un atteggiamento remissivo, si limita a subire nel tentativo di sopravvivere. Ma nel corso della storia il suo comportamento muta. La sedicenne impaurita e smarrita capisce che deve prendere in mano la situazione per riscattare se stessa e i pochi sopravvissuti del suo popolo.

Il libro è scritto dal punto di vista della protagonista e per questo motivo non c’è una grande introspezione dei personaggi secondari, ma ho amato molto anche Søren che nonostante sia cresciuto con l’educazione discutibile del padre che è un sovrano tiranno e violento, il giovane principe prova compassione e soffre quando deve uccidere. Una figura combattuta tra “ciò che gli ordina il padre” e “quello che vuole fare”.

La trama è un po’ lenta all’inizio, come è normale che sia per un primo volume di una trilogia, ma a me non è dispiaciuto. Ho apprezzato il ritmo, gli intrecci e la situazione politica. Non manca il lato romantico, anzi, c’è un accenno a un triangolo amoroso, ma nulla di invasivo perché il coinvolgimento che c’è tra Søren e Theodosia è molto più intenso. 

Lo stile di scrittura è un po’ descrittivo per i miei gusti e devo dire che nelle prime 100-150 pagine l’autrice tende a ripetere troppe volte gli stessi concetti e alcuni pensieri di Theodosia, ma fortunatamente andando avanti con la lettura la storia prende a scorrere meglio.

Insomma, La principessa delle Ceneri è un inizio di serie promettente tra intrighi di corte, personaggi combattuti, cattivi interessanti e una possibile storia d’amore tra due nemici. Sono curiosa di sapere come proseguirà la storia!

#Prodottofornitoda @Fanucci Editore

Palazzo di Sangue di Jane Hur | Recensione

Essere figlia illegittima nella Corea del 1700 significa non avere futuro. E infatti nessuno scommetterebbe su Hyeon, diciotto anni e una passione per la medicina. Neanche chi l’ha messa al mondo. Eppure, la sua determinazione la porta fino al palazzo del principe, dove trova lavoro come infermiera di corte. Non diventerà mai medico, certo, perché è solo una donna, ma se non farà troppo rumore forse riuscirà a ottenere almeno il rispetto di suo padre. Nel palazzo, però, niente è come sembra. Jeongsu, la sua mentore, la mette in guardia fin da subito: i pettegolezzi possono essere pericolosi. Possono esplodere… In una sola notte vengono assassinate quattro donne, i loro corpi sono rinvenuti nell’ambulatorio di Jeongsu. Nessuno ha visto nulla, ma per la polizia trovare un capro espiatorio tra le donne non è difficile. È Jeongsu la colpevole. E merita la morte. Hyeon è certa che la sua amica non abbia commesso quegli omicidi ed è intenzionata a provarlo. Anche se per farlo potrebbe attirare su di sé il biasimo di tutti. Ricostruire i fatti che hanno portato al massacro, però, è più pericoloso del previsto e nemmeno la strana alleanza che Hyeon stringe con Eojin, giovane ispettore dai modi autoritari e lo sguardo intenso, può proteggere la ragazza dalla rovina. Soprattutto perché… la scia di sangue non accenna ad arrestarsi. June Hur dà vita a un romanzo basato su fatti storici reali, l’inquietante storia di un Jack lo Squartatore coreano.

Se mi seguite sapete che amo tutto ciò che è orientale e da qualche anno mi sono avvicinata anche alla cultura coreana (in particolar modo ai k-drama – serie tv coreane). Ebbene quando ho letto la trama di Palazzo di Sangue non sono riuscita a trattenermi e mi sono immersa nella lettura.

Ci troviamo nel regno Joseon, più precisamente intorno al 1700, e l’autrice imposta la storia, che mescola il giallo con un po’ di thriller e un pizzico di romanticismo, su un personaggio storico realmente esistito: il principe ereditario Jangheon (noto anche con il nome di principe ereditario “Sado”).

La protagonista è Hyeon, una diciottenne che riesce a entrare nel palazzo reale come infermiera di corte. La sua vita già costellata di sacrifici per il suo essere una figlia illegittima, viene turbata maggiormente da un omicidio di quattro donne che avviene nel palazzo. Hyeon si troverà a indagare sul caso e la sua vita si intreccerà con il giovane ispettore Eojin.

Non sono una grande amante dei gialli, eppure questa storia mi ha conquistata, credo soprattutto per l’ambientazione coreana. La maggior parte delle vicende sono ambientate nel palazzo, ma non solo perché spesso Hyeon e Eojin si troveranno a indagare anche fuori le mura della corte, e in questi momenti i due si avvicineranno sempre di più.

La dinamica dell’omicidio è interessante, ma devo ammettere che sono stata presa soprattutto dalla coppia protagonista! Lei è una ragazza intelligente, caparbia e dall’animo puro, mentre Eojin è un giovane autoritario che mette al primo posto la giustizia, concetto che non sempre viene portato avanti nella corte.

Tra i due l’intesa cresce piano piano. Se siete già esperti di serie coreane saprete il tipo di romanticismo che troverete, ovvero quello delicato, fatto da piccoli gesti che però per l’epoca erano grandi.

Oltre l’ambientazione, ho amato il fatto che nei dialoghi ci fossero dei termini coreani che a me sono familiari, (ma tranquilli perché alla fine del libro c’è un glossario) comprese anche le consuete loro esclamazioni. E’ stata una lettura piacevole, avvolta nel mistero eppure non è mancato il lato romantico che non guasta mai in storie del genere.

#Prodottofornitoda @Deagostini 

Sangue e cenere di Armentrout | Recensione

UNA FANCIULLA…
Scelta dalla nascita per dare vita a una nuova era, Poppy non è mai stata padrona della propria vita. La sua è un’esistenza solitaria, in cui tutto le è proibito: nessuno può guardarla, né toccarla o rivolgerle la parola.
Non è nemmeno libera di usare il proprio dono… Può solo aspettare il giorno della sua Ascensione, chiedendosi che cosa accadrà, mentre preferirebbe di gran lunga stare con le guardie, a combattere il male che ha distrutto la sua famiglia. Ma lei, la Vergine, non ha mai potuto decidere per se stessa.
UN DOVERE…
Il futuro del regno è sulle sue spalle, anche se lei quel fardello non lo ha mai voluto. Perché anche la Vergine ha un cuore, un’anima, dei desideri. E quando nella sua vita entra Hawke, la guardia incaricata di proteggerla e sorvegliarla, il destino e il dovere si intrecciano inesorabilmente con il desiderio. Quel giovane dagli occhi dorati alimenta la sua rabbia, la spinge a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto, la sfida a provare sensazioni nuove e inesplorate.
UN REGNO…
Abbandonato dagli dei e temuto dai mortali, un nuovo regno sta risorgendo dalle ceneri. Determinato a riprendersi ciò che gli spetta, l’Oscuro avanza assetato di vendetta. Ma più l’ombra del male si avvicina, più il confine tra ciò che è giusto o sbagliato diventa sottile. E quando la trama insanguinata che tiene insieme il suo mondo inizia a sfaldarsi, Poppy non rischia soltanto di essere ritenuta indegna dagli dei, ma anche di perdere il proprio cuore e la sua stessa vita.

Sangue e Cenere è il primo volume di una serie young adult – fantasy.
Dico subito che non avevo alte aspettative su questo libro, mi aspettavo una lettura che mi intrattenesse, un po’ “trash”, e devo dire che alla fine nella sua semplicità mi ha coinvolta.

La protagonista è Poppy, una  quasi diciannovenne che è considerata la Vergine, la prescelta. Lei ha un dono particolare e per questo motivo deve attendere il giorno della sua Ascensione. Fin da piccola vive lontana dal mondo, deve seguire regole molto rigide, non le è permesso neanche leggere un semplice libro di narrativa. Tutto cambia quando Hawke diventa la sua guardia del corpo, con lui inizierà a sentirsi capita e non solo.

L’autrice crea un’ambientazione medievale con la sua storia, le sue radici, creature fantastiche e mostruose (tra cui vampiri e licantropi). Dopo la Guerra dei Due Re, il regno di Solis si consolida, sconfiggendo il regno avversario e gli Atlantiani, ma non tutti sono scomparsi, ci sono ancora i sostenitori di questo regno e l’Oscuro è pronto a rapire la Vergine che tanto custodisce il regno di Solis.

Questo primo volume possiamo definirlo introduttivo, c’è più azione verso la fine del volume eppure devo dire che la “lentezza” iniziale non mi è dispiaciuta, anzi. I personaggi principali sono Poppy e Hawke e mi sono piaciuti molto all’inizio: lei ha vissuto per tutta la sua vita in una prigione d’oro, fatta di regole e di umiliazioni, ma nonostante questo è anche una ragazza molto combattiva che però è anche premurosa e compassionevole. Verso la fine del volume non mi ha molto convinta, avrei preferito una maggior fermezza in alcuni suoi gesti e scelte, ma sono curiosa di sapere come evolverà il personaggio nel secondo volume.
Ho trovato particolare e intrigante all’inizio Hawke, una guardia sfrontata e smaliziata, eppure non fa mistero di un lato premuroso che riserva soltanto a Poppy. I due insieme creano un bel mix di momenti di tensione e di dolcezza.

Nota di merito va al mio personaggio preferito: Vikter! Una delle prime guardie del corpo di Poppy che ha un atteggiamento paterno e protettivo nei suoi confronti.

Per quanto riguarda la trama l’ho trovata un po’ scontata, insomma il grande “colpo di scena” l’avevo capito alle prime trenta pagine del libro, quindi nel momento della rivelazione finale non ho provato quelle sensazioni sconvolgenti che avrei dovuto provare.

Colpi di scena prevedibili a parte, questo libro mi ha intrattenuto tenendomi incollata alle pagine. Se avete voglia di un libro leggero, intenso, scorrevole, con una storia d’amore enemies to lovers e con un po’ di scene spicy, allora è la lettura giusta 🙂

Questa violenta fine di Chloe Gong | Recensione

Corre l’anno 1927 e Shanghai pare ormai sull’orlo della rivoluzione. Dopo aver fatto credere a Roma di aver commesso un crimine terribile pur di allontanarlo da sé e proteggerlo da una faida sanguinaria, Juliette si è lanciata in una nuova missione. Una mossa sbagliata, però, e metterà a rischio il suo ruolo al comando della Gang Scarlatta, dove già qualcuno è pronto a prendere il suo posto. Roma intanto non si dà pace: se lui non avesse permesso a Juliette di rientrare nella sua vita, niente di quel che è successo sarebbe accaduto. E, in preda alla disperazione e determinato a sistemare la situazione, arriva persino a maturare un’idea estrema. Quando però un nuovo mostruoso pericolo si manifesta in città, nonostante i tanti segreti che li separano, Juliette e Roma si ritrovano un’altra volta faccia a faccia. Shanghai, poi, è ormai sull’orlo del collasso: i nazionalisti stanno marciando sulla città, le voci di una guerra civile imminente si fanno sempre più insistenti e la leadership delle due gang rischia il totale annientamento. Roma e Juliette non hanno scelta: devono unire le loro forze se vogliono anche solo sperare di sconfiggere ciò che minaccia loro e la città. Ma i due ragazzi sono preparati a tutto tranne che al compito più difficile: proteggere i loro cuori l’uno dall’altra.

Sarò sincera… quando ho iniziato questa serie già sapevo cosa aspettarmi. Insomma, rivisitazione di Romeo e Giulietta più aggiungiamo il titolo dell’ultimo volume “questa violenta fine” che tipo di conclusione potevo aspettarmi? Eppure non ero pronta al COME!

Con quest’ultimo volume della dilogia, Gong è stata capace di trascinarmi in un turbinio di azione, mistero, scene toccanti per arrivare a una conclusione “violenta”, che mi ha lasciata senza parole e con un groviglio di emozioni che mi ha fatto compagnia per almeno i seguenti due giorni, ma andiamo per gradi.

Non è passato molto tempo dagli avvenimenti del primo volume. Il comportamento di Roma è completamente cambiato dopo l’omicidio che ha commesso Juliette e l’erede dei Fiori Bianchi è deciso a vendicare la morte del suo amico. Shanghai sta per crollare per una guerra civile imminente e a peggiorare le cose è la “follia” che ritorna. Proprio per questo motivo saranno i capi delle due gang a far collaborare di nuovo Roma e Juliette dato che avevano iniziato insieme le indagini su questa malattia.

Premettendo che trovo sempre lo stile dell’autrice troppo descrittivo per i miei gusti e per questo mi ha rallentato la lettura, ma questo secondo volume ha una marcia in più proprio per le relazioni che si evolvono e per i protagonisti, soprattutto i secondari, che si approfondiscono e che hanno maggiore campo di azione.

Se nel primo volume la sfera romantica viene messa in secondo piano per dare più spazio alle indagini, qui non rimarrete delusi. L’astio che prova Roma nei confronti di Juliette lo mette a dura prova, soprattutto quando deve collaborare spalla a spalla con la sua nemica. Ho amato il conflitto interiore di Roma, trovandolo realistico, umano e per nulla costruito. Non è il classico uomo alfa della situazione, anzi, mentre Juliette continua a essere una ragazza forte, determinata, che ha le sue fragilità, ma che riesce a reagire andando anche contro ciò che desidera realmente. Un personaggio femminile ben costruito e secondo me il migliore scritto negli ultimi tempi nel panorama fantasy.

Oltre alla coppia protagonista che mi ha fatto soffrire e palpitare il cuore, ho adorato anche una seconda coppia che in questo volume ha avuto più “respiro” e sto parlando del sensibile Benedikt e del carismatico e sfrontato Marshall. Una relazione impensabile negli anni ’20, anche pericolosa, eppure ho adorato l’evoluzione dei due! Ma oltre loro abbiamo anche un approfondimento sulle cugine di Juliette e sulla sorella di Roma. Insomma un volume conclusivo che a livello di trama è impegnativo per i vari intrecci e i subbugli di Shanghai che però vi lascerà senza fiato!

Inoltre l’autrice ha ambientato la storia su eventi storici realmente accaduti nel 1927, dove i comunisti e i nazionalisti hanno giocato un ruolo importante per l’inizio della guerra civile cinese.

Se avete voglia di una serie diversa dalle solite, intensa e originale che vi catturi per l’intreccio e la caratterizzazione dei personaggi, allora vi consiglio di iniziare subito questa dilogia!

#Prodottofornitoda @Mondadori

Queste gioie violente di Chloe Gong | Recensione

Corre l’anno 1926 e a Shanghai, scintillante come non mai, si respira un’aria di dissolutezza. Una faida sanguinosa tra due gang nemiche tinge di rosso le strade, lasciando la città inerme nella morsa del caos. Al centro di tutto c’è la diciottenne Juliette Cai che, dopo un passato lontano dagli affari di famiglia, ha deciso ora di prenderne in mano le redini e assumere il ruolo che le spetta di diritto nella Gang Scarlatta, un’organizzazione di criminali completamente al di sopra della legge. Ma non sono gli unici a voler imporre il proprio controllo sulla città. A contendere il loro potere, infatti, ci sono i Fiori Bianchi, nemici da generazioni. E dietro ogni loro mossa, c’è il loro rampollo, Roma Montagov, il primo amore di Juliette… ma anche il primo ad averla tradita. Quando gli affiliati di entrambe le gang iniziano a mostrare segni di instabilità, che culminano in suicidi cruenti, si diffondono strane voci. Si parla di contagio, di follia, di mostri nascosti nell’ombra. A mano a mano che le morti si accumulano, Juliette e Roma sono costretti a mettere da parte le armi – e il rancore che provano l’una per l’altro – e a iniziare a collaborare. Se non riusciranno a fermare il caos che sta sconvolgendo la loro gente e Shanghai, non resterà più nulla su cui esercitare il loro dominio. In questa originalissima rivisitazione del classico di Shakespeare, Chloe Gong conduce i lettori in un viaggio avventuroso e commovente durante il quale violenza e passione si mescolano nei destini dei giovani protagonisti.

Queste gioie violente è un romanzo che viene pubblicizzato come rivisitazione del classico di Shakespeare “Romeo e Giulietta” e seppur ci siano, ovviamente, degli elementi in comune, aspettatevi una storia molto più intricata e stimolante.

Il lettore scopre una Shanghai turbolenta e dilaniata dalla faida di due gang nemiche che porta il caos per le strade: la Gang Scarlatta e i Fiori Bianchi. I rispettivi eredi Juliette Cai e Roma Montagov si innamorano da adolescenti, ma la faida tra le famiglie è così profonda che i due da amanti diventano nemici. Eppure, quando compare un mostro a Shanghai che trascina alla “follia” tra le persone, i due eredi metteranno da parte l’astio per collaborare.

Ho trovato l’ambientazione ben dettagliata, la Shanghai dei anni ’20 appare grigia, oscura, peccaminosa per i traffici e i loschi affari delle due gang. Oltre agli Scarlatti e ai Fiori Bianchi che popolano la città ci sono anche  i comunisti e le forze straniere, insomma una città popolata da varie personalità che cercano di avere il loro tornaconto.

Gong riesce a concretizzare non solo questa Shanghai divisa, ma anche la struttura delle due gang che sono molto diverse tra loro. Da una parte abbiamo gli Scarlatti di cui fanno parte principalmente i componenti della famiglia Cai, quindi c’è una struttura gerarchica familiare composta da zii, cugini ecc. I Fiori Bianchi hanno un’organizzazione che opera più nel caso, dove la maggior parte sono russi.

Punto forte secondo me sono le atmosfere e l’ambientazione, peccato che non mi abbia convinto lo stile dell’autrice che per i miei gusti è troppo descrittivo e spesso mi perdevo nella narrazione e dovevo tornare indietro.

La trama principale l’ho trovata interessante, ben articolata, anche se la parte della follia e di questo mostro a tratti mi hanno lasciata un po’ perplessa, ma nel complesso fila, mentre la storia d’amore tra i due protagonisti è un qualcosa che rimane di sfondo perché l’autrice crea il focus sull’aspetto thriller e investigativo. Se vi aspettate scene d’amore appassionate e romantiche, non è quello che succede, almeno in questo primo volume. Parlando proprio della sfera romantica mi sarebbe piaciuto leggere qualche capitolo ambientato anni prima, quando Roma e Juliette stavano insieme, per entrare più in sintonia con la loro storia, invece l’autrice si limita a raccontare qualche frammento attraverso i ricordi dei personaggi. Ecco Gong è un’autrice che predilige più raccontare invece di far agire i personaggi secondo me.

I personaggi sono ben caratterizzati  e ho apprezzato molto il contrasto tra Juliette e Roma.
La prima è una ragazza fiera, tenace, forte, molto coraggiosa, pronta a prendere decisioni anche difficili per difendere la sua famiglia, poi abbiamo Roma, un ragazzo dalla corazza dura, ma non aspettatevi il tipico maschio alfa, in realtà è sensibile e fedele a chi ama. Un contrasto che ho apprezzato molto!

In più ho trovato ben caratterizzati anche i personaggi secondari, come le cugine di Juliette e, in particolar modo, Benedikt e Marshall e il loro rapporto fatto di esitazioni di cose dette e non dette.

Queste gioie violente vi catapulterà in una Shanghai violenta, avvolta dai fumi degli eccessi e della malavita, tra intrighi, misteri e colpi di scena.

#prodottofornitoda @Mondadori

Le ombre tra noi di Tricia Levenseller | Recensione

“Non hanno mai trovato il corpo del primo e unico ragazzo che mi ha spezzato il cuore. E mai lo troveranno.” Alessandra è stanca di essere trascurata e ha escogitato un piano per diventare potente: 1. Corteggiare il Re delle Ombre. 2. Sposarlo. 3. Ucciderlo ed ereditare il regno. Nessuno conosce il vero potere del Re delle Ombre. Alcuni sostengono che può far eseguire i suoi ordini alle ombre che gli danzano intorno. Altri dicono che le ombre gli parlano, sussurrandogli i pensieri dei suoi nemici. In ogni caso, Alessandra ha un obiettivo ambizioso e farà di tutto per raggiungerlo. Non è la sola, però, a voler uccidere il Re. Quando qualcuno attenta alla vita del sovrano, Alessandra si ritrova costretta a proteggerlo, almeno fino a che non sarà la sua consorte. E dovrà lottare per non innamorarsene. Dopotutto, quale migliore compagna di una regina astuta e senza scrupoli per un Re delle Ombre?

Un libro young adult – fantasy con una protagonista un po’ villan e un po’ matta!

Alessandra ha solo quindici anni quando viene lasciata dal suo primo amore e nella disperazione lo uccide. Da quel momento usa gli uomini solo per soddisfare il suo piacere sessuale e focalizza i suoi obiettivi su una persona in particolare, estremamente potente e irraggiungibile: il Re delle Ombre.
Un Re avvolto dalle ombre, invincibile e che nessuno può toccare, pena la morte!

Tricia Levenseller racconta una storia scorrevole dal punto di vista di una protagonista un po’ insolita. Alessandra è una diciottenne forte, ambiziosa, tenace, curiosa e istigatrice, nonostante questo la delusione con il suo ex fidanzato le ha lasciato non poche ferite. Anche se si presenta come un personaggio “villan”, nel corso della storia è possibile intravedere anche il suo lato più umano da semplice ragazza che desidera essere considerata per il suo valore e il suo intelletto. Infatti, nel momento in cui entra nella corte sfoggia subito la sua abilità nel realizzare abiti particolari che catturano l’attenzione dei nobili.

Avrei preferito un maggior approfondimento sulla protagonista, a maggior ragione che la storia è dal suo punto di vista, passa spesso dall’essere un’assassina arrivista, all’essere una semplice ragazza diciottenne e questi sbalzi mi hanno lasciata un po’ perplessa. Però ho apprezzato il fatto di leggere di una protagonista che va un po’ contro la “morale”, qui non abbiamo la solita dolce e delicata fanciulla dai buoni sentimenti e paladina della giustizia. Diverso è per il Re delle Ombre, dove c’è un miglior lavoro sulla sua caratterizzazione. Un personaggio affascinante ed enigmatico e  ho apprezzato molto l’originalità sulla costruzione della figura del signore delle ombre e di come queste tenebre fanno parte di lui. Interessante anche la storia dei suoi genitori e avrei tanto voluto leggere qualcosina in più sul precedente re e la sua consorte. Il Re delle Ombre rappresenta il sovrano severo, freddo, austero, un po’ sadico, ma allo stesso tempo dolce e delicato quando si rapporta con la protagonista.

Nella prima parte del libro il lettore scopre come Alessandra si introduce nella corte, mentre dalla metà in poi si susseguono le vicende politiche che hanno forse una risoluzione un po’ troppo sbrigativa.

L’ambientazione è un po’ vaga, l’autrice si sofferma molto di più sulla descrizione degli abbigliamenti di Alessandra e dei nobili.

Nel complesso “Le ombre tra noi” è un romanzo scorrevole,  una lettura che definisco “a snack” (ovvero una pagina tira l’altra), una storia che sicuramente attirerà un pubblico più giovane o chi ha voglia di un’avventura non impegnativa.

#Prodottofornitoda @Mondadori

Violet e il libro proibito di Kelly Barnhill | Recensione

Nelle fiabe, tutte le principesse sono bellissime, i draghi orrende e spietate creature e le storie… semplici e innocue storie. Ma questa non è affatto una fiaba come le altre. Nel regno di Andulan, la figlia del re si chiama Violet. È una ragazzina solitaria, con gli occhi di colore diverso e una massa di ricci che le nasconde la faccia. Si vede brutta, e questo la rende insicura. C’è solo un momento in cui non si sente sbagliata: quando racconta storie. Perché Violet è una lettrice voracissima e una voracissima narratrice di favole. Se apre bocca rapisce tutti, dalle dame di corte al più umile dei servitori. Quando insieme al suo migliore amico, Demetrius, trova nei sotterranei del castello un misterioso libro, è convinta di aver scoperto una miniera di storie che cambierà la sua vita. E la sua vita cambia, ma non come aveva immaginato… Dal polveroso tomo si leva la voce spaventosa di una divinità dimenticata, che inizia a sussurrare ai servitori, alle ancelle, al popolo, ammaliando l’intero reame. Ammalia il re, offrendogli l’opportunità di catturare l’ultimo drago sopravvissuto. E ammalia la principessa Violet, con l’illusione di renderla bellissima. Ma ogni parola sussurrata dal libro proibito ha un prezzo, e tremende conseguenze. E Violet, per salvare il regno, dovrà trovare il modo di ascoltare solo le voci amiche, e di raccontare l’unica storia che potrà guarire il suo mondo.

Un romanzo per ragazzi con una protagonista realistica e attuale!

Violet è l’unica figlia dei sovrani del regno di Andulan, ed è una principessa diversa da quelle descritte nelle favole. Lei non ha capelli lucenti, non ha un viso dai tratti delicati, appena una persona la vede non pensa “che bella principessa” e di questo ne soffre. Un giorno, una presenza oscura ammalierà tutto il reame, compresa lei con l’illusione di renderla bellissima.

Violet e il libro proibito è una storia avvincente e con temi attuali che vanno a rompere un po’ la visione della principessa bella e delicata. È una protagonista tenace, curiosa, intelligente, ma anche fragile per il disagio di non avere quella bellezza da principessa delle fiabe. Insieme a lei c’è anche il suo amico Demetrius, uno stalliere coraggioso che ha una grande sensibilità e soprattutto riesce a comprendere gli animali, anche quelli più feroci.

Ho adorato la loro amicizia e il percorso che intraprendono in un viaggio alla ricerca di loro stessi, superando prove e affrontando le proprie debolezze. 

Barnhill crea un’ambientazione di un fantasy classico con castelli, dame, cavalieri, draghi, e con gli elementi tipici di questo genere riesce a rendere la lettura interessante con una protagonista fuori un po’ dagli schemi.

Con Violet si affronta un problema molto attuale riguardo all’aspetto estetico, di quanto siano gli altri a darne importanza e di conseguenza questo ci rende insicuri. Un tema delicato da affrontare in un libro per ragazzi che Barnhill tratta in modo giusto e avvincente, infiocchettando il tutto con la trama avventurosa e fantastica.

La storia è raccontata dal cantastorie, scelta narrativa interessante anche se avrei preferito i capitoli in prima persona con i punti di vista di Violet e Demetrius, ma questo è un gusto personale.
Nota di merito sono le bellissime illustrazioni che impreziosiscono la storia.

Un’avventura coinvolgente che tratta di un dio malvagio, di un re affranto, di una grande amicizia, di una ragazzina dal cuore ferito e si parla anche delle storie e del potere che hanno su di noi.

#Prodottofornitoda @Deagostini

Io sono Persefone di Coluzzi | Recensione

Il destino di Core, giovane dea, è già stato scritto: regnerà sulla natura, assicurando terreno fertile e raccolti abbondanti. E, soprattutto, non si innamorerà mai, rimanendo casta per sempre. È ciò che sua madre, Demetra, ha deciso per lei e che Core ha sempre creduto di desiderare. Ma il fato è imprevedibile, anche per una divinità dell’Olimpo. Durante una passeggiata tra i campi ai piedi dell’Etna, Core viene rapita: Ade, il sovrano degli Inferi ha scelto proprio lei come sua regina. Improvvisamente, la giovane dea si trova sola in un mondo tenebroso e sconosciuto, popolato da anime defunte e divinità mostruose: gli Inferi sono la sua nuova casa, e Persefone il suo nuovo nome. Fuggire, il suo unico obiettivo. Ma gli opposti esistono solo nella nostra mente, o almeno è ciò di cui vuole convincerla l’oscuro signore degli Inferi. Nel regno della morte, le certezze di Core, dea della vita e della fertilità, cominciano a vacillare. Tocca soltanto a lei, ora, scrivere il proprio destino e scegliere: a quale mondo appartiene davvero? Persefone è una protagonista senza tempo, alla ricerca, come tutti noi, della propria voce, in un viaggio nelle profondità degli Inferi e dell’animo umano.

La storia di Ade e Persefone è un mito che fin da quando si studia conquista particolarmente, sarà per il contrasto vita/morte, per le oscure ambientazioni dell’Oltretomba o per gli opposti che rappresentano i due protagonisti. L’autore Daniele Coluzzi, nel suo romanzo, racconta la storia dal punto di vista di Persefone rimanendo fedele al mito.

Il lettore si sente subito coinvolto dalla dolce Core, la quale vive sotto una campana di vetro per le eccessive premure di sua madre. Core sa qual è il suo destino, glielo ripete sempre Demetra: regnare sulla natura e non conoscere mai l’amore, rimanendo sempre casta.  Le cose cambiano quando Ade, la divinità che viene derisa e allontanata da tutti,  rapisce Core portandola nel suo regno.

Coluzzi non fa una rivisitazione moderna del mito, ma lo racconta in modo introspettivo e con uno stile scorrevole, capace di rendere vivide le ambientazioni e le atmosfere. 

Persefone fa un vero e proprio viaggio alla scoperta di se stessa, parte da “bambina” che crede di conoscere il mondo, e sarà proprio la sua sensibilità e il suo buon cuore a guidarla in un percorso tortuoso  per arrivare a una sua consapevolezza e alla libertà di decidere da sola la sua vita. 

Ho adorato anche la rappresentazione del re dell’Oltretomba, la divinità emarginata da tutti perché sovrano di un regno non considerato degno dagli altri dei. Ade appare crudele, egoista, ma anche sensibile e ben consapevole del suo ruolo e del destino degli umani, ed è proprio quello che vuole insegnare a Core.

La maggior parte del romanzo è ambientato nell’Oltretomba e nel libro vi è presente anche una cartina dove il lettore può orientarsi nei vari spostamenti dei personaggi.

Ma a parte questo, la vera star del romanzo è Tisifone, una delle tre Erinni. L’autore descrive queste figure grottesche, ma anche enigmatiche, e ho adorato la frizzante e sensibile Tisifone che prova fin da subito a instaurare un rapporto di complicità con Persefone, insomma vorrei essere la sua migliore amica!

Un vero e proprio romanzo di formazione adatto per i ragazzi, ma anche per quelli, come me, che portano nel cuore la bellezza di questo mito e hanno voglia di riviverlo attraverso gli occhi della dolce Persefone. 

#Prodottofornitoda @Rizzoli