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Recensione: LA FIGLIA DI ODINO di Siri Pettersen

LA FIGLIA DI ODINO

 Siri Pettersen

Il viaggio di Hirka, una ragazzina di quindici anni dai capelli rosso fuoco, inizia quando, morto il padre, girovago e guaritore, si ritrova completamente sola al mondo a fare i conti con la propria identità di “diversa”: vive infatti tra persone del tutto simili a lei, tranne che per la coda, elemento distintivo di tutta la stirpe di Ym, di cui lei è priva. Hirka conosce i poteri miracolosi di alcune erbe, e cura con generosità chiunque le si rivolga. Ma il suo altruismo è ricambiato con distacco, diffidenza e talvolta disprezzo, anche da parte di quelle persone che dovrebbero esserle amiche. A Hirka manca anche un’altra caratteristica fondamentale: non sa evocare, e non è in contatto col Dono, un’energia che scorre in tutto ciò che esiste. La ragazzina sa che presto verrà messa alla prova durante una cerimonia iniziatica, il Rito, cui tutti i quindicenni degli undici regni di Ymslanda sono obbligati partecipare, e ha paura di essere smascherata e punita per questa sua inadeguatezza. Ymslanda è governata dal Consiglio, formato dai rappresentanti delle dodici famiglie più potenti, con sede ad Eisvaldr, cittadella piena di torri e cupole scintillanti. Al di sopra di loro c’è soltanto il Veggente, un misterioso corvo, accudito e riverito come una divinità.


Non sapeva dove sarebbe andata, né da cosa stesse scappando, ma doveva correre. La serata era buia. Poteva andare dove voleva. A quell’ora fuori non c’era più nessuno. Nessuno l’avrebbe potuta vedere.
Era invisibile. Un fantasma. Un mostro.
Una figlia di Odino.

Un fantasy scandinavo pieno di intrighi, misteri e magia. 

Ho terminato da poco di leggere questo fantastico volume che è il primo di una trilogia e ho solo parole e pensieri positivi!

Era da tanto che non leggevo di un fantasy che mi appassionasse così tanto e soprattutto era da un po’ di letture che non trovavo una protagonista che mi piacesse e che trovassi coerente e in linea con la storia e con il suo carattere.

Siri Pettersen crea un mondo fantastico particolare e magnetico, avvolto dal fascino delle tradizioni e dei miti nordici, una storia che non ha nulla da invidiare ai fantasy più conosciuti e famosi. 

La trama è ben articolata con un ritmo equilibrato, l’autrice con una scrittura dettagliata introduce man, mano ogni personaggio permettendo al lettore di conoscerlo e di inquadrarlo.

Ho amato tutti i personaggi che risultano ben caratterizzati in particolare Hirka che è una ragazza grintosa, ma allo stesso tempo anche fragile, tutto ciò che fa è in linea con il suo carattere, mentre Rime è una figura che conquista subito per il suo fascino, è un ragazzo che non pensa alle cose futili e ha un fortissimo legame con la protagonista.

Nulla è lasciato al caso in questa storia, Siri Pattersen dissemina indizi di capitolo in capitolo lasciando il lettore stupito dai colpi di scena e dalle rivelazioni anche struggenti.

Essendo il primo volume di una trilogia ovviamente il finale è aperto e non vedo l’ora di tuffarmi di nuovo in questa avventura con il secondo volume.

Una lettura che non può assolutamente mancare agli amanti del fantasy. 

Per saperne di più vedi la video recensione <3

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Recensione: Spada di Vetro di Victoria Aveyard

Spada di Vetro

Victoria Aveyard

Il suo sangue è rosso – come quello della gente comune – ma lo straordinario potere di controllare i fulmini, che nessun Argenteo possiede, rende Mare Barrow un’arma sulla quale il Palazzo vorrebbe riuscire a mettere le mani. Tutta la corte la considera un’eccezione, ma non appena Mare riesce a sfuggire a Maven, il principe – e prima ancora l’amico – che l’ha tradita, scopre una verità sconvolgente: lei non è affatto un’eccezione. Perché di giovani Rossi e Argentei ne esistono molti altri. Inseguita da Maven, diventato un sovrano crudele e vendicativo, Mare fa di tutto per trovare e reclutare altri guerrieri Novisangue che si uniscano alla lotta dei ribelli contro il re oppressore. Nel farlo, però, entra in un territorio molto pericoloso, dove rischia di diventare proprio come i mostri che sta cercando di sconfiggere. Riuscirà a sopportare il peso delle vite che dovranno essere spezzate durante la ribellione? O la slealtà e il tradimento subiti l’avranno indurita per sempre? Nel secondo elettrizzante romanzo di Victoria Aveyard, la lotta dell’esercito ribelle contro un mondo ingiusto, dove è considerato normale segregare le persone in base al colore del loro sangue, costringerà Mare ad affrontare il lato oscuro che piano piano si è fatto largo nel suo animo.


Se sono davvero una spada, sono fatta di vetro e sento che comincio a frantumarmi.

Appena ho terminato di leggere Regina Rossa sono corsa a comprare il secondo volume di questa serie! Purtroppo il seguito non è stato avvincente come il primo dato che, per almeno metà del libro, l’ho trovato molto lento.

C’è una piccola evoluzione della protagonista Mare, che in qualche modo tenta di reprimere se stessa per vestire i panni di una combattente prendendo decisioni un po’ forzate, secondo il mio punto di vista. Purtroppo non è un’eroina che mi piace, tenta di prendere in mano la situazione quando poi non ha una grande esperienza in battaglie e strategie.

Una ventata di freschezza in questa storia è stato Shade, il fratello preferito di Mare che ho trovato un personaggio adorabile e scaltro. Maven rimane un antagonista perfetto, pieno di sfaccettature e zone d’ombra da scoprire, anche se in questo volume non compare molto, mentre conosciamo meglio Cal approfondendo più il suo semplice lato di ragazzo e lasciando da parte il suo ruolo di principe ereditario.

Anche se ho trovato metà del libro lento, il finale è uno di quelli che lasciano con il fiato sospeso e non vedo l’ora di leggere il seguito.

Vedi la video recensione per saperne di più 🙂

 

 

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Recensione: Regina Rossa di Victoria Aveyard

Regina Rossa

Victoria Aveyard

Il mondo di Mare Barrow è diviso dal colore del sangue: rosso o argento. Mare e la sua famiglia sono Rossi, povera gente, destinata a vivere di stenti e costretta ai lavori più umili al servizio degli Argentei, valorosi guerrieri dai poteri sovrannaturali che li rendono simili a divinità. Mare ha diciassette anni e ha già perso qualsiasi fiducia nel futuro. Finché un giorno si ritrova a Palazzo e, proprio davanti alla famiglia reale al completo, scopre di avere un potere straordinario che nessun Argenteo ha mai posseduto. Eppure il suo sangue è rosso… Mare rappresenta un’eccezione destinata a mettere in discussione l’intero sistema sociale. Il Re per evitare che trapeli la notizia la costringe a fingersi una principessa Argentea promettendola in sposa a uno dei suoi figli. Mentre Mare è sempre più risucchiata nelle dinamiche di Palazzo, decide di giocarsi tutto per aiutare la Guardia Scarlatta, il capo dei ribelli Rossi. Questo dà inizio a una danza mortale che mette un nobile contro l’altro e Mare contro il suo cuore. Regina Rossa apre una nuova serie fantasy vivida e seducente dove la lealtà e il desiderio rischiano di esseri fatali e l’unica mossa certa è il tradimento.

 


Chiunque puo’ tradire chiunque.

Non sono una grande esperta del mondo distopico, al momento ho letto solo Hunger Games della Collins e conosco per il film la serie Divergent e, ammetto che, leggendo le prime pagine di Regina Rossa ho trovato qualche somiglianza, un qualcosa di già sentito con le altre storie.

Tuttavia è anche vero che oggi è difficile scrivere un distopico originale non solo perchè negli ultimi anni sono usciti molti libri che trattano di questo universo, ma anche perchè tale genere è molto particolare nelle caratteristiche che deve avere e di conseguenza è facile trovare degli elementi comuni tra le storie, almeno questa è l’idea che mi sono fatta.

Superate le prime pagine in cui l’autrice introduce il mondo in cui vive Mare, la protagonista, la storia mi ha conquistata sempre di più.

Lo stile dell’autrice è efficace e semplice, preferisce far agire i personaggi fin dalle prime pagine catturando subito il lettore e coinvolgendolo nella storia. 

Personalmente non ho molto apprezzato Mare, trovo che sia un personaggio un po’ pesante e spesso e volentieri agisce di testa sua combinando solo guai.
I personaggi che ho adorato sono i fratelli Cal e Maven, entrambi molto diversi caratterialmente, ma che si completano a vicenda. Ben caratterizzati fin dall’inizio soprattutto Cal che, tuttavia, risulta essere un personaggio “già letto”, a differenza del fratello minore che è una figura particolare e curiosa.

Tra intrighi, tradimenti e smania di potere si snoda questa avvincente storia con un pizzico di romanticismo e tanto mistero. 

Vedi la video recensione per sapere di più 🙂

 

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Recensione: Il grande Gatsby di Fitzgerald

Il grande Gatsby

Francis Scott Fitzgerald

Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell’estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi freneticamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino colpisce Nick in modo particolare: si tratta del misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e in un amore insensato per la cugina di Nick, Daisy… Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità.

 

 


Nelle notti estive mi giungeva la musica dalla casa del mio vicino. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene fra bisbigli e champagne e stelle. Durante l’alta marea del pomerggio guardavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia calda della spiaggia privata, mentre i suoi due motoscafi fendevano le acque dello stretto, rumorchiando acquaplani tra cascate di spuma. 

Magico, straziante e crudele. 

Il Grande Gatsby è un romanzo che tratta di vari temi, ma quelli che risaltano maggiormente sono la speranza e la solitudine.

La speranza di Gatsby è non solo quella di realizzare i suoi sogni, ma soprattutto quella di conquistare e avere al suo fianco Daisy. Nonostante il protagonista abbia tutto dalla vita, sia famoso, ricco e sia sempre circondato da persone è in realtà solo, nessuno sa chi sia, nessuno conosce realmente il proprietario della grande dimora dove si svolgo stravanti e lussuose feste.

Una solitudine che è presente fin dall’inizio del libro e che diventa una situazione opprimente alla fine.

Lo stile di Fitzgerald è meravigliosio, con poche parole descrive in modo originale e sublime i personaggi e le ambientazioni non risultando mai prolisso o noioso. Immerge il lettore nei fastatici anni venti con musica jazz, champagne e balli.

Che dire dei personaggi?
Ho amato alla follia Gatsby, ormai è diventato il mio uomo letterario ideale: enigmatico e affasciante, ma la cosa che mi ha più conquistata è il suo atteggiamento che cambia da “uomo di mondo” a “uomo insicuro e timido” quando incontra di nuovo Daisy dopo cinque anni.
La scena in cui i due si incontrano, grazie all’aiuto di Nick, per me è una delle più belle del mondo dei classici.

Daisy è un personaggio che cammina sul filo del rassoio. Il lettore non riesce a capire fino in fondo quanto sia ingenua o quanto voglia far credere di esserlo. Una persona molto instabile emotivamente, capace di distruggere il mondo di chi la circonda.

Nick è una figura che rimane un po’ in disparte, anche se il lettore scopre la storia attraverso il suo punto di vista, ma il protagonista rimane Gatsby fino alla fine.

Una storia enigmatica e accativante dalla trama ben organizzata e con personaggi caratterizzati alla perfezione. 

Il miglior classico che abbia letto fin ora. 

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Recensione: Absence di Chiara Panzuti

Chiara Panzuti
ABSENCE
Il gioco dei quattro

Viviamo anche attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve affrontare l’ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa accadrebbe se, da un giorno all’altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre?

La sua vita si trasforma in un incubo quando, all’improvviso, si rende conto di essere diventata invisibile. Nessuno riesce più a vederla, né si ricorda di lei. Non c’è spiegazione a quello che le è accaduto, solo totale smarrimento.

Eppure Faith non è invisibile a tutti. Un uomo vestito di nero detta le regole di un gioco insidioso, dove l’unico indizio che conta è nascosto all’interno di un biglietto: 0°13’07’’S 78° 30’35’’W, le coordinate per tornare a vedere.

Insieme a Jared, Scott e Christabel – come lei scomparsi dal mondo – la ragazza verrà coinvolta in un viaggio alla ricerca della propria identità, dove altri partecipanti faranno le loro mosse per sbarrarle la strada.

Una corsa contro il tempo che da Londra passerà per San Francisco de Quito, in Ecuador, per poi toccare la punta più estrema del Cile, e ancora oltre, verso i confini del mondo.

Primo volume della trilogia di Absence, Il gioco dei quattro porta alla luce la battaglia interiore più difficile dei nostri giorni: definire chi siamo in una società troppo distratta per accorgersi degli individui che la compongono.

Cosa resterebbe della nostra esistenza, se il mondo non fosse più in grado di vederci?

Quanto saremmo disposti a lottare, per affermare la nostra identità?


«Sai cosa penso davvero? Che le persone non hanno più voglia di accudire gli altri. Non sanno più prendersi cura di nessuno, dei figli, degli amici, dei genitori. Esistono troppi sostituti. La nostra prima famiglia adottiva piazzava Tommy davanti ai videogiochi, e lui si rimbambiva così. Ho un figlio e lo piazzo davanti a un giochino idiota, o a un telefono, o alla TV. Come una macchina da dover parcheggiare.»

Originale, avvincente e profondo.
Absence non è solo una storia avventurosa, piena di colpi di scena, di fughe e messaggi segreti da studiare, ma affronta il problema di una società che è troppo distratta dalle comodità tecnologiche, perdendo di vista l’identità dell’individuo, ed ecco che nasce il concetto dell’invisibilità.

Apparentemente la storia potrebbe risultare un qualcosa di già sentito, ma l’autrice è stata molto brava nella ricerca dell’originalità a partire dalle piccole cose fino a una struttura ben articolata e intrecciata della trama.

Chiara Panzuti si dedica a una narrazione semplice e di impatto, soffermandosi sulle descrizione delle sensazioni e delle emozioni, dando l’impressione al lettore di essere “invisibile” lui stesso, catapultandolo nel mondo ovattato e quasi claustrofobico che vivono i personaggi del libro.

Una lettura avventurosa che non mancherà di stupirvi. 

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Recensione: Cappuccetto Mortissimo di Murillo e Ordás

Cappuccetto Mortissimo

un nuovo libro ispirato alla fiaba di Cappuccetto Rosso che vi farà…

RIDERE A CREPAPELLE!!!

Titolo: Cappuccetto Mortissimo

Testi: Luis Murillo

Illustrazioni: Emi Ordás

Editore: Valentina Edizioni

Isbn: 9788897870999

Pagine: 56

Formato: 23×31

Confezione: cartonato con illustrazioni a colori

Prezzo: 13.90

Età: 5/10

Dopo tanti anni nell’oltretomba delle fiabe, la piccola e dolce Cappuccetto Rosso ritorna nel mondo dei vivi per un’inedita traversata nel bosco. Ad attenderla ci sarà Lupito, un lupo un po’ fifone alla conquista della carica di ‘lupo feroce’, e una super nonna tanto buona quanto imprevedibile.

Siete pronti a scoprire questa spaventevolissima e divertentissima storia???


Eccola qui! Ora mi credi o no? Un po’ malconcia, vero? Be’, come ti dicevo, è passata a miglior vita tanti anni fa. Gli scrittori e i disegnatori di favole non ne hanno mai parlato prima d’ora perchè temevano che i bambini ci rimanessero male. Insomma, la piccola e dolce Cappuccetto Rosso è ora… mortissima!

La nostra dolce Cappuccetto è morta, insieme alla sua famiglia.
I genitori vivono in tombe umide e logore e meditano di avvelenare la nonnina per arraffare la sua eredità e comprare un bel mausoleo dove stare all’asciutto.

Una storia frizzante dai toni oscuri che ricordano l’ambientazione del film “La sposa cadavere” di Tim Burton.

Umoristico, insolito e innovativo!

Luis Murillo ed Emi Ordás guardano oltre, non si sono limitati a immaginare la storia di Cappuccetto dopo l’avventura con il lupo cattivo, ma sono andati ben avanti fino alla sua morte.
Si sa bene che, per questi personaggi, la morte non esiste del tutto.

Una storia divertente che rompe gli schemi delle tradizionali rivisitazioni o seguiti delle favole per immergere il lettore in una nuova favola dai toni cupi e ironici.

Recensione: Lo Zoablatore di Sergio Olivotti

Lo zoablatore.

L’invenzione che cambiò la storia.

Sergio Olivotti

 Mai più incomprensioni coi vostri animali grazie allo zoablatore! Finalmente saprete cosa pensa il vostro cane quando non vi riporta il bastone. E potrete chiedere al gatto cosa ha di tanto interessante l’oblò della lavatrice. Ma anche galline, orsi, pecore e scarafaggi non avranno più segreti per voi. Per la prima volta un libro completo ed esaustivo sulla portentosa macchina per conversare con gli animali che ha cambiato il mondo: lo zoablatore.


Chiamasi zoablatore ogni apparecchio atto a tradurre bidirezionalmente da una lingua umana ad una animale e viceversa.

Una storia fantasiosa e divertente!

Lo Zoablatore è una storia piena di inventiva non solo per la trama, ma anche per i termini fantasiosi che crea l’autore, il tutto è accompagnato dalle illustrazioni splendide e colorate.

Un volume realizzato come se fosse un piccolo libro storico sullo Zoablatore.

Una lettura leggera con delle illustrazioni che deliziano gli occhi.

Un libro che non può mancare agli amanti dei libri illustrati!

Vi lascio alla video recensione.
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Recensione: Il bacio più breve della storia di Mathias Malzieu

Il bacio più breve della storia

Mathias Malzieu 

Parigi, una sera al Théâtre du Renard, l’orchestra suona It’s Now or Never. Una ragazza misteriosa e sfuggevole si aggira, lui la nota, cerca in ogni modo di avvicinarla e, quando ormai tutto sembra impossibile, si trovano faccia a faccia e si baciano. Un bacio minuscolo, il più breve mai registrato, e lei scompare. Invisibile, si allontana. Un mistero anche per un inventore come lui che, seppur di indole tendenzialmente depressa, è determinato a rivedere l’eterea e vulnerabile creatura che lo ha ammaliato. Inizia così una ricerca serrata in cui sarà affiancato da due bizzarri personaggi: un detective in pensione, che ha tutto l’aspetto di un orso polare, e il suo stravagante pappagallo. Le invenzioni si susseguono e qualcosa di molto goloso e originale aiuterà il protagonista nel suo scopo. Ormai è chiaro, fra i due è scoccata una scintilla, si è prodotto un cortocircuito. Ma in amore gli artifici non bastano, servono coraggio e temerarietà, doti che entrambi dovranno conquistare se vorranno trovarsi e abbandonarsi l’uno all’altra. Riusciranno i due a superare ostacoli e paure e a vivere il loro amore?


Il bacio più breve della storia. Un millesimo di secondo, carnoso e leggiadro insieme. Appena uno sfioramento, un origami. Un accenno di cortocircuito. Un tasso di umidità incredibilmente vicino allo zero, qualcosa nell’ordine della polvere d’ombra. Il bacio più breve della storia.

Mi era mancato il mondo aulico e favolistico di Malzieu, autore che ho conosciuto con La Meccanica del Cuore e che è diventato uno dei miei libri preferiti.
La scrittura delicata e le descrizioni fantastiche dei personaggi particolari trascinano il lettore in un mondo surreale: dalle campionesse di chignon, a detective che assomigliano a orsi e cioccolatini che hanno il gusto di un bacio, Malzieu narra questa storia divertente e nostalgica allo stesso tempo.

Una storia che sa di amore, tenerezza, ma anche di illusione.